Con le grandi Esposizioni dal 1884 al 1911, Torino diede di sé un'immagine sfavillante e operosa, offrendosi ad un confronto diretto con la produzione estera e accogliendo in questi contesti anche i primi ¿Saloni¿ dell'automobile. L'Esposizione internazionale del 1911 era destinata a segnare una svolta culturale e urbanistica nella città, poiché, oltre che celebrare il cinquantesimo anniversario della proclamazione dell'unità d'Italia e il centenario della nascita (1910) e il cinquantenario della morte (1911) di Camillo Cavour, fu tesa ad evidenziare nell'ambito nazionale il ruolo primario di Torino, che dimostrava di competere vittoriosamente con Milano sul piano dell'economia del Paese. Il cinquantenario dell'Unità d'Italia fu occasione straordinaria di festeggiamenti ufficiali destinati a celebrare il percorso economico, sociale, culturale - in una parola civile - compiuto dal giovane Stato italiano dai tempi della propria unificazione politica. Tra le iniziative più spiccate per sottolineare questo ¿giubileo¿ del regno, si annoverarono le Esposizioni internazionali di Roma e di Torino: la prima incentrata sulla Mostra etnografica e regionale e su quella artistica, affiancate da una serie di iniziative ¿minori¿; la seconda di carattere industriale e manifatturiero. Roma e Torino si scambiarono così i ruoli: l'attuale capitale d'Italia rappresentò in mostra il glorioso passato nazionale artistico, artigianale ed etnografico; l'antica capitale italiana fornì un panorama aperto sul futuro, secondo una visione progressista e scientista. Firenze, la terza capitale storica, svolse un ruolo marginale con la sua esposizione internazionale di orticoltura, floricoltura e con la Mostra del Ritratto italiano. Il forte valore simbolico delle esposizioni non valse a mascherarne l'andamento in gran parte convenzionale, mentre l'esaltazione della ¿democrazia industriale¿, quale si realizzò nella rassegna torinese, finì per intrecciarsi con i temi dell'espansionismo e del colonialismo, proprio nel momento in cui, a due mesi dalla chiusura dell'esposizione, l'Italia si lanciava nell'impresa libica, dichiarando guerra alla Turchia. Reperire informazioni ed immagini dettagliate sulle opere artistiche presenti nell'Esposizione non è stata cosa semplice anche perché, al contrario dell'Esposizione del 1902, questa del 1911 non era dedicata espressamente all'arte. In Italia lo stile Liberty aveva rappresentato un'esperienza tardiva che si era allineata al gusto delle esperienze secessioniste, sfociando, attraverso le avanguardie del Novecento, in fenomeni di moda Art Déco. Le nuove esperienze decorative, sorrette e promosse dalla nuova borghesia, avevano coinvolto solo marginalmente la popolazione, in quanto gli oggetti d'arte continuavano ad avere prezzi elevati.
L'Esposizione Internazionale del 1911 a Torino
BOLLE, MARZIA
2009/2010
Abstract
Con le grandi Esposizioni dal 1884 al 1911, Torino diede di sé un'immagine sfavillante e operosa, offrendosi ad un confronto diretto con la produzione estera e accogliendo in questi contesti anche i primi ¿Saloni¿ dell'automobile. L'Esposizione internazionale del 1911 era destinata a segnare una svolta culturale e urbanistica nella città, poiché, oltre che celebrare il cinquantesimo anniversario della proclamazione dell'unità d'Italia e il centenario della nascita (1910) e il cinquantenario della morte (1911) di Camillo Cavour, fu tesa ad evidenziare nell'ambito nazionale il ruolo primario di Torino, che dimostrava di competere vittoriosamente con Milano sul piano dell'economia del Paese. Il cinquantenario dell'Unità d'Italia fu occasione straordinaria di festeggiamenti ufficiali destinati a celebrare il percorso economico, sociale, culturale - in una parola civile - compiuto dal giovane Stato italiano dai tempi della propria unificazione politica. Tra le iniziative più spiccate per sottolineare questo ¿giubileo¿ del regno, si annoverarono le Esposizioni internazionali di Roma e di Torino: la prima incentrata sulla Mostra etnografica e regionale e su quella artistica, affiancate da una serie di iniziative ¿minori¿; la seconda di carattere industriale e manifatturiero. Roma e Torino si scambiarono così i ruoli: l'attuale capitale d'Italia rappresentò in mostra il glorioso passato nazionale artistico, artigianale ed etnografico; l'antica capitale italiana fornì un panorama aperto sul futuro, secondo una visione progressista e scientista. Firenze, la terza capitale storica, svolse un ruolo marginale con la sua esposizione internazionale di orticoltura, floricoltura e con la Mostra del Ritratto italiano. Il forte valore simbolico delle esposizioni non valse a mascherarne l'andamento in gran parte convenzionale, mentre l'esaltazione della ¿democrazia industriale¿, quale si realizzò nella rassegna torinese, finì per intrecciarsi con i temi dell'espansionismo e del colonialismo, proprio nel momento in cui, a due mesi dalla chiusura dell'esposizione, l'Italia si lanciava nell'impresa libica, dichiarando guerra alla Turchia. Reperire informazioni ed immagini dettagliate sulle opere artistiche presenti nell'Esposizione non è stata cosa semplice anche perché, al contrario dell'Esposizione del 1902, questa del 1911 non era dedicata espressamente all'arte. In Italia lo stile Liberty aveva rappresentato un'esperienza tardiva che si era allineata al gusto delle esperienze secessioniste, sfociando, attraverso le avanguardie del Novecento, in fenomeni di moda Art Déco. Le nuove esperienze decorative, sorrette e promosse dalla nuova borghesia, avevano coinvolto solo marginalmente la popolazione, in quanto gli oggetti d'arte continuavano ad avere prezzi elevati.File | Dimensione | Formato | |
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