Validazione dell'ISOCAM Parallel Point-Source Catalogue

I worked at ESAC for a period of six months, from the 31 March to 30 September. My work consisted in checking of the ISOCAM Parallel Point Source Catalogue. This catalogue has been realized through the observations of the satellite ISO (Infrared Space Observatory) realized between the 1995 and the 1998 in the so-called parallel mode. The first step was to check the consistence between the Prime Mode and the Parallel Mode and between the flux with manual photometry and the flux found with the automatics algorithms. So we selected randomly 207 sources observed in the both modes and we performed the manual aperture photometry for each one. We also classified the sources in several ways according to the type, the background and the position in the detector. The comparison between the auto flux and the manual flux gave good results. In Prime the mean of the difference between the Auto flux and the Manual flux was about the 3% with a sigma of the 26%. In Parallel the mean of the difference between the two fluxes was about the -0.1% with a sigma of the 17%. To compare the two modes (Prime and Parallel) we selected the observations with the same optical settings. The sources which respected all conditions were 16. We found a good agreement between fluxes. The conclusion of this first part of work is that the automatic algorithms for the computation of the flux are reliable and Prime Mode and Parallel Mode are consistent. The second step of the work was to compare the ISOCAM Parallel Point Source Catalogue to other catalogues. We downloaded the flux in the bands B, V, J, H and K and, using the Kurucz model, we extrapolated the flux at 6.7 micron. All the data necessary for the interpolation were available for 222 sources. On average the fluxes of the ISOCAM Catalogue are lower of about the 7% than the interpolation made with the Kurucz model. We made an other comparison through the Spitzer Flux Estimator for Stellar Point Sources. This was possible for 19 sources for which the spectral type and the luminosity class were available. This is an other important comparison because the flux estimator gives the estimated fluxes in the wavelength 3.6 micron, 4.8 micron, 5.8 micron and 8.0 micron, so very close to the Parallel Mode wavelength. On average the fluxes of ISOCAM Catalogue are lower of about the 10% than the Spitzer estimation. The last comparison was made between the ISOCAM Catalogue and the real Spitzer observations. We obtained 165 good matches. Selecting only the Parallel sources with more than 10 readouts we obtained one more time that the Parallel fluxes were lower of about the 7% compared to Spitzer fluxes. After these three comparisons we can conclude that the fluxes of the ISOCAM Parallel observations are afflicted by a real shift toward the bottom of a value between the 7% and the 10% depending on the quality flags selected. We compared also the CAM Prime observations to the real Spitzer fluxes. This comparison We used some statistical methods to cut off the several wrong matches and at the end we found on average that CAM Prime fluxes are lower of about the 20% than the Spitzer fluxes.

Il lavoro di tesi è stato svolto allo European Space Astronomy Centre (ESAC) in Madrid. Il periodo di permanenza è stato di sei mesi, dal 31 Marzo al 30 Settembre dell'anno 2008. Il lavoro ha riguardato la comparazione dell'ISOCAM Parallel Point- Source Catalogue, un catalogo realizzato attraverso le osservazioni del telescopio spaziale Infrared Space Observatory realizzate tra il 1995 e il 1998 nel cosiddetto Parallel Mode. Il primo passo è stato quello di verificare la consistenza tra il Prime Mode e il Parallel Mode e tra i flussi ottenuti mediante gli algoritmi automatici e manualmente. Dunque sono state selezionate a caso 207 sorgenti osservate in entrambi i modi per le quali sono si è realizzata la fotometria manuale tramite XPHOT e diversi tipi di classificazioni visive. La comparazione tra il flusso automatico e quello manuale ha dato buoni risultati. In Prime si ottenuta una differenza media tra il flusso manuale e quello automatico pari al 3% con un RMS del 26%. Nella modalità Parallel si è riscontrata una differenza media del -0.1% con un RMS del 17% . Sono stati anche comparati anche i flussi luminosi delle stesse sorgenti osservate con gli stessi settaggi nei due modi. Tali condizione erano rispettata da 16 sorgenti, si è riscontrato un ottimo accordo tra i flussi. La conclusione di questa prima parte di lavoro è che le due modalità sono consistenti sia per quanto riguarda la computazione del flusso luminoso sia per quanto riguarda l'accordo delle intensità luminose a parità di configurazione. La seconda parte del lavoro è stata quella di comparare l'ISOCAM Parallel Point-Source Catalogue con altri cataloghi in altre bande dello spettro. La prima comparazione è stata realizzata attraverso lo Spitzer Flux Estimator for Stellar Point Sources. Questo è un tool che simula il flusso di una sorgente nelle quattro bande osservate dal telescopio spaziale Spitzer: 3.6 micron, 4.8 micron, 5.8 micron and 8.0 micron. Soltanto per 19 sorgenti erano disponibili tutte le informazioni utili per eseguire la simulazione, in media i flussi dell'IPPSC sono il 10% più bassi rispetto ai flussi simulati. La seconda comparazione è stata eseguita attraverso il modello di Kurucz. E' stato necessario ottenere i flussi nelle bande B, V, J, H e K, tali dati erano disponibili per 222 sorgenti. In media i flussi visti da ISOCAM risultano il 7% più bassi rispetto a quelli ottenuti mediante l'interpolazione. Ciò va a confermare il risultato precedente. L'ultima comparazione è stata eseguita attraverso i flussi reali osservati dal telescopio spaziale Spitzer. Sono state ottenute 165 corrispondenze che rispettavano diversi criteri di attendibilità e la conclusione e che in media i flussi di ISOCAM sono il 10% più bassi rispetto a quelli di Spitzer. Andando a selezionare solo le sorgenti con più di 10 readouts lo schift invece ammonta al 7% confermando esattamente il risultato ottenuto attraverso il modello di Kurucz. Dopo queste tre comparazione è possibile concludere che i flussi luminosi dell'IPPSC sono effettivamente afflitti da uno schift verso il basso che va dal -7% al -10% a seconda della qualità dell'osservazione. Sono stati comparati anche le osservazioni Prime con Spitzer, il risultato è che in media le sorgenti Prime presentano flussi il 23% più bassi rispetto rispetto a quelli di Spitzer, questo ridimensiona in parte lo schift riscontrato nell'IPPSC.