Le indagini di tipo fisico, applicate sui beni culturali, possono essere di tipo invasivo e non invasivo. A parità di informazioni ottenibili sono da preferire le indagini di tipo non invasivo, poiché non comportano il contatto con l'oggetto in esame e, pertanto, non avviene alcun prelievo e alcuna alterazione del materiale. Il progetto qui presentato è un lavoro di collaborazione tra il Dipartimento di Fisica dell'Università di Torino, l'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) di Torino e il Centro di Conservazione e Restauro ¿La Venaria Reale¿. Questa tesi nasce dal desiderio di utilizzare sempre nuove metodologie di indagine e in particolare si basa sullo sviluppo e calibrazione di un nuovo strumento di ¿imaging¿ digitale a raggi X, situato presso i laboratori del Dipartimento di Fisica di Torino. È un lavoro che può suscitare grande interesse poiché lo scopo, oltre quello di effettuare radiografie di immagini in 2D, è anche quello di utilizzarlo, successivamente, per realizzare tomografie su disparati oggetti di interesse culturale. Si presentano i primi risultati per la ricerca dei parametri ottimali procedendo, gradualmente, con valutazioni sulla risoluzione spaziale, dopo che sono state acquisite le prime immagini, e analizzati i profili di immagine dei campioni a nostra disposizione. Si è cercato di estrarre il maggior numero di informazioni dalle immagini radiografiche, sfruttando il diverso assorbimento degli elementi che compongono la materia. Le immagini, raccolte in dati digitali, sono facilmente modificabili e confrontabili. Questo permette di esaltare più velocemente alcune caratteristiche della stessa immagine, variando il contrasto, e di sopprimere altri fattori che possono contribuire al rumore di fondo. Le infomazioni ottenute, possono essere facilmente trasferite tra sedi diverse. Lo scopo è quello di calibrare al meglio lo strumento e di prendere confidenza sia con i vari programmi di acquisizione, sia soprattutto con il sistema nella sua completezza (rivelatore, sorgente, distanze). Poiché il campo dei beni culturali è vasto, si è pensato di spaziare nei vari settori andando ad analizzare campioni come quadri, icone su tavola, vasi, statuette, fino ad arrivare ad analizzare fiori (Sterlitzia) e foglie, per quanto riguarda il campo della botanica e un composto minerale (Geode), per quanto riguarda il campo della mineralogia. Tutto questo è servito per avere un'idea delle energie e della corrente da utilizzare per poter irraggiare il campione in questione e avere informazioni riguardo il suo profilo radiografico. In generale lo strumento ha risposto molto bene, rispetto alle nostre aspettative, considerando che il lavoro di calibrazione è un lavoro lungo e continuativo, poiché gli strumenti, per essere attendibili, devono essere controllati periodicamente. Il programma HiPic utilizzato ha permesso di ottenere buone informazioni dalle immagini radiografiche, ma si consiglia successivamente, di creare dei programmi complementari per poter ottenere più informazioni relative all'oggetto di interesse. Tale lavoro è da considerarsi come l'inizio di una continua ricerca sulle potenzialità di questo strumento, per poter, si spera presto, effettuare delle TAC degli stessi oggetti analizzati in questa tesi e ovviamente, in generale, da estendere a tutti quegli oggetti di grande interesse culturale.

Sviluppo e test di un apparato di "imaging" digitale con raggi X per applicazioni nel campo dei beni culturali

IUDICA, STEFANIA
2008/2009

Abstract

Le indagini di tipo fisico, applicate sui beni culturali, possono essere di tipo invasivo e non invasivo. A parità di informazioni ottenibili sono da preferire le indagini di tipo non invasivo, poiché non comportano il contatto con l'oggetto in esame e, pertanto, non avviene alcun prelievo e alcuna alterazione del materiale. Il progetto qui presentato è un lavoro di collaborazione tra il Dipartimento di Fisica dell'Università di Torino, l'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) di Torino e il Centro di Conservazione e Restauro ¿La Venaria Reale¿. Questa tesi nasce dal desiderio di utilizzare sempre nuove metodologie di indagine e in particolare si basa sullo sviluppo e calibrazione di un nuovo strumento di ¿imaging¿ digitale a raggi X, situato presso i laboratori del Dipartimento di Fisica di Torino. È un lavoro che può suscitare grande interesse poiché lo scopo, oltre quello di effettuare radiografie di immagini in 2D, è anche quello di utilizzarlo, successivamente, per realizzare tomografie su disparati oggetti di interesse culturale. Si presentano i primi risultati per la ricerca dei parametri ottimali procedendo, gradualmente, con valutazioni sulla risoluzione spaziale, dopo che sono state acquisite le prime immagini, e analizzati i profili di immagine dei campioni a nostra disposizione. Si è cercato di estrarre il maggior numero di informazioni dalle immagini radiografiche, sfruttando il diverso assorbimento degli elementi che compongono la materia. Le immagini, raccolte in dati digitali, sono facilmente modificabili e confrontabili. Questo permette di esaltare più velocemente alcune caratteristiche della stessa immagine, variando il contrasto, e di sopprimere altri fattori che possono contribuire al rumore di fondo. Le infomazioni ottenute, possono essere facilmente trasferite tra sedi diverse. Lo scopo è quello di calibrare al meglio lo strumento e di prendere confidenza sia con i vari programmi di acquisizione, sia soprattutto con il sistema nella sua completezza (rivelatore, sorgente, distanze). Poiché il campo dei beni culturali è vasto, si è pensato di spaziare nei vari settori andando ad analizzare campioni come quadri, icone su tavola, vasi, statuette, fino ad arrivare ad analizzare fiori (Sterlitzia) e foglie, per quanto riguarda il campo della botanica e un composto minerale (Geode), per quanto riguarda il campo della mineralogia. Tutto questo è servito per avere un'idea delle energie e della corrente da utilizzare per poter irraggiare il campione in questione e avere informazioni riguardo il suo profilo radiografico. In generale lo strumento ha risposto molto bene, rispetto alle nostre aspettative, considerando che il lavoro di calibrazione è un lavoro lungo e continuativo, poiché gli strumenti, per essere attendibili, devono essere controllati periodicamente. Il programma HiPic utilizzato ha permesso di ottenere buone informazioni dalle immagini radiografiche, ma si consiglia successivamente, di creare dei programmi complementari per poter ottenere più informazioni relative all'oggetto di interesse. Tale lavoro è da considerarsi come l'inizio di una continua ricerca sulle potenzialità di questo strumento, per poter, si spera presto, effettuare delle TAC degli stessi oggetti analizzati in questa tesi e ovviamente, in generale, da estendere a tutti quegli oggetti di grande interesse culturale.
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