Dalle origini ad oggi il mondo del cinema e delle pellicole cinematografiche ha visto numerose innovazioni, dal cambiamento del materiale di supporto, all'introduzione del colore e del sonoro. Per questo entrando oggi in una cineteca è possibile trovare pellicole cinematografiche diverse fra loro, in particolare dal punto di vista della composizione; tale convivenza risulta però critica, in quanto le varie tipologie avrebbero bisogno di cure e attenzioni differenti. Lo scopo di questa tesi è quello di definire le condizioni più idonee ai fini della conservazione, approfondendo sia le varie tipologie di pellicole, che le principali cause di degrado a cui esse sono soggette (chimico, fisico-meccanico e biologico). Il lavoro è stato svolto in parte presso la Cineteca del Museo Nazionale del Cinema di Torino ed in parte presso il Dipartimento di Chimica IFM dell'Università degli Studi di Torino. Nella prima sede sono state condotte: la valutazione dello stato di conservazione delle pellicole; la catalogazione in un database delle loro principali caratteristiche e delle tipologie di degrado presenti su di esse; il controllo dell'acidità su 811 pellicole. Sono inoltre stati prelevati 12 campioni rappresentativi delle diverse tipologie presenti in cineteca, che sono poi stati esaminati in dipartimento tramite caratterizzazione chimica FTIR/ATR. Preliminarmente ad esse, è stata effettuata un'accurata ricerca bibliografica, al fine di valutare lo stato dell'arte delle conoscenze riguardanti la conservazione del materiale audiovisivo contenuto nelle cineteche. Nella prima parte della tesi, vengono illustrati i diversi tipi di pellicole cinematografiche che si sono succeduti nel corso della storia, le problematiche a cui essi possono andare incontro se conservati in modo non adeguato e gli standard a livello internazionale per la loro salvaguardia. La seconda parte è focalizzata sulle diverse possibilità di controllo e monitoraggio ambientale all'interno delle cineteche, mentre la terza si concentra sui possibili metodi di caratterizzazione utilizzabili per la valutazione del degrado delle pellicole. Nell'ultima parte sono riportati i risultati del controllo e della caratterizzazione ottenuti nel corso della tesi: dai dati ottenuti sperimentalmente su un campione rappresentativo dell'intera collezione, è stato possibile trarre alcune considerazioni sulle principali cause di degrado legate sia alle caratteristiche proprie della pellicola che alle condizioni ambientali di conservazione. Fra le prime vi sono: il positivo cinematografico, rispetto al negativo, il sonoro magnetico, rispetto al sonoro ottico e al muto, e il materiale di supporto, risultato di tre tipologie ad un controllo visivo e dell'acidità e ridotte a due dopo l'esame chimico; fra le seconde vi sono invece: la vicinanza a fonti di luce o di calore e l'assenza di ricambio d'aria. In definitiva però, per evitare qualsiasi tipo di degrado, l'unico metodo applicabile è la prevenzione, basata su specifiche accortezze per l'immagazzinamento, la manipolazione e la conservazione. Quest'ultima in particolare consiste nel suddividere le pellicole in base alle loro caratteristiche e nel collocarle in ambienti idonei alla loro conservazione, con un controllo attivo e sistematico dei parametri ambientali quali temperatura e umidità relativa, che devono essere mantenuti entro certi valori, diversi per ogni tipologia di pellicola. Infine, per le pellicole che manifestano già delle forme di degrado in atto, occorre individuarne le condizioni e la tipologia (chimica, biologica e fisico-meccanica), in modo da poter intervenire tempestivamente e con trattamenti specifici. Inoltre, per evitare di sottoporre gli originali agli sbalzi termoigrometrici e alle eccessive sollecitazioni meccaniche che avvengono durante i prestiti, una pratica consigliata è la duplicazione della pellicola stessa.
Problematiche e metodologie di conservazione delle pellicole cinematografiche
SABBATELLI, ROBERTA
2007/2008
Abstract
Dalle origini ad oggi il mondo del cinema e delle pellicole cinematografiche ha visto numerose innovazioni, dal cambiamento del materiale di supporto, all'introduzione del colore e del sonoro. Per questo entrando oggi in una cineteca è possibile trovare pellicole cinematografiche diverse fra loro, in particolare dal punto di vista della composizione; tale convivenza risulta però critica, in quanto le varie tipologie avrebbero bisogno di cure e attenzioni differenti. Lo scopo di questa tesi è quello di definire le condizioni più idonee ai fini della conservazione, approfondendo sia le varie tipologie di pellicole, che le principali cause di degrado a cui esse sono soggette (chimico, fisico-meccanico e biologico). Il lavoro è stato svolto in parte presso la Cineteca del Museo Nazionale del Cinema di Torino ed in parte presso il Dipartimento di Chimica IFM dell'Università degli Studi di Torino. Nella prima sede sono state condotte: la valutazione dello stato di conservazione delle pellicole; la catalogazione in un database delle loro principali caratteristiche e delle tipologie di degrado presenti su di esse; il controllo dell'acidità su 811 pellicole. Sono inoltre stati prelevati 12 campioni rappresentativi delle diverse tipologie presenti in cineteca, che sono poi stati esaminati in dipartimento tramite caratterizzazione chimica FTIR/ATR. Preliminarmente ad esse, è stata effettuata un'accurata ricerca bibliografica, al fine di valutare lo stato dell'arte delle conoscenze riguardanti la conservazione del materiale audiovisivo contenuto nelle cineteche. Nella prima parte della tesi, vengono illustrati i diversi tipi di pellicole cinematografiche che si sono succeduti nel corso della storia, le problematiche a cui essi possono andare incontro se conservati in modo non adeguato e gli standard a livello internazionale per la loro salvaguardia. La seconda parte è focalizzata sulle diverse possibilità di controllo e monitoraggio ambientale all'interno delle cineteche, mentre la terza si concentra sui possibili metodi di caratterizzazione utilizzabili per la valutazione del degrado delle pellicole. Nell'ultima parte sono riportati i risultati del controllo e della caratterizzazione ottenuti nel corso della tesi: dai dati ottenuti sperimentalmente su un campione rappresentativo dell'intera collezione, è stato possibile trarre alcune considerazioni sulle principali cause di degrado legate sia alle caratteristiche proprie della pellicola che alle condizioni ambientali di conservazione. Fra le prime vi sono: il positivo cinematografico, rispetto al negativo, il sonoro magnetico, rispetto al sonoro ottico e al muto, e il materiale di supporto, risultato di tre tipologie ad un controllo visivo e dell'acidità e ridotte a due dopo l'esame chimico; fra le seconde vi sono invece: la vicinanza a fonti di luce o di calore e l'assenza di ricambio d'aria. In definitiva però, per evitare qualsiasi tipo di degrado, l'unico metodo applicabile è la prevenzione, basata su specifiche accortezze per l'immagazzinamento, la manipolazione e la conservazione. Quest'ultima in particolare consiste nel suddividere le pellicole in base alle loro caratteristiche e nel collocarle in ambienti idonei alla loro conservazione, con un controllo attivo e sistematico dei parametri ambientali quali temperatura e umidità relativa, che devono essere mantenuti entro certi valori, diversi per ogni tipologia di pellicola. Infine, per le pellicole che manifestano già delle forme di degrado in atto, occorre individuarne le condizioni e la tipologia (chimica, biologica e fisico-meccanica), in modo da poter intervenire tempestivamente e con trattamenti specifici. Inoltre, per evitare di sottoporre gli originali agli sbalzi termoigrometrici e alle eccessive sollecitazioni meccaniche che avvengono durante i prestiti, una pratica consigliata è la duplicazione della pellicola stessa.File | Dimensione | Formato | |
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