Fifteen fragments of Ghaznavid glazed pottery (11th-12th centuries) were investigated by SEM-EDS. The finds come from Lashkar-i Bazar and Bust (southern Afghanistan), where the French Archaeological Mission directed by Daniel Schlumberger (1948-1953) excavated a remarkable quantity of pottery, in part presented to the International Museum of Ceramics in Faenza (MIC). The obtained results give us the possibility to trace most of these fragments back to the underglazed painted ceramic production: this decorative technique is associated with calcareous clayey bodies (CaO 11-17%, MgO 4-6%, Al2O3 13-16%, Fe2O3 6-8%) coated by a lead glaze onto a clayey white (SiO2 50-60%, Al2O3 30-40%, Fe2O3 < 1%), red (SiO2 60- 70%, Al2O3 15-20%, Fe2O3 6-9%) or black engobe (one sample: SiO2 51%, Al2O3 10%, Fe2O3 7.8%) and both monochrome and polychrome decoration, obtained by clayey pigments. It appears that glazes (50- 100 μm thick, PbO 50-70%, Na2O+K2O 1-2%) were obtained by mixing lead compounds with silica and a small quantity of clay. The most interesting results concern pigments containing chromium or manganese compounds applied onto the engobe by use of a siliceous suspension, rather than directly. Furthermore, we analysed a sample featuring a painted and incised engobe and two samples coated by a monochrome green glaze (CuO 2-3%). The last fragment is coated by a turquoise, tin, alkali-lead glaze (CuO 1.8%, SnO2 4%). This investigation confirms the analytical potential of the SEM-EDS technique on a multi-layered ceramic system. The study is a further contribution to scientific research in the field of cultural heritage and strengthens the importance of chemical investigation on archaeological ceramics: the comparison between our results and results already known by scientific and historical literature allows the reconstruction of specific ceramic production.
Quindici frammenti di ceramica invetriata appartenenti alla produzione ghaznavide (XI-XII secolo) sono stati oggetto di una caratterizzazione tecnologica per mezzo della tecnica SEM-EDS. I reperti provengono dalle località di Lashkar-i Bazar e di Bust, situate nell'area meridionale dell'odierno Afghanistan, dove la Missione Archeologica Francese guidata da Daniel Schlumberger (1948- 1953) ha portato alla luce una notevole quantità di materiale ceramico, in parte donato al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza (MIC). I risultati ottenuti consentono di ricondurre la maggior parte dei reperti studiati alla produzione di ceramica dipinta sottovetro: la tecnica decorativa è associata a corpi argillosi calcarei (CaO 11-17%, MgO 4-6%, Al2O3 13-16%, Fe2O3 6-8%) rivestiti da un'invetriatura al piombo su ingobbio argilloso bianco (SiO2 50-60%, Al2O3 30-40%, Fe2O3 < 1%), rosso (SiO2 60-70%, Al2O3 15-20%, Fe2O3 6-9%) o nero (un solo campione: SiO2 51%, Al2O3 10%, Fe2O3 7.8%) e decorazione sia monocroma che policroma realizzata con pigmenti a base di argilla. Le analisi suggeriscono che le invetriature piombifere (50-100 μm di spessore, PbO 50-70%, Na2O+K2O 1-2%) sono state ottenute con composti di piombo mescolati a silice e poca quantità di argilla. Tra i pigmenti utilizzati per le decorazioni, quelli di maggiore interesse sono i composti contenenti cromo o manganese, stesi sull'ingobbio mediante sospensioni silicee, piuttosto che applicati in modo diretto. Inoltre, si riscontrano un esemplare con decorazione dipinta e sgraffita e due caratterizzati da invetriature monocrome di colore verde (CuO 2-3%). L'ultimo frammento analizzato si contraddistingue per una vetrina piombo alcalina di colore turchese contenente SnO2 come agente opacizzante (4%) e CuO (1.8%) come agente colorante. La caratterizzazione tecnologica di reperti invetriati conferma le potenzialità analitiche della tecnica SEM-EDS, in particolare per lo studio di sistemi ceramici multistrato. Il lavoro svolto si presenta quindi come un ulteriore contributo alla ricerca scientifica nel settore dei beni culturali e avvalora l'importanza delle indagini chimiche nel campo delle ceramiche archeologiche, dove il confronto dei dati ottenuti con quelli noti dalla letteratura storica e scientifica dedicata, consente la ricostruzione di specifiche produzioni ceramiche.
STUDIO MEDIANTE TECNICA SEM-EDS DELLA TECNOLOGIA DI PRODUZIONE DI MATERIALE CERAMICO INVETRIATO DI EPOCA GHAZNAVIDE
GIANNINI, RITA
2007/2008
Abstract
Quindici frammenti di ceramica invetriata appartenenti alla produzione ghaznavide (XI-XII secolo) sono stati oggetto di una caratterizzazione tecnologica per mezzo della tecnica SEM-EDS. I reperti provengono dalle località di Lashkar-i Bazar e di Bust, situate nell'area meridionale dell'odierno Afghanistan, dove la Missione Archeologica Francese guidata da Daniel Schlumberger (1948- 1953) ha portato alla luce una notevole quantità di materiale ceramico, in parte donato al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza (MIC). I risultati ottenuti consentono di ricondurre la maggior parte dei reperti studiati alla produzione di ceramica dipinta sottovetro: la tecnica decorativa è associata a corpi argillosi calcarei (CaO 11-17%, MgO 4-6%, Al2O3 13-16%, Fe2O3 6-8%) rivestiti da un'invetriatura al piombo su ingobbio argilloso bianco (SiO2 50-60%, Al2O3 30-40%, Fe2O3 < 1%), rosso (SiO2 60-70%, Al2O3 15-20%, Fe2O3 6-9%) o nero (un solo campione: SiO2 51%, Al2O3 10%, Fe2O3 7.8%) e decorazione sia monocroma che policroma realizzata con pigmenti a base di argilla. Le analisi suggeriscono che le invetriature piombifere (50-100 μm di spessore, PbO 50-70%, Na2O+K2O 1-2%) sono state ottenute con composti di piombo mescolati a silice e poca quantità di argilla. Tra i pigmenti utilizzati per le decorazioni, quelli di maggiore interesse sono i composti contenenti cromo o manganese, stesi sull'ingobbio mediante sospensioni silicee, piuttosto che applicati in modo diretto. Inoltre, si riscontrano un esemplare con decorazione dipinta e sgraffita e due caratterizzati da invetriature monocrome di colore verde (CuO 2-3%). L'ultimo frammento analizzato si contraddistingue per una vetrina piombo alcalina di colore turchese contenente SnO2 come agente opacizzante (4%) e CuO (1.8%) come agente colorante. La caratterizzazione tecnologica di reperti invetriati conferma le potenzialità analitiche della tecnica SEM-EDS, in particolare per lo studio di sistemi ceramici multistrato. Il lavoro svolto si presenta quindi come un ulteriore contributo alla ricerca scientifica nel settore dei beni culturali e avvalora l'importanza delle indagini chimiche nel campo delle ceramiche archeologiche, dove il confronto dei dati ottenuti con quelli noti dalla letteratura storica e scientifica dedicata, consente la ricostruzione di specifiche produzioni ceramiche.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
315391_tesi.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
53.23 MB
Formato
Adobe PDF
|
53.23 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/70601