¿Fare il pazzo per non andare in guerra¿ è un'espressione antica e diffusa che lascia intendere quanto la simulazione della malattia mentale sia stata e sia tutt'ora utilizzata frequentemente dall'uomo per evitare responsabilità di ordine civile e per sottrarsi o alleviare responsabilità penali. La necessità di fornire agli psicologi impegnati nella valutazione della simulazione gli strumenti adatti a tale scopo ha dato avvio a numerosi studi sull'argomento; senza alcuna pretesa di essere esaustivo questo lavoro si propone di offrire una panoramica su quelle che sono le conoscenze odierne sul fenomeno della simulazione e sugli strumenti attualmente a disposizione dei clinici per l'indagine di essa, con uno sguardo particolare alle problematiche peculiari dell'ambiente forense. La prima parte del lavoro si propone di definire il fenomeno della simulazione attraverso l'esposizione dei criteri generali che lo caratterizzano, sulla base delle definizioni e dei modelli utilizzati dalla ricerca nello studio in questo ambito; la simulazione della malattia mentale verrà secondariamente approfondita anche in relazione al comportamento ingannevole in senso esteso e ai vari studi sulla menzogna. Una volta inquadrato per linee generali, il fenomeno sarò discusso sulla base delle caratteristiche dei singoli disturbi mentali maggiormente simulati, i quali saranno esposti in modo da fornire un confronto tra i comportamenti e le dichiarazioni tipiche dei simulatori e quelli dei soggetti affetti da patologie mentali genuine. Successivamente saranno prese in considerazione quelle classi di disturbi che la psicopatologia pone al confine con la simulazione, per via delle caratteristiche ambigue che li contraddistinguono; mi riferisco ai Disturbi Fittizi e ai Disturbi Somatoformi, la cui comprensione risulta di importanza primaria per la diagnosi differenziale di simulazione. La parte finale del lavoro si focalizzerà su quelli che sono i due strumenti principali a disposizione dello psicologo forense: l'esame psicodiagnostico e il colloquio; di conseguenza saranno elencati e descritti brevemente sia gli strumenti psicodiagnostici di utilizzo quotidiano nella pratica psicologica utili alla rilevazione della simulazione, sia alcune interviste strutturate create ad hoc per indagare il fenomeno in questione. In conclusione verranno esposte le fasi del colloquio clinico per la valutazione della simulazione, gli elementi principali dell'osservazione clinica e le problematiche relative al rapporto esaminato-esaminatore nel contesto forense.

SIMULAZIONE E DISTURBI MENTALI IN AMBITO FORENSE

ABITANTE, ROSALIA
2008/2009

Abstract

¿Fare il pazzo per non andare in guerra¿ è un'espressione antica e diffusa che lascia intendere quanto la simulazione della malattia mentale sia stata e sia tutt'ora utilizzata frequentemente dall'uomo per evitare responsabilità di ordine civile e per sottrarsi o alleviare responsabilità penali. La necessità di fornire agli psicologi impegnati nella valutazione della simulazione gli strumenti adatti a tale scopo ha dato avvio a numerosi studi sull'argomento; senza alcuna pretesa di essere esaustivo questo lavoro si propone di offrire una panoramica su quelle che sono le conoscenze odierne sul fenomeno della simulazione e sugli strumenti attualmente a disposizione dei clinici per l'indagine di essa, con uno sguardo particolare alle problematiche peculiari dell'ambiente forense. La prima parte del lavoro si propone di definire il fenomeno della simulazione attraverso l'esposizione dei criteri generali che lo caratterizzano, sulla base delle definizioni e dei modelli utilizzati dalla ricerca nello studio in questo ambito; la simulazione della malattia mentale verrà secondariamente approfondita anche in relazione al comportamento ingannevole in senso esteso e ai vari studi sulla menzogna. Una volta inquadrato per linee generali, il fenomeno sarò discusso sulla base delle caratteristiche dei singoli disturbi mentali maggiormente simulati, i quali saranno esposti in modo da fornire un confronto tra i comportamenti e le dichiarazioni tipiche dei simulatori e quelli dei soggetti affetti da patologie mentali genuine. Successivamente saranno prese in considerazione quelle classi di disturbi che la psicopatologia pone al confine con la simulazione, per via delle caratteristiche ambigue che li contraddistinguono; mi riferisco ai Disturbi Fittizi e ai Disturbi Somatoformi, la cui comprensione risulta di importanza primaria per la diagnosi differenziale di simulazione. La parte finale del lavoro si focalizzerà su quelli che sono i due strumenti principali a disposizione dello psicologo forense: l'esame psicodiagnostico e il colloquio; di conseguenza saranno elencati e descritti brevemente sia gli strumenti psicodiagnostici di utilizzo quotidiano nella pratica psicologica utili alla rilevazione della simulazione, sia alcune interviste strutturate create ad hoc per indagare il fenomeno in questione. In conclusione verranno esposte le fasi del colloquio clinico per la valutazione della simulazione, gli elementi principali dell'osservazione clinica e le problematiche relative al rapporto esaminato-esaminatore nel contesto forense.
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