Src, primo oncogene ad essere identificato, è una tirosin-chinasi citoplasmatica che riveste un ruolo fondamentale nel mantenimento dell'omeostasi cellulare. Src partecipa a molteplici funzioni fisiologiche cellulari, come la proliferazione, la sopravvivenza, la regolazione del citoscheletro, il controllo della forma, la motilità, la migrazione, l'adesione cellula-cellula e cellula-matrice (Thomas & Brugge, 1997; Yeatman, 2004). Src svolge un ruolo cruciale nella cancerogenesi, processo in cui tutte queste funzioni risultano alterate. Gli inibitori di Src rappresentano una valida strategia terapeutica antitumorale; in questa tesi ne sono stati presi in considerazione il bosutinib (SKI-606) e il saracatinib (AZD0530), attualmente sono in fase di sperimentazione clinica. Lo scopo del lavoro è stato quello di indagare se l'inserimento di mutazioni a carico di oncogeni, in concomitanza con il silenziamento di geni oncosoppressori, potesse modificare la proliferazione di una linea cellulare epiteliale umana non trasformata di mammella (hTERT-HME1) trattata con bosutinib o saracatinib. Gli oncogeni e gli oncosoppressori presi in esami sono stati rispettivamente EGFR, BRAF, PI3K, KRAS e Rb1 e PTEN. La proliferazione cellulare è stata valutata attraverso la misurazione della produzione di ATP mediante luminescenza, mentre il silenziamento dei geni oncosoppressori è stato confermato mediante western blotting. L'inserimento delle mutazioni a carico di KRAS o di PI3K, sia nell'esone 9 sia nell'esone 20, ha conferito resistenza alle cellule trattate con i due inibitori di Src, mentre la mutazione di EGFR non ha modificato la sensibilità ai farmaci. E' stata invece osservata una diversa risposta farmacologica nelle cellule mutate per BRAF: tale mutazione ha indotto infatti una spiccata resistenza nelle cellule trattate con saracatinib, con un aumento della proliferazione di oltre il 30% rispetto alle cellule wild-type, mentre non si sono osservate differenze significative in seguito a trattamento con bosutinib. Il differente effetto indotto dai due farmaci potrebbe essere spiegato dall'inibizione di un diverso pannello di chinasi coinvolte nella trasduzione del segnale (Puttini et al., 2006; Green et al., 2009). Più controverso è apparso invece il ruolo del silenziamento dei geni oncosoppressori. Questo modello sperimentale permette di indagare in vitro la correlazione tra alterazioni genetiche e risposta farmacologica e rappresenta un ottimo strumento per lo studio dei possibili meccanismi molecolari alla base della resistenza a farmaci antitumorali; potrebbe inoltre essere utile per disegnare trials clinici mirati alla selezione di pazienti realmente responsivi alla terapia.
Alterazioni genetiche in linee cellulari umane modificano la risposta ad inibitori della chinasi Src.
GALLO, MARTINA
2009/2010
Abstract
Src, primo oncogene ad essere identificato, è una tirosin-chinasi citoplasmatica che riveste un ruolo fondamentale nel mantenimento dell'omeostasi cellulare. Src partecipa a molteplici funzioni fisiologiche cellulari, come la proliferazione, la sopravvivenza, la regolazione del citoscheletro, il controllo della forma, la motilità, la migrazione, l'adesione cellula-cellula e cellula-matrice (Thomas & Brugge, 1997; Yeatman, 2004). Src svolge un ruolo cruciale nella cancerogenesi, processo in cui tutte queste funzioni risultano alterate. Gli inibitori di Src rappresentano una valida strategia terapeutica antitumorale; in questa tesi ne sono stati presi in considerazione il bosutinib (SKI-606) e il saracatinib (AZD0530), attualmente sono in fase di sperimentazione clinica. Lo scopo del lavoro è stato quello di indagare se l'inserimento di mutazioni a carico di oncogeni, in concomitanza con il silenziamento di geni oncosoppressori, potesse modificare la proliferazione di una linea cellulare epiteliale umana non trasformata di mammella (hTERT-HME1) trattata con bosutinib o saracatinib. Gli oncogeni e gli oncosoppressori presi in esami sono stati rispettivamente EGFR, BRAF, PI3K, KRAS e Rb1 e PTEN. La proliferazione cellulare è stata valutata attraverso la misurazione della produzione di ATP mediante luminescenza, mentre il silenziamento dei geni oncosoppressori è stato confermato mediante western blotting. L'inserimento delle mutazioni a carico di KRAS o di PI3K, sia nell'esone 9 sia nell'esone 20, ha conferito resistenza alle cellule trattate con i due inibitori di Src, mentre la mutazione di EGFR non ha modificato la sensibilità ai farmaci. E' stata invece osservata una diversa risposta farmacologica nelle cellule mutate per BRAF: tale mutazione ha indotto infatti una spiccata resistenza nelle cellule trattate con saracatinib, con un aumento della proliferazione di oltre il 30% rispetto alle cellule wild-type, mentre non si sono osservate differenze significative in seguito a trattamento con bosutinib. Il differente effetto indotto dai due farmaci potrebbe essere spiegato dall'inibizione di un diverso pannello di chinasi coinvolte nella trasduzione del segnale (Puttini et al., 2006; Green et al., 2009). Più controverso è apparso invece il ruolo del silenziamento dei geni oncosoppressori. Questo modello sperimentale permette di indagare in vitro la correlazione tra alterazioni genetiche e risposta farmacologica e rappresenta un ottimo strumento per lo studio dei possibili meccanismi molecolari alla base della resistenza a farmaci antitumorali; potrebbe inoltre essere utile per disegnare trials clinici mirati alla selezione di pazienti realmente responsivi alla terapia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/71010