Premessa fondamentale sarà la definizione di quello che risulta essere oggi il Consiglio comunale e provinciale alla luce delle tre grandi riforme le quali, a partire dagli anni novanta, hanno investito gli Enti Locali. Riforme attuate con la legge dell'8 giugno 1990, n. 142 intitolata ¿Ordinamento delle autonomie locali¿, con la legge 25 marzo 1993, n. 81 che, ribaltando il sistema previgente, sancì l'elezione diretta del Sindaco, del Presidente della Provincia e dei Consigli Comunali e provinciali. L'impatto di questa riforma fu tale da portare il legislatore, dopo pochi anni, a sentire necessaria un'opera di armonizzazione. Tante erano state fino a quel momento le leggi che serviva un dato normativo di chiusura, che desse stabilità alla disciplina degli Enti Locali; ciò arrivò con il D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 intitolato "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli Enti Locali". Lo scioglimento dei Consigli è tradizionalmente annoverato tra le forme di controllo sugli organi. Ecco che la prima sezione di questa tesi verrà dedicata al controllo sugli Enti Locali. Si analizzeranno le modifiche che in tema di controlli sono state apportate, mettendo in luce il mutamento della natura stessa dei controlli. La tendenza risulta essere,oggi, quella di realizzare forme di controllo sempre meno incisive che lascino spazio allo sviluppo e all'indipendenza delle autonomie locali. In particolare, nella sezione dedicata al controllo svolto a tutela dell'unità ed indivisibilità della comunità nazionale verranno analizzate tutte le ipotesi generatrici dello scioglimento dei Consigli comunali e provinciali individuate all'art. 141 del Tuel. Nella seconda e terza parte del presente lavoro l'attenzione verrà invece concentrata su due specifiche cause di scioglimento: le dimissioni ultra dimidium dei consiglieri e le dimissioni del Sindaco e del Presidente della Provincia. Per quanto riguarda la prima problematica essa rappresenta un'ipotesi dissolutoria particolare e per molti aspetti affascinanti ma fondata su di un dato normativo scarno. Necessario è stato sin da subito l'intervento degli organi di giustizia amministrativa, i quali hanno precisato e stabilito le modalità pratiche con cui le dimissioni contestuali, di oltre la metà dei consiglieri, devono essere presentate. Il Consiglio di Stato sul punto ha spiegato in che modo debba essere intesa la contestualità delle dimissioni, quale debba essere l'organo che dovrà riceverle e le modalità pratiche di presentazione delle stesse. In merito, infine, allo scioglimento dei Consigli per dimissioni del Sindaco e del Presidente della Provincia, individuato il quadro normativo di riferimento, si tenterà di risolvere il problema della revocabilità-irrevocabilità delle dimissioni. Premesso che, sia per l'ipotesi della presentazione contestuale delle dimissioni di oltre la metà dei consiglieri, sia per le dimissioni del Sindaco o del Presidente della Provincia il risultato sarà lo stesso ed ugualmente grave cioè lo scioglimento del Consiglio, perché solo nel primo caso le dimissioni assumono la veste di atto irrevocabile e non recettizio, mentre nella seconda ipotesi il legislatore concede al Sindaco un lasso di tempo, dalla loro presentazione al Consiglio, per eventuali ripensamenti?
lo scioglimento del consiglio comunale e provinciale per dimissioni del sindaco o del presidente della provincia e per dimissioni ultra dimidium dei consiglieri
SADDEMI, MARZIA
2009/2010
Abstract
Premessa fondamentale sarà la definizione di quello che risulta essere oggi il Consiglio comunale e provinciale alla luce delle tre grandi riforme le quali, a partire dagli anni novanta, hanno investito gli Enti Locali. Riforme attuate con la legge dell'8 giugno 1990, n. 142 intitolata ¿Ordinamento delle autonomie locali¿, con la legge 25 marzo 1993, n. 81 che, ribaltando il sistema previgente, sancì l'elezione diretta del Sindaco, del Presidente della Provincia e dei Consigli Comunali e provinciali. L'impatto di questa riforma fu tale da portare il legislatore, dopo pochi anni, a sentire necessaria un'opera di armonizzazione. Tante erano state fino a quel momento le leggi che serviva un dato normativo di chiusura, che desse stabilità alla disciplina degli Enti Locali; ciò arrivò con il D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 intitolato "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli Enti Locali". Lo scioglimento dei Consigli è tradizionalmente annoverato tra le forme di controllo sugli organi. Ecco che la prima sezione di questa tesi verrà dedicata al controllo sugli Enti Locali. Si analizzeranno le modifiche che in tema di controlli sono state apportate, mettendo in luce il mutamento della natura stessa dei controlli. La tendenza risulta essere,oggi, quella di realizzare forme di controllo sempre meno incisive che lascino spazio allo sviluppo e all'indipendenza delle autonomie locali. In particolare, nella sezione dedicata al controllo svolto a tutela dell'unità ed indivisibilità della comunità nazionale verranno analizzate tutte le ipotesi generatrici dello scioglimento dei Consigli comunali e provinciali individuate all'art. 141 del Tuel. Nella seconda e terza parte del presente lavoro l'attenzione verrà invece concentrata su due specifiche cause di scioglimento: le dimissioni ultra dimidium dei consiglieri e le dimissioni del Sindaco e del Presidente della Provincia. Per quanto riguarda la prima problematica essa rappresenta un'ipotesi dissolutoria particolare e per molti aspetti affascinanti ma fondata su di un dato normativo scarno. Necessario è stato sin da subito l'intervento degli organi di giustizia amministrativa, i quali hanno precisato e stabilito le modalità pratiche con cui le dimissioni contestuali, di oltre la metà dei consiglieri, devono essere presentate. Il Consiglio di Stato sul punto ha spiegato in che modo debba essere intesa la contestualità delle dimissioni, quale debba essere l'organo che dovrà riceverle e le modalità pratiche di presentazione delle stesse. In merito, infine, allo scioglimento dei Consigli per dimissioni del Sindaco e del Presidente della Provincia, individuato il quadro normativo di riferimento, si tenterà di risolvere il problema della revocabilità-irrevocabilità delle dimissioni. Premesso che, sia per l'ipotesi della presentazione contestuale delle dimissioni di oltre la metà dei consiglieri, sia per le dimissioni del Sindaco o del Presidente della Provincia il risultato sarà lo stesso ed ugualmente grave cioè lo scioglimento del Consiglio, perché solo nel primo caso le dimissioni assumono la veste di atto irrevocabile e non recettizio, mentre nella seconda ipotesi il legislatore concede al Sindaco un lasso di tempo, dalla loro presentazione al Consiglio, per eventuali ripensamenti?File | Dimensione | Formato | |
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