La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) può essere definita come una patologia neurodegenerativa caratterizzata da una paralisi muscolare progressiva che riflette la degenerazione dei motoneuroni nella corteccia motoria primaria, nel tronco cerebrale e nel midollo spinale. La scomparsa dei motoneuroni causa una progressiva atrofia muscolare a seguito della quale i muscoli volontari non ricevono più i comandi provenienti del cervello e, nel tempo, si atrofizzano portando a una paralisi progressiva degli arti e dei muscoli deputati alla deglutizione e alla parola. Al momento non esiste una cura specifica per la patologia. La ricerca scientifica sta facendo grossi passi avanti in questo campo ma la SLA resta ad oggi una malattia che conduce progressivamente alla morte. Se da un lato è vero che non si può parlare di ¿riabilitazione¿, dall'altro il lavoro di psicologi e neuropsicologi risulta essere fondamentale in tutte le diverse fasi della malattia. Le funzioni cognitive tendono infatti ad essere colpite in misura minore rispetto alle abilità motorie ed i pazienti si ritrovano intrappolati in un corpo che non risponde più ai comandi del cervello. La vita di queste persone diventa un susseguirsi di strategie di adattamento al cambiamento costante. È necessario intervenire cercando di sostenere il paziente nella relazione di cura, privilegiando l'ascolto sugli aspetti affettivi e cognitivi ed elaborando con lui le informazioni ricevute per prevenire il progredire dei vissuti di sofferenza prolungati, dati dal senso di impotenza e imprevedibilità. Cercare di capire l'impatto della malattia sulle funzioni cognitive diventa quindi fondamentale al fine di avere un quadro più chiaro della situazione globale del paziente ed offrire a lui e ai suoi caregivers il supporto adeguato.

Il deterioramento cognitivo associato alla Sclerosi Laterale Amiotrofica

BOSIA, CHIARA
2008/2009

Abstract

La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) può essere definita come una patologia neurodegenerativa caratterizzata da una paralisi muscolare progressiva che riflette la degenerazione dei motoneuroni nella corteccia motoria primaria, nel tronco cerebrale e nel midollo spinale. La scomparsa dei motoneuroni causa una progressiva atrofia muscolare a seguito della quale i muscoli volontari non ricevono più i comandi provenienti del cervello e, nel tempo, si atrofizzano portando a una paralisi progressiva degli arti e dei muscoli deputati alla deglutizione e alla parola. Al momento non esiste una cura specifica per la patologia. La ricerca scientifica sta facendo grossi passi avanti in questo campo ma la SLA resta ad oggi una malattia che conduce progressivamente alla morte. Se da un lato è vero che non si può parlare di ¿riabilitazione¿, dall'altro il lavoro di psicologi e neuropsicologi risulta essere fondamentale in tutte le diverse fasi della malattia. Le funzioni cognitive tendono infatti ad essere colpite in misura minore rispetto alle abilità motorie ed i pazienti si ritrovano intrappolati in un corpo che non risponde più ai comandi del cervello. La vita di queste persone diventa un susseguirsi di strategie di adattamento al cambiamento costante. È necessario intervenire cercando di sostenere il paziente nella relazione di cura, privilegiando l'ascolto sugli aspetti affettivi e cognitivi ed elaborando con lui le informazioni ricevute per prevenire il progredire dei vissuti di sofferenza prolungati, dati dal senso di impotenza e imprevedibilità. Cercare di capire l'impatto della malattia sulle funzioni cognitive diventa quindi fondamentale al fine di avere un quadro più chiaro della situazione globale del paziente ed offrire a lui e ai suoi caregivers il supporto adeguato.
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