L'esame delle vicende dello Studium Generale, della sua costituzione e delle attività al suo interno svolte dagli insegnanti e dagli studenti, nonché la protezione accordatagli da pontefici e uomini di governo, induce a riflettere sull'importanza dell'istituzione universitaria. L'università di Mondovì venne fondata da Emanuele Filiberto per sopperire alla temporanea inutilizzabilità della sede torinese, occupata dai francesi. A questa nuova accademia egli conferì i medesimi diritti e privilegi che venivano riconosciuti a tutte le altre già costituite in Italia e in Europa, qualificando la sua concessione con i caratteri della perpetuità e della completezza. Lo Studium Generale monregalese non aveva, almeno dal punto di vista formale, nulla da temere. Al suo interno si sarebbero formati uomini di Chiesa e di Governo, che nel futuro sarebbero stati i componenti della nuova ¿classe dirigente¿. Poteva accedervi chiunque avesse un titolo di istruzione secondaria. L'istruzione primaria, ma soprattutto quella universitaria, erano in grado di migliorare le condizioni di vita non solo del soggetto, ma della popolazione intera. E si videro, nell'epoca medesima, i primi, sebbene rudimentali, esempi di sostegno alle classi più deboli, tra le quali però crescevano ragazzi meritevoli di accedere agli studi: alcuni soggetti benestanti, ma anche la Chiesa, provvidero ad istituire collegi dove ospitare i giovani e fornire loro assistenza, anche economica. È facile a questo punto intendere il ruolo che l'Università rivestì per la città di Mondovì, che all'epoca era annoverata tra le maggiori dei domini sabaudi.Lo Studium riempì di sé la vita monregalese, rese i cittadini più aperti agli stranieri e maggiormente ospitali. Il settore commerciale godette appieno dell'arrivo degli studenti e dei loro professori, ma anche di coloro che, spinti dalla curiosità, visitavano la città. Quando Mondovì venne spogliata del privilegio in seguito alla sentenza del Senato, nel 1566, la situazione sembrò crollare improvvisamente. Il fatto che Emanuele Filiberto sottolineasse che quello che era stato concesso, con suo decreto, qualche anno prima non veniva meno, non bastava a riempire nuovamente le aule, che si erano via via svuotate degli studenti e dei professori, partiti alla volta di Torino. I monregalesi avevano tentato di resistere con tutte le loro forze alle richieste fatte dai torinesi. Le ragioni dei monregalesi relative alla sussistenza in città dello Studio erano molte e valide. Resta da capire perché Emanuele Filiberto abbia voluto infine dare retta ai torinesi, i quali riuscirono, nel 1719, a far cancellare tutti i privilegi concessi, nel corso degli anni, alla città. Se si fossero infatti conservati i diritti sia all'una che all'altra Università, si sarebbe procurato un grande vantaggio, sia agli studenti, i quali sarebbero stati agevolati negli studi e nel conseguimento della laurea, poiché i loro mezzi sarebbero stati raddoppiati, sia agli Stati Sabaudi, i quali avrebbero potuto godere del lustro garantitogli da due grandi Università come erano e come sarebbero potute in seguito diventare, quella di Torino e quella di Mondovì.
Lo "Studium Generale" di Mondovì nei documenti dell'Archivio Comunale.
CHIECCHIO, LAURA
2009/2010
Abstract
L'esame delle vicende dello Studium Generale, della sua costituzione e delle attività al suo interno svolte dagli insegnanti e dagli studenti, nonché la protezione accordatagli da pontefici e uomini di governo, induce a riflettere sull'importanza dell'istituzione universitaria. L'università di Mondovì venne fondata da Emanuele Filiberto per sopperire alla temporanea inutilizzabilità della sede torinese, occupata dai francesi. A questa nuova accademia egli conferì i medesimi diritti e privilegi che venivano riconosciuti a tutte le altre già costituite in Italia e in Europa, qualificando la sua concessione con i caratteri della perpetuità e della completezza. Lo Studium Generale monregalese non aveva, almeno dal punto di vista formale, nulla da temere. Al suo interno si sarebbero formati uomini di Chiesa e di Governo, che nel futuro sarebbero stati i componenti della nuova ¿classe dirigente¿. Poteva accedervi chiunque avesse un titolo di istruzione secondaria. L'istruzione primaria, ma soprattutto quella universitaria, erano in grado di migliorare le condizioni di vita non solo del soggetto, ma della popolazione intera. E si videro, nell'epoca medesima, i primi, sebbene rudimentali, esempi di sostegno alle classi più deboli, tra le quali però crescevano ragazzi meritevoli di accedere agli studi: alcuni soggetti benestanti, ma anche la Chiesa, provvidero ad istituire collegi dove ospitare i giovani e fornire loro assistenza, anche economica. È facile a questo punto intendere il ruolo che l'Università rivestì per la città di Mondovì, che all'epoca era annoverata tra le maggiori dei domini sabaudi.Lo Studium riempì di sé la vita monregalese, rese i cittadini più aperti agli stranieri e maggiormente ospitali. Il settore commerciale godette appieno dell'arrivo degli studenti e dei loro professori, ma anche di coloro che, spinti dalla curiosità, visitavano la città. Quando Mondovì venne spogliata del privilegio in seguito alla sentenza del Senato, nel 1566, la situazione sembrò crollare improvvisamente. Il fatto che Emanuele Filiberto sottolineasse che quello che era stato concesso, con suo decreto, qualche anno prima non veniva meno, non bastava a riempire nuovamente le aule, che si erano via via svuotate degli studenti e dei professori, partiti alla volta di Torino. I monregalesi avevano tentato di resistere con tutte le loro forze alle richieste fatte dai torinesi. Le ragioni dei monregalesi relative alla sussistenza in città dello Studio erano molte e valide. Resta da capire perché Emanuele Filiberto abbia voluto infine dare retta ai torinesi, i quali riuscirono, nel 1719, a far cancellare tutti i privilegi concessi, nel corso degli anni, alla città. Se si fossero infatti conservati i diritti sia all'una che all'altra Università, si sarebbe procurato un grande vantaggio, sia agli studenti, i quali sarebbero stati agevolati negli studi e nel conseguimento della laurea, poiché i loro mezzi sarebbero stati raddoppiati, sia agli Stati Sabaudi, i quali avrebbero potuto godere del lustro garantitogli da due grandi Università come erano e come sarebbero potute in seguito diventare, quella di Torino e quella di Mondovì.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/70783