INTRODUZIONE Parlare di identità di genere vuol dire percorrere una strada che comprende, il genere genotipico, il genere fenotipico, l'identificazione di genere e l'orientamento sessuale i quali sono distinti gli uni dagli altri ma tra loro correlati. La scoperta della differenza anatomica nel bambino determina una svolta nello sviluppo psichico che ne influenza la dimensione relazionale e la percezione del proprio ¿essere maschio¿ o ¿essere femmina¿. Potremmo dire che per identità di genere si intende l'acquisizione conscia ed incoscia di appartenere al proprio sesso e non all'altro; tale acquisizione è un processo che ha inizio intorno al diciottesimo mese di vita e si stabilizza intorno ai tre anni (Stoller, 1968). Questa ricerca vuole: - Comprendere come i bambini arrivino a rappresentarsi la differenza ¿Maschio-Femmina¿, nei riguardi del proprio corpo e nei riguardi degli altri. - Evidenziare l'influenza culturale sulla percezione del genere. - Individuare, in base alle età scelte, la presenza delle fasi della Benjamin e di Gardner. Nella prima parte si espone il concetto di identità fin dalle origini, partendo dalle teorizzazioni di Stoller (1968) sull'identità di genere nominale per finire a quelle di Person e Ovesey (1983) sull'identità di ruolo di genere. La parte centrale si sofferma inizialmente sui concetti di: sesso biologico, identità di genere, ruolo di genere e orientamento sessuale per approfondire poi le problematiche e le influenze socio- culturali legate a tale tema. Nella parte finale espongo la mia ricerca, la quale vuole essere una continuazione di quella svolta da Vigna, Nissotti nel 2003 (su bambini fra i 3 e i 5 anni), ma proposta a bambini di età compresa tra i 5 e i 10 anni, proprio per valutare l'evoluzione che la rappresentazione mentale del genere ha nell'immaginario dei bambini. A tal proposito si sono voluti utilizzare tre strumenti differenti: - il colloquio semi-strutturato, per rilevare attraverso la verbalizzazione le conoscenze dei bambini sulla differenza di genere; - la somministrazione di foto, per valutare se e quanto l'influenza culturale agisca nella scelta del sesso assegnato e quali siano gli indicatori segnalati come elementi differenzianti; - il disegno, per permettere ai soggetti di esprimere il loro immaginario. Quest' ultimi hanno la capacità, non solo di riflettere l'unicità della personalità dei bambini, ma anche di esprimere l'elaborazione delle percezioni ed esperienze. Determinante è apparso per il mio lavoro il contributo della Benjamin secondo la quale la mente elabora la relazione con l'altro sia in quanto oggetto di proiezioni ed identificazioni, sia in quanto esterno ed indipendente. Una teoria questa che vede lo sviluppo soggettivo del bambino secondo una prospettiva relazionale nella quale è fondamentale il riconoscimento di se stesso e dell'altro in quanto soggetto. Importante è stato inoltre il contributo di Gardner (1982) il quale nel suo approfondito lavoro con i bambini e le attività artistiche, ha concluso che ci deve essere un effetto della sessualità che incide sulle modalità con cui i bambini molto piccoli si esprimono con l'arte. La società e la cultura certamente condizionano quello che disegnano i bambini e le bambine; le espressioni artistiche infantili si basano, per certi aspetti, sui tradizionali ruoli sessuali e sulle immagini inerenti la sessualità veicolate dai mass media e dalla letteratura.

Aspetti evolutivi dell'identità infantile: come il genere si con/fonde con l'essere

EVOLA, FRANCESCA
2008/2009

Abstract

INTRODUZIONE Parlare di identità di genere vuol dire percorrere una strada che comprende, il genere genotipico, il genere fenotipico, l'identificazione di genere e l'orientamento sessuale i quali sono distinti gli uni dagli altri ma tra loro correlati. La scoperta della differenza anatomica nel bambino determina una svolta nello sviluppo psichico che ne influenza la dimensione relazionale e la percezione del proprio ¿essere maschio¿ o ¿essere femmina¿. Potremmo dire che per identità di genere si intende l'acquisizione conscia ed incoscia di appartenere al proprio sesso e non all'altro; tale acquisizione è un processo che ha inizio intorno al diciottesimo mese di vita e si stabilizza intorno ai tre anni (Stoller, 1968). Questa ricerca vuole: - Comprendere come i bambini arrivino a rappresentarsi la differenza ¿Maschio-Femmina¿, nei riguardi del proprio corpo e nei riguardi degli altri. - Evidenziare l'influenza culturale sulla percezione del genere. - Individuare, in base alle età scelte, la presenza delle fasi della Benjamin e di Gardner. Nella prima parte si espone il concetto di identità fin dalle origini, partendo dalle teorizzazioni di Stoller (1968) sull'identità di genere nominale per finire a quelle di Person e Ovesey (1983) sull'identità di ruolo di genere. La parte centrale si sofferma inizialmente sui concetti di: sesso biologico, identità di genere, ruolo di genere e orientamento sessuale per approfondire poi le problematiche e le influenze socio- culturali legate a tale tema. Nella parte finale espongo la mia ricerca, la quale vuole essere una continuazione di quella svolta da Vigna, Nissotti nel 2003 (su bambini fra i 3 e i 5 anni), ma proposta a bambini di età compresa tra i 5 e i 10 anni, proprio per valutare l'evoluzione che la rappresentazione mentale del genere ha nell'immaginario dei bambini. A tal proposito si sono voluti utilizzare tre strumenti differenti: - il colloquio semi-strutturato, per rilevare attraverso la verbalizzazione le conoscenze dei bambini sulla differenza di genere; - la somministrazione di foto, per valutare se e quanto l'influenza culturale agisca nella scelta del sesso assegnato e quali siano gli indicatori segnalati come elementi differenzianti; - il disegno, per permettere ai soggetti di esprimere il loro immaginario. Quest' ultimi hanno la capacità, non solo di riflettere l'unicità della personalità dei bambini, ma anche di esprimere l'elaborazione delle percezioni ed esperienze. Determinante è apparso per il mio lavoro il contributo della Benjamin secondo la quale la mente elabora la relazione con l'altro sia in quanto oggetto di proiezioni ed identificazioni, sia in quanto esterno ed indipendente. Una teoria questa che vede lo sviluppo soggettivo del bambino secondo una prospettiva relazionale nella quale è fondamentale il riconoscimento di se stesso e dell'altro in quanto soggetto. Importante è stato inoltre il contributo di Gardner (1982) il quale nel suo approfondito lavoro con i bambini e le attività artistiche, ha concluso che ci deve essere un effetto della sessualità che incide sulle modalità con cui i bambini molto piccoli si esprimono con l'arte. La società e la cultura certamente condizionano quello che disegnano i bambini e le bambine; le espressioni artistiche infantili si basano, per certi aspetti, sui tradizionali ruoli sessuali e sulle immagini inerenti la sessualità veicolate dai mass media e dalla letteratura.
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