La specie maggiormente prodotta nell'area del Lago Maggiore è la Camellia japonica L. Il substrato utilizzato è a base di torba. Negli ultimi anni l'aumento del suo prezzo, dovuto ai costi di trasporto ed alla sua non rinnovabilità, e le problematiche di tipo ecologico hanno portato alla ricerca di materie prime in grado di sostituirla. Nella pratica colturale, problematiche di tipo ambientale vengono sollevate anche dall'impiego dei fitoregolatori, utilizzati per controllare lo sviluppo vegetativo e la fioritura. La presente tesi riguarda due prove sperimentali relative alla coltivazione in vaso della camelia, che hanno preso in esame l'impiego di substrati alternativi alla torba e l'applicazione di differenti trattamenti brachizzanti, con lo scopo di definire un protocollo colturale razionale ed eco-compatibile. Le sperimentazioni hanno preso in considerazione quattro cultivar. In totale sono stati saggiati, oltre al substrato standard (89% torba + 11% agrilite), dieci substrati in cui la torba è stata sostituita al 30-50% con uno o più materiali alternativi: compost, pomice, torba di cocco, corteccia di pino, gusci di nocciole, lolla di riso e fibra di cocco. Per quanto riguarda i fitoregolatori, sono stati posti a confronto sei trattamenti brachizzanti col paclobutrazolo, distribuito per aspersione una o due volte, e tre trattamenti col flurprimidol, distribuito sia per via fogliare che per via radicale, utilizzando come testimoni sia acqua (controllo negativo) e paclobutrazolo a 50 ppm (controllo positivo). Per valutare l'effetto dei substrati alternativi e dei trattamenti brachizzanti, sulle piante sono stati effettuati vari rilievi morfometrici, rilievi sulla produzione di boccioli e di fiori, misurazione indiretta del contenuto di clorofilla a livello fogliare, misurazione del colore delle foglie e dei fiori mediante l'utilizzo dello spettrofotometro, rilievo del peso fresco e del peso secco della parte aerea della pianta e osservazioni di tipo qualitativo sugli apparati radicali. L'analisi dei dati ottenuti nell'arco della sperimentazione ha permesso di eleggere la pomice, la corteccia di pino e la lolla di riso come i migliori sostituti della torba. In particolare, il substrato contenente la lolla di riso ha permesso contemporaneamente di produrre piante più compatte, di aumentare la produzione di fiori, di ottenere foglie con maggior contenuto in clorofilla e di ridurre la mortalità delle piante. Il substrato con il compost è risultato non adeguato per la coltivazione della camelia, avendo causato maggiore tasso di mortalità sulle piante (13%). Riguardo alla regolazione di crescita, le camelie trattate con paclobutrazolo e flurprimidol hanno mostrato una riduzione della taglia ed una maggiore produzione di fiori. La somministrazione di flurprimidol direttamente nel vaso, con dosaggio di 2 ppm, è risultata la più efficace nel contenere la taglia e nel garantire una produzione di fiori adeguata, riducendo al contempo l'indice di mortalità (-7%). Tale trattamento può essere considerato pertanto come il più appropriato, essendo anche il più basso tra i dosaggi testati. L'utilizzo su larga scala nel settore florovivaistico di substrati alternativi alla torba ed opportuni dosaggi di regolatori di crescita potranno permettere di ridurre l'impatto ambientale ed i costi di produzione, mantenendo comunque elevato il livello qualitativo della produzione.
Attività di ricerca per la coltivazione ecosostenibile di Camellia japonica L.
ORNELLI, FABIO
2009/2010
Abstract
La specie maggiormente prodotta nell'area del Lago Maggiore è la Camellia japonica L. Il substrato utilizzato è a base di torba. Negli ultimi anni l'aumento del suo prezzo, dovuto ai costi di trasporto ed alla sua non rinnovabilità, e le problematiche di tipo ecologico hanno portato alla ricerca di materie prime in grado di sostituirla. Nella pratica colturale, problematiche di tipo ambientale vengono sollevate anche dall'impiego dei fitoregolatori, utilizzati per controllare lo sviluppo vegetativo e la fioritura. La presente tesi riguarda due prove sperimentali relative alla coltivazione in vaso della camelia, che hanno preso in esame l'impiego di substrati alternativi alla torba e l'applicazione di differenti trattamenti brachizzanti, con lo scopo di definire un protocollo colturale razionale ed eco-compatibile. Le sperimentazioni hanno preso in considerazione quattro cultivar. In totale sono stati saggiati, oltre al substrato standard (89% torba + 11% agrilite), dieci substrati in cui la torba è stata sostituita al 30-50% con uno o più materiali alternativi: compost, pomice, torba di cocco, corteccia di pino, gusci di nocciole, lolla di riso e fibra di cocco. Per quanto riguarda i fitoregolatori, sono stati posti a confronto sei trattamenti brachizzanti col paclobutrazolo, distribuito per aspersione una o due volte, e tre trattamenti col flurprimidol, distribuito sia per via fogliare che per via radicale, utilizzando come testimoni sia acqua (controllo negativo) e paclobutrazolo a 50 ppm (controllo positivo). Per valutare l'effetto dei substrati alternativi e dei trattamenti brachizzanti, sulle piante sono stati effettuati vari rilievi morfometrici, rilievi sulla produzione di boccioli e di fiori, misurazione indiretta del contenuto di clorofilla a livello fogliare, misurazione del colore delle foglie e dei fiori mediante l'utilizzo dello spettrofotometro, rilievo del peso fresco e del peso secco della parte aerea della pianta e osservazioni di tipo qualitativo sugli apparati radicali. L'analisi dei dati ottenuti nell'arco della sperimentazione ha permesso di eleggere la pomice, la corteccia di pino e la lolla di riso come i migliori sostituti della torba. In particolare, il substrato contenente la lolla di riso ha permesso contemporaneamente di produrre piante più compatte, di aumentare la produzione di fiori, di ottenere foglie con maggior contenuto in clorofilla e di ridurre la mortalità delle piante. Il substrato con il compost è risultato non adeguato per la coltivazione della camelia, avendo causato maggiore tasso di mortalità sulle piante (13%). Riguardo alla regolazione di crescita, le camelie trattate con paclobutrazolo e flurprimidol hanno mostrato una riduzione della taglia ed una maggiore produzione di fiori. La somministrazione di flurprimidol direttamente nel vaso, con dosaggio di 2 ppm, è risultata la più efficace nel contenere la taglia e nel garantire una produzione di fiori adeguata, riducendo al contempo l'indice di mortalità (-7%). Tale trattamento può essere considerato pertanto come il più appropriato, essendo anche il più basso tra i dosaggi testati. L'utilizzo su larga scala nel settore florovivaistico di substrati alternativi alla torba ed opportuni dosaggi di regolatori di crescita potranno permettere di ridurre l'impatto ambientale ed i costi di produzione, mantenendo comunque elevato il livello qualitativo della produzione.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
334580_tesispecialisticaornellifabio.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
2.33 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.33 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/70982