La tesi, maturata in seguito ad un tirocinio al Civico Museo del Paesaggio Sonoro di Riva presso Chieri, ha come oggetto il fenomeno, strettamente legato alle bande, delle squadre da ballo piemontesi. Ovvero quelle formazioni di fiati che, da un minimo di cinque a un massimo di una dozzina di elementi, si staccano dalla banda per suonare brani ballabili (principalmente valzer, polke e mazurke) nelle feste e sui balli a palchetto. Trattandosi di un argomento su cui esiste una scarsa letteratura, la metodologia di studio si è basata principalmente sulla ricerca sul campo in Val di Susa (Caprie, Villar Focchiardo, Chiusa San Michele, Giaglione, Chiomonte): interviste ad anziani musicanti, osservazione e registrazione di feste con presenza di formazioni da ballo tra l'estate e l'inverno del 2009. Dai dati raccolti si è cercato di definire il concetto di squadra da ballo dalla fine dell'Ottocento fino agli anni Sessanta, quando il fenomeno si è ridimensionato e si è misurato con la concorrenza delle orchestre di liscio moderno, per arrivare allo stato attuale di pratica ancora viva, ma diversa rispetto al passato soprattutto nella funzione. La tesi si svolge seguendo sostanzialmente una prospettiva storico- antropologica: nel capitolo 1 si parla dell'affermazione dei primi gruppi bandistici in Val di Susa e si fanno alcune ipotesi sul periodo e sulla maniera in cui i balli da sala sono giunti in Piemonte. Nel capitolo 2 si contestualizza la gestione del ballo pubblico da parte delle bande stesse, come prosecuzione del ruolo delle associazioni giovanili (badie); segue un'ampia descrizione del ballo a palchetto, tradizionale padiglione piemontese di forma circolare, montato per ballare nelle feste patronali, con alcune ipotesi sulla sua origine. Nel capitolo 3 si descrive in modo sistematico la struttura della squadra da ballo, il suo repertorio e le occasioni in cui suona; si descrive poi dettagliatamente un'ipotetica festa su ballo a palchetto al tempo delle quatriglie e del ballo a corda. Nel capitolo 4 si parla del rinnovamento della squadra da ballo in seguito alle influenze della popular music e all'arrivo di nuove danze dall'America (come l'onestep dopo la Grande Guerra e la beguine negli anni Cinquanta), partendo da alcune riflessioni sul fenomeno del liscio moderno. Nel capitolo 5 si analizzano i risultati della ricerca sul campo, descrivendo le feste osservate paese per paese, per arrivare a definire la situazione odierna delle squadre da ballo e il loro significato all'interno della comunità. In appendice si trovano numerose fotografie, alcune storiche, altre, la maggior parte, relative a questa ricerca.

Le bande e le squadre da ballo: i repertori tra ¿liscio¿ e tradizione

MIMMO, DARIO
2009/2010

Abstract

La tesi, maturata in seguito ad un tirocinio al Civico Museo del Paesaggio Sonoro di Riva presso Chieri, ha come oggetto il fenomeno, strettamente legato alle bande, delle squadre da ballo piemontesi. Ovvero quelle formazioni di fiati che, da un minimo di cinque a un massimo di una dozzina di elementi, si staccano dalla banda per suonare brani ballabili (principalmente valzer, polke e mazurke) nelle feste e sui balli a palchetto. Trattandosi di un argomento su cui esiste una scarsa letteratura, la metodologia di studio si è basata principalmente sulla ricerca sul campo in Val di Susa (Caprie, Villar Focchiardo, Chiusa San Michele, Giaglione, Chiomonte): interviste ad anziani musicanti, osservazione e registrazione di feste con presenza di formazioni da ballo tra l'estate e l'inverno del 2009. Dai dati raccolti si è cercato di definire il concetto di squadra da ballo dalla fine dell'Ottocento fino agli anni Sessanta, quando il fenomeno si è ridimensionato e si è misurato con la concorrenza delle orchestre di liscio moderno, per arrivare allo stato attuale di pratica ancora viva, ma diversa rispetto al passato soprattutto nella funzione. La tesi si svolge seguendo sostanzialmente una prospettiva storico- antropologica: nel capitolo 1 si parla dell'affermazione dei primi gruppi bandistici in Val di Susa e si fanno alcune ipotesi sul periodo e sulla maniera in cui i balli da sala sono giunti in Piemonte. Nel capitolo 2 si contestualizza la gestione del ballo pubblico da parte delle bande stesse, come prosecuzione del ruolo delle associazioni giovanili (badie); segue un'ampia descrizione del ballo a palchetto, tradizionale padiglione piemontese di forma circolare, montato per ballare nelle feste patronali, con alcune ipotesi sulla sua origine. Nel capitolo 3 si descrive in modo sistematico la struttura della squadra da ballo, il suo repertorio e le occasioni in cui suona; si descrive poi dettagliatamente un'ipotetica festa su ballo a palchetto al tempo delle quatriglie e del ballo a corda. Nel capitolo 4 si parla del rinnovamento della squadra da ballo in seguito alle influenze della popular music e all'arrivo di nuove danze dall'America (come l'onestep dopo la Grande Guerra e la beguine negli anni Cinquanta), partendo da alcune riflessioni sul fenomeno del liscio moderno. Nel capitolo 5 si analizzano i risultati della ricerca sul campo, descrivendo le feste osservate paese per paese, per arrivare a definire la situazione odierna delle squadre da ballo e il loro significato all'interno della comunità. In appendice si trovano numerose fotografie, alcune storiche, altre, la maggior parte, relative a questa ricerca.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/70994