I regimi terapeutici HAART (Highly Active Antiretroviral Therapy) basati sugli Inibitori della Proteasi (PIs), tra cui il Ritonavir (RTV), hanno assunto particolare rilevanza nel trattamento delle infezioni dell'HIV, non solo per la loro efficacia nella soppressione della viremia e nel mantenimento di un adeguato livello di cellule CD4+, ma anche per il minor rischio di resistenze che il loro uso comporta. Attualmente il trattamento con Ritonavir in monoterapia, seppur abbia mostrato in passato un'elevata potenza antiretrovirale, è stato sospeso perché il dosaggio terapeutico (600 mg due volte al giorno) è risultato associato a intollerabili effetti collaterali. Tuttavia il RTV è ancora incluso nei regimi terapeutici suggeriti dalle linee guida internazionali per il trattamento dell'HIV, ma sempre a basse dosi (100 o 200 mg), in associazione ad un secondo PI e in qualità di agente booster, ovvero come sostanza che migliora il profilo farmacocinetico del PI con cui è cosomministrato, incrementandone la biodisponibilità e l'efficacia terapeutica. I parametri farmacocinetici-farmacodinamici presenti in letteratura per discriminare un dosaggio terapeutico da uno subterapeutico di RTV fanno riferimento alle concentrazioni plasmatiche di farmaco, più facilmente monitorabili con il Therapeutic Drug Monitoring (TDM) rispetto a quelle intracellulari. Tuttavia la quota di farmaco che effettivamente svolge un'azione antiretrovirale è quella che riesce a penetrare nelle cellule infette, di conseguenza le concentrazioni intracellulari del RTV e degli altri PIs dovrebbero essere più rilevanti nella definizione dell'efficacia e dell'eventuale tossicità della terapia, ma non esiste uno standard metodologico al momento. L'obiettivo di questo studio, pertanto, è stato quello di dosare, in pazienti HIV-sieropositivi sottoposti ad un regime terapeutico RTV-boosted-PIs (combinazione di un PI a dose piena con RTV a basse dosi), le concentrazioni plasmatiche ed intracellulari (in PBMCs, cellule mononucleate di sangue periferico) del RTV e del secondo PI. Per i dosaggi plasmatici è stato utilizzato un metodo HPLC-PDA già validato presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica e Farmacogenetica dell'Osp. Amedeo di Savoia di Torino (A. D'Avolio et al., 2008), mentre per i dosaggi intracellulari è stato utilizzato un metodo HPLC-MS in fase di pubblicazione, sviluppato, validato e ottimizzato presso lo stesso Laboratorio. Particolare importanza ha assunto il metodo di conta cellulare e la normalizzazione delle concentrazioni ottenute per il volume medio cellulare di ogni paziente. Le concentrazioni intracellulari del RTV rilevate sono state confrontate con alcuni cut-off di efficacia (in vitro e in vivo), riportati in letteratura, al fine di verificare se il RTV, seppur assunto ad una dose considerata generalmente subterapeutica, possa comunque avere, almeno dal punto di vista teorico, una sua attività antiretrovirale indipendente. I nostri risultati indicano concentrazioni non irrilevanti del RTV a livello intracellulare, in tutti i casi superiori all' IC95 di 76 ng/ml, valore riportato in letteratura come cut-off di efficacia valutato con test sperimentali in vitro in condizioni serum free. I dati ottenuti, sebbene preliminari per la numerosità dei campioni, sono i primi nel loro genere.

Ipotesi di attività antivirale attraverso la valutazione delle concentrazioni intracellulari di Ritonavir, farmaco utilizzato a dosi sub terapeutiche come booster degli inibitori della proteasi nella terapia farmacologica dell'HIV

AGATI, SILVIA MARIA
2008/2009

Abstract

I regimi terapeutici HAART (Highly Active Antiretroviral Therapy) basati sugli Inibitori della Proteasi (PIs), tra cui il Ritonavir (RTV), hanno assunto particolare rilevanza nel trattamento delle infezioni dell'HIV, non solo per la loro efficacia nella soppressione della viremia e nel mantenimento di un adeguato livello di cellule CD4+, ma anche per il minor rischio di resistenze che il loro uso comporta. Attualmente il trattamento con Ritonavir in monoterapia, seppur abbia mostrato in passato un'elevata potenza antiretrovirale, è stato sospeso perché il dosaggio terapeutico (600 mg due volte al giorno) è risultato associato a intollerabili effetti collaterali. Tuttavia il RTV è ancora incluso nei regimi terapeutici suggeriti dalle linee guida internazionali per il trattamento dell'HIV, ma sempre a basse dosi (100 o 200 mg), in associazione ad un secondo PI e in qualità di agente booster, ovvero come sostanza che migliora il profilo farmacocinetico del PI con cui è cosomministrato, incrementandone la biodisponibilità e l'efficacia terapeutica. I parametri farmacocinetici-farmacodinamici presenti in letteratura per discriminare un dosaggio terapeutico da uno subterapeutico di RTV fanno riferimento alle concentrazioni plasmatiche di farmaco, più facilmente monitorabili con il Therapeutic Drug Monitoring (TDM) rispetto a quelle intracellulari. Tuttavia la quota di farmaco che effettivamente svolge un'azione antiretrovirale è quella che riesce a penetrare nelle cellule infette, di conseguenza le concentrazioni intracellulari del RTV e degli altri PIs dovrebbero essere più rilevanti nella definizione dell'efficacia e dell'eventuale tossicità della terapia, ma non esiste uno standard metodologico al momento. L'obiettivo di questo studio, pertanto, è stato quello di dosare, in pazienti HIV-sieropositivi sottoposti ad un regime terapeutico RTV-boosted-PIs (combinazione di un PI a dose piena con RTV a basse dosi), le concentrazioni plasmatiche ed intracellulari (in PBMCs, cellule mononucleate di sangue periferico) del RTV e del secondo PI. Per i dosaggi plasmatici è stato utilizzato un metodo HPLC-PDA già validato presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica e Farmacogenetica dell'Osp. Amedeo di Savoia di Torino (A. D'Avolio et al., 2008), mentre per i dosaggi intracellulari è stato utilizzato un metodo HPLC-MS in fase di pubblicazione, sviluppato, validato e ottimizzato presso lo stesso Laboratorio. Particolare importanza ha assunto il metodo di conta cellulare e la normalizzazione delle concentrazioni ottenute per il volume medio cellulare di ogni paziente. Le concentrazioni intracellulari del RTV rilevate sono state confrontate con alcuni cut-off di efficacia (in vitro e in vivo), riportati in letteratura, al fine di verificare se il RTV, seppur assunto ad una dose considerata generalmente subterapeutica, possa comunque avere, almeno dal punto di vista teorico, una sua attività antiretrovirale indipendente. I nostri risultati indicano concentrazioni non irrilevanti del RTV a livello intracellulare, in tutti i casi superiori all' IC95 di 76 ng/ml, valore riportato in letteratura come cut-off di efficacia valutato con test sperimentali in vitro in condizioni serum free. I dati ottenuti, sebbene preliminari per la numerosità dei campioni, sono i primi nel loro genere.
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