La collocazione dell'educazione musicale nell'ordinamento scolastico è stata già da tempo dichiarata ed assunta; se ci si addentra nella ricerca delle radici epistemologiche che ne definiscono lo specifico valore di conoscenza rispetto alla realtà esterna ci si accorge, tuttavia, che il cammino verso un autentico riconoscimento non risulta ancora del tutto compiuto. Nel lavoro si cercherà di dimostrare come, negli anni, si sia riservata poca importanza, nella scuola di base, all'insegnamento dell'educazione musicale ed alla formazione di insegnanti di musica effettivamente competenti, e di come, soprattutto, all'insegnamento della musica non sia mai stata assegnata una collocazione centrale all'interno del curricolo, rispetto invece al considerarla ancora un insegnamento accessorio, per quanto piacevole. Muovendo dalle modifiche nell'ordinamento scolastico che hanno condotto ad una evoluzione migliorativa delle conoscenze musicali nella scuola e riprendendo l'ipotesi di Blacking che la musicalità sia un carattere universale e specifico della specie umana, sosterrò la convinzione che la musica, soprattutto nella ¿scuola di tutti¿, debba essere alla portata di ogni alunno e risultare centrale nel curricolo. A mio avviso, infatti, l'intelligenza musicale racchiude in sé elementi portanti delle altre intelligenze, specie di quelle logico-matematica e linguistica, apportando contributi significativi nello sviluppo emotivo, spirituale e culturale dei fanciulli, più specifici di quelli delle altre forme di intelligenza. Quest'indagine ha consolidato in me la convinzione che la scuola debba in primis favorire lo sviluppo della musicalità che è in ciascuno, elemento fondamentale nella crescita della persona, così da promuoverne l'integrazione delle diverse componenti: percettivo- motoria, cognitiva ed affettivo-sociale. Ho cercato di dimostrare come la musica, se posta semplicemente a fianco della storia, della geografia, della letteratura, delle scienze non mostri efficacemente la sua centralità, a differenza di quanto potrebbe accadere mediante la costruzione di percorsi in cui l'alunno abbia l'opportunità di ¿stare dentro¿ alla musica per guardare, secondo quella prospettiva, alla storia, alle scienze, alla letteratura. In Italia, fino a pochi anni fa, gli aspiranti docenti della scuola di base non fruivano di una specifica preparazione professionalizzante di livello universitario, situazione mutata grazie all'istituzione dei Corsi di Laurea in Scienze della Formazione Primaria. Tuttavia, per quanto riguarda la formazione musicale, la situazione permane poco entusiasmante, specie se messa a confronto con la situazione di altri paesi europei come la Spagna e la Svizzera. Nella nostra realtà scolastica, infatti, gli insegnanti delle scuole d'infanzia e primaria, benché in possesso di una specifica laurea abilitante, risultano troppo spesso carenti rispetto alla capacità di stilare adeguate programmazioni e gestioni di attività musicali in sezione o classe. Punto nodale del mio lavoro è risultato, pertanto, il difficile tema dell'integrazione tra le competenze musicali e pedagogiche nell'insegnante dei docenti, ancora esposti al rischio che la loro specifica formazione proceda su binari paralleli anziché integrati.
Competenze musicali e pedagogiche dell'insegnante di musica nella scuola di base
FACELLI, VALENTINA
2008/2009
Abstract
La collocazione dell'educazione musicale nell'ordinamento scolastico è stata già da tempo dichiarata ed assunta; se ci si addentra nella ricerca delle radici epistemologiche che ne definiscono lo specifico valore di conoscenza rispetto alla realtà esterna ci si accorge, tuttavia, che il cammino verso un autentico riconoscimento non risulta ancora del tutto compiuto. Nel lavoro si cercherà di dimostrare come, negli anni, si sia riservata poca importanza, nella scuola di base, all'insegnamento dell'educazione musicale ed alla formazione di insegnanti di musica effettivamente competenti, e di come, soprattutto, all'insegnamento della musica non sia mai stata assegnata una collocazione centrale all'interno del curricolo, rispetto invece al considerarla ancora un insegnamento accessorio, per quanto piacevole. Muovendo dalle modifiche nell'ordinamento scolastico che hanno condotto ad una evoluzione migliorativa delle conoscenze musicali nella scuola e riprendendo l'ipotesi di Blacking che la musicalità sia un carattere universale e specifico della specie umana, sosterrò la convinzione che la musica, soprattutto nella ¿scuola di tutti¿, debba essere alla portata di ogni alunno e risultare centrale nel curricolo. A mio avviso, infatti, l'intelligenza musicale racchiude in sé elementi portanti delle altre intelligenze, specie di quelle logico-matematica e linguistica, apportando contributi significativi nello sviluppo emotivo, spirituale e culturale dei fanciulli, più specifici di quelli delle altre forme di intelligenza. Quest'indagine ha consolidato in me la convinzione che la scuola debba in primis favorire lo sviluppo della musicalità che è in ciascuno, elemento fondamentale nella crescita della persona, così da promuoverne l'integrazione delle diverse componenti: percettivo- motoria, cognitiva ed affettivo-sociale. Ho cercato di dimostrare come la musica, se posta semplicemente a fianco della storia, della geografia, della letteratura, delle scienze non mostri efficacemente la sua centralità, a differenza di quanto potrebbe accadere mediante la costruzione di percorsi in cui l'alunno abbia l'opportunità di ¿stare dentro¿ alla musica per guardare, secondo quella prospettiva, alla storia, alle scienze, alla letteratura. In Italia, fino a pochi anni fa, gli aspiranti docenti della scuola di base non fruivano di una specifica preparazione professionalizzante di livello universitario, situazione mutata grazie all'istituzione dei Corsi di Laurea in Scienze della Formazione Primaria. Tuttavia, per quanto riguarda la formazione musicale, la situazione permane poco entusiasmante, specie se messa a confronto con la situazione di altri paesi europei come la Spagna e la Svizzera. Nella nostra realtà scolastica, infatti, gli insegnanti delle scuole d'infanzia e primaria, benché in possesso di una specifica laurea abilitante, risultano troppo spesso carenti rispetto alla capacità di stilare adeguate programmazioni e gestioni di attività musicali in sezione o classe. Punto nodale del mio lavoro è risultato, pertanto, il difficile tema dell'integrazione tra le competenze musicali e pedagogiche nell'insegnante dei docenti, ancora esposti al rischio che la loro specifica formazione proceda su binari paralleli anziché integrati.File | Dimensione | Formato | |
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