L'allergia al lattice di gomma naturale è uno dei problemi principali e più frequenti nella medicina preventiva in ambito sanitario. L'estrema diffusione dei manufatti in lattice ha reso questa patologia uno dei problemi dal ruolo epidemiologico più rilevante. Inoltre, recenti studi hanno evidenziato come la sensibilizzazione al lattice interessi anche una parte della popolazione generale, non professionalmente esposta, elevando così tale allergia al rango di problema di sanità pubblica. La presente tesi ha per oggetto la revisione dei casi clinici dei pazienti venuti all'osservazione presso l'istituto di Medicina del Lavoro dell'Università di Torino nel periodo 1993-2009 per accertamenti relativi ad un sospetto di patologia professionale da lattice. L'analisi risulta incentrata sui test cutanei, sierologici e sul test di provocazione specifico (TPS) eseguito con i guanti di lattice. Il tipo di risposta ottenuta dal test di provocazione specifico (positiva o negativa) è stata messa in relazione con la durata dell'esposizione, durata e latenza dei sintomi in generale ed asmatici in particolare, e lo stato di atopia, allo scopo di valutare l'influenza di tali variabili del determinismo delle patologie sicuramente attribuibili ad una sensibilizzazione al lattice. Sono state inoltre messi in rapporto i risultati ottenuti dai test allergometrici (prick test, dosaggio Ig E specifiche) con l'esito del TPS per verificare la capacità discriminante delle due metodiche ossia la maggior attitudine a separare appropriatamente la popolazione in studio in malati e sani. Si è valutata inoltre la capacità di scatenamento dei sintomi delle due diverse metodiche di esposizione (sventolamento ed indossamento), al fine di valutare l'esatto ruolo della via inalatoria rispetto la cutanea nella genesi dei disturbi respiratori, oculorinitici e cutanei. Da tale studio il test di provocazione specifico (TPS) si è confermato, in generale ed anche nel caso specifico dell'asma occupazionale da lattice, come ¿gold standard¿ diagnostico in accordo con la più autorevole letteratura sull' argomento. Per quel che concerne la relazione tra la durata dell'esposizione, la durata e latenza dei sintomi e il risultato del TPS (positivo\negativo) non si sono osservate differenza significative. L'atopia è risultata un fattore confondente l'eziologia dei sintomi accusati dal paziente ed è stata frequentemente associata alla positività cutanea e/o sierologioca al lattice. Tuttavia non è un fattore influente il risultato del TPS. In fine la modalità di esecuzione del TPS con maggior capacità diagnostica è risultata essere quella per indossamneto, suggerendo quindi che la via cutanea rispetto a quella inalatoria è quella con maggiore capacità di indurre non solo una risposta cutanea (come appare ovvio), ma anche una risposta broncospastica.

UNA CONFERMA DEL TEST DI PROVOCAZIONE SPECIFICA COME GOLD STANDARD NELLA DIAGNOSI DI ALLERGIA PROFESSIONALE AL LATTICE

BARROERO, MAURO
2009/2010

Abstract

L'allergia al lattice di gomma naturale è uno dei problemi principali e più frequenti nella medicina preventiva in ambito sanitario. L'estrema diffusione dei manufatti in lattice ha reso questa patologia uno dei problemi dal ruolo epidemiologico più rilevante. Inoltre, recenti studi hanno evidenziato come la sensibilizzazione al lattice interessi anche una parte della popolazione generale, non professionalmente esposta, elevando così tale allergia al rango di problema di sanità pubblica. La presente tesi ha per oggetto la revisione dei casi clinici dei pazienti venuti all'osservazione presso l'istituto di Medicina del Lavoro dell'Università di Torino nel periodo 1993-2009 per accertamenti relativi ad un sospetto di patologia professionale da lattice. L'analisi risulta incentrata sui test cutanei, sierologici e sul test di provocazione specifico (TPS) eseguito con i guanti di lattice. Il tipo di risposta ottenuta dal test di provocazione specifico (positiva o negativa) è stata messa in relazione con la durata dell'esposizione, durata e latenza dei sintomi in generale ed asmatici in particolare, e lo stato di atopia, allo scopo di valutare l'influenza di tali variabili del determinismo delle patologie sicuramente attribuibili ad una sensibilizzazione al lattice. Sono state inoltre messi in rapporto i risultati ottenuti dai test allergometrici (prick test, dosaggio Ig E specifiche) con l'esito del TPS per verificare la capacità discriminante delle due metodiche ossia la maggior attitudine a separare appropriatamente la popolazione in studio in malati e sani. Si è valutata inoltre la capacità di scatenamento dei sintomi delle due diverse metodiche di esposizione (sventolamento ed indossamento), al fine di valutare l'esatto ruolo della via inalatoria rispetto la cutanea nella genesi dei disturbi respiratori, oculorinitici e cutanei. Da tale studio il test di provocazione specifico (TPS) si è confermato, in generale ed anche nel caso specifico dell'asma occupazionale da lattice, come ¿gold standard¿ diagnostico in accordo con la più autorevole letteratura sull' argomento. Per quel che concerne la relazione tra la durata dell'esposizione, la durata e latenza dei sintomi e il risultato del TPS (positivo\negativo) non si sono osservate differenza significative. L'atopia è risultata un fattore confondente l'eziologia dei sintomi accusati dal paziente ed è stata frequentemente associata alla positività cutanea e/o sierologioca al lattice. Tuttavia non è un fattore influente il risultato del TPS. In fine la modalità di esecuzione del TPS con maggior capacità diagnostica è risultata essere quella per indossamneto, suggerendo quindi che la via cutanea rispetto a quella inalatoria è quella con maggiore capacità di indurre non solo una risposta cutanea (come appare ovvio), ma anche una risposta broncospastica.
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