I pascoli alpini costituiscono un patrimonio di grande valore dal punto di vista dell'ecosistema e del paesaggio. Per secoli hanno rappresentato una valida risorsa economica per le comunità montane, che oggi risulta spesso abbandonata oppure sfruttata in modo irrazionale. Questo si ripercuote sulla biodiversità, che va riducendosi in quei pascoli la cui gestione non tiene conto degli effetti sull'ambiente. In particolare gli effetti del pascolamento sono numerosi e agiscono a più livelli e su più componenti dell'ecosistema del pascolo (suolo, vegetazione e fauna). L'utilizzo di bioindicatori per saggiare le risposte delle comunità vegetali e animali a variazioni ambientali è sempre più diffuso come punto di partenza per studi ecologici dettagliati. I coleotteri Carabidae, a tale scopo, si sono dimostrati in diverse occasioni un ottimo strumento di bioindicazione. Per indagare gli effetti dell'iperpascolo sono stati scelti due siti (Vallone del Gesso della Valletta e Vallone di Lourousa) all'interno del Parco Regionale naturale delle Alpi Marittime (CN). Uno dei due è stato individuato come focal site dall'European Distribute Institute of Taxonomy, nell'ambito del progetto ATBI (All Taxa Biodiversity Inventory), il cui obiettivo è quello di censire e monitorare la biodiversità nel Parco. Il Vallone del Gesso della Valletta presenta un'area intensamente pascolata, mentre nel Vallone di Lourousa è presente un ex pascolo, sfruttato in modo estensivo fino a una decina di anni fa. Per i campionamenti, sono stati scelti diversi tipi pastorali caratterizzati dalla diversa intensità di sfruttamento del pascolo. Tra le tipologie compaiono pascoli tendenzialmente naturaliformi (tipo a Festuca ovina e a Festuca scabriculmis), alcuni mediamente trasformati (tipo a Festuca rubra) e altri caratterizzati dalla presenza di pascoli intensamente sfruttati e trasformati (tipo a Poetum supinae e Rumicetum alpini). I campionamenti sono stati effettuati tramite pitfall traps da giugno a settembre 2009. Oltre alle indagini preliminari sulle cenosi delle due valli sono state fatte analisi volte a studiare la selezione di habitat e la scomposizione della diversità. I dati sono stati trattati con diversi metodi statistici (Principal Component Analysis, General Linear Models , IndVal, Additive Partitioning) operando inoltre confronti con i dati riguardanti altri gruppi di artropodi (Araneae e coleotteri Scarabeoidea coprofagi). I carabidi, presi nella loro totalità e confrontati con altri artropodi biondicatori, non sembrano il gruppo ideale per indagare le variazioni della biodiversità causate dal pascolo nell'ecosistema delle praterie alpine. Tuttavia scomponendo la cenosi sulla base dello stato alare si osservano differenze significative. Le specie brachittere (ali regredite, non volatrici) selezionano gli habitat in modo più marcato, dimostrando un'ecologia più specializzata. Al contrario, le specie macrottere (ali funzionali, volatrici) si dimostrano più generaliste e non forniscono informazioni significative riguardo ai differenti tipi pastorali. L'analisi ecologica delle specie brachittere indica come, all'interno di un pascolo, ambienti più eterogenei favoriscano sicuramente la ricchezza specifica e l'abbondanza di questi coleotteri. Questa condizione di eterogeneità, intermedia rispetto ad un pascolamento intensivo ed una prateria alpina non pascolata, può essere mantenuta con una pratica pastorale svolta con scrupolo, che permetta l'integrazione delle attività agro-pastorali con quelle conservazionistiche del Parco.

Indagini ecologiche sulle cenosi ad artropodi dei pascoli del Parco Naturale Alpi Marittime, con particolare riferimento ai coleotteri carabidi

CHIAPPETTA, GABRIELE
2007/2008

Abstract

I pascoli alpini costituiscono un patrimonio di grande valore dal punto di vista dell'ecosistema e del paesaggio. Per secoli hanno rappresentato una valida risorsa economica per le comunità montane, che oggi risulta spesso abbandonata oppure sfruttata in modo irrazionale. Questo si ripercuote sulla biodiversità, che va riducendosi in quei pascoli la cui gestione non tiene conto degli effetti sull'ambiente. In particolare gli effetti del pascolamento sono numerosi e agiscono a più livelli e su più componenti dell'ecosistema del pascolo (suolo, vegetazione e fauna). L'utilizzo di bioindicatori per saggiare le risposte delle comunità vegetali e animali a variazioni ambientali è sempre più diffuso come punto di partenza per studi ecologici dettagliati. I coleotteri Carabidae, a tale scopo, si sono dimostrati in diverse occasioni un ottimo strumento di bioindicazione. Per indagare gli effetti dell'iperpascolo sono stati scelti due siti (Vallone del Gesso della Valletta e Vallone di Lourousa) all'interno del Parco Regionale naturale delle Alpi Marittime (CN). Uno dei due è stato individuato come focal site dall'European Distribute Institute of Taxonomy, nell'ambito del progetto ATBI (All Taxa Biodiversity Inventory), il cui obiettivo è quello di censire e monitorare la biodiversità nel Parco. Il Vallone del Gesso della Valletta presenta un'area intensamente pascolata, mentre nel Vallone di Lourousa è presente un ex pascolo, sfruttato in modo estensivo fino a una decina di anni fa. Per i campionamenti, sono stati scelti diversi tipi pastorali caratterizzati dalla diversa intensità di sfruttamento del pascolo. Tra le tipologie compaiono pascoli tendenzialmente naturaliformi (tipo a Festuca ovina e a Festuca scabriculmis), alcuni mediamente trasformati (tipo a Festuca rubra) e altri caratterizzati dalla presenza di pascoli intensamente sfruttati e trasformati (tipo a Poetum supinae e Rumicetum alpini). I campionamenti sono stati effettuati tramite pitfall traps da giugno a settembre 2009. Oltre alle indagini preliminari sulle cenosi delle due valli sono state fatte analisi volte a studiare la selezione di habitat e la scomposizione della diversità. I dati sono stati trattati con diversi metodi statistici (Principal Component Analysis, General Linear Models , IndVal, Additive Partitioning) operando inoltre confronti con i dati riguardanti altri gruppi di artropodi (Araneae e coleotteri Scarabeoidea coprofagi). I carabidi, presi nella loro totalità e confrontati con altri artropodi biondicatori, non sembrano il gruppo ideale per indagare le variazioni della biodiversità causate dal pascolo nell'ecosistema delle praterie alpine. Tuttavia scomponendo la cenosi sulla base dello stato alare si osservano differenze significative. Le specie brachittere (ali regredite, non volatrici) selezionano gli habitat in modo più marcato, dimostrando un'ecologia più specializzata. Al contrario, le specie macrottere (ali funzionali, volatrici) si dimostrano più generaliste e non forniscono informazioni significative riguardo ai differenti tipi pastorali. L'analisi ecologica delle specie brachittere indica come, all'interno di un pascolo, ambienti più eterogenei favoriscano sicuramente la ricchezza specifica e l'abbondanza di questi coleotteri. Questa condizione di eterogeneità, intermedia rispetto ad un pascolamento intensivo ed una prateria alpina non pascolata, può essere mantenuta con una pratica pastorale svolta con scrupolo, che permetta l'integrazione delle attività agro-pastorali con quelle conservazionistiche del Parco.
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