La presente trattazione si propone di illustrare i più importanti mutamenti sul versante del riconoscimento legale delle coppie dello stesso sesso. Esse, infatti, fronteggiano ogni giorno grandi difficoltà dovute a comportamenti discriminatori, senza peraltro vedersi riconosciuti i fondamentali diritti di una coppia che decide di mantenere una stabile relazione con presupposti a lungo termine. Così queste persone, oltre a non poter formalizzare il proprio rapporto, si vedono negare i diritti più banali, come l'assistenza del partner durante una lunga degenza in ospedale, il diritto di succedere al contratto di locazione stipulato da uno dei due o il diritto all'eredità del partner. Questo per quanto riguarda le realtà più ¿progressiste¿, in quanto in Paesi maggiormente conservatori l'omosessualità era (e in alcuni casi lo è ancora) considerata un reato, al punto di condurre studi medici al fine curare tale ¿devianza¿. Lo studio parte dall'analisi di un caso, apparentemente semplice, portato di fronte alla House of Lords inglese, in cui il ricorrente richiedeva di poter succedere al contratto di locazione stipulato dal suo partner deceduto. Si trattava di una coppia dello stesso sesso. In realtà ci troviamo di fronte ad una importante svolta nel panorama legislativo inglese, in quanto si richiedeva alla House of Lords di scavalcare i precedenti delle Corti inferiori e la sua stessa giurisprudenza in materia di riconoscimento dei diritti alle coppie omosessuali. Con questa sentenza progressista, che tendeva ad ampliare il concetto di famiglia, la House of Lords ha dato nuova linfa al progresso legislativo su questo versante, portando all'approvazione del Civil Partnership Act nel 2004. Tale atto normativo ha permesso la formalizzazione delle unioni civili non solo per le coppie omosessuali, ma anche per una determinata categoria di parenti stretti. Ho ritenuto poi necessario illustrare brevemente l'attuale situazione rispetto alle civil partnerships negli Stati Uniti, essendo questo un altro ordinamento di common law. Inoltre la realtà statunitense è particolare, perché nonostante la presenza di un'unica costituzione, ogni Stato ha discrezionalità nelle materie di propria competenza. Il risultato è quindi variegato: alcuni Stati hanno un approccio decisamente all'avanguardia, mentre altri sono molto riluttanti a riconoscere diritti alle coppie ¿non convenzionali¿. Tornando nel vecchio continente, e analizzando per aree la situazione legislativa dei diversi Paesi europei, ho notato come sia notevolmente frastagliato il panorama del riconoscimento. Per questo motivo mi sono trovata ad affrontare due grandi problematiche a livello sovranazionale: - Da un lato troviamo, solo marginalmente, l'Unione Europea: infatti essa non ha competenze in materia di diritto di famiglia, che viene pertanto devoluto ai singoli Stati, ma si trova a dover regolare le cd. situazioni cross-border; - Dall'altro troviamo la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, che indirizza gli Stati verso il rispetto dei diritti umani e contro la discriminazione, mediante raccomandazioni e direttive non vincolanti. Nel complesso il quadro è in continua evoluzione. La fotografia fissata nel momento della redazione della tesi è soggetta a costanti aggiornamenti.
Dalla House of Lords (caso Fitzpatrick) alla legislazione sulle civil partnerships
REDINI, LUISA
2010/2011
Abstract
La presente trattazione si propone di illustrare i più importanti mutamenti sul versante del riconoscimento legale delle coppie dello stesso sesso. Esse, infatti, fronteggiano ogni giorno grandi difficoltà dovute a comportamenti discriminatori, senza peraltro vedersi riconosciuti i fondamentali diritti di una coppia che decide di mantenere una stabile relazione con presupposti a lungo termine. Così queste persone, oltre a non poter formalizzare il proprio rapporto, si vedono negare i diritti più banali, come l'assistenza del partner durante una lunga degenza in ospedale, il diritto di succedere al contratto di locazione stipulato da uno dei due o il diritto all'eredità del partner. Questo per quanto riguarda le realtà più ¿progressiste¿, in quanto in Paesi maggiormente conservatori l'omosessualità era (e in alcuni casi lo è ancora) considerata un reato, al punto di condurre studi medici al fine curare tale ¿devianza¿. Lo studio parte dall'analisi di un caso, apparentemente semplice, portato di fronte alla House of Lords inglese, in cui il ricorrente richiedeva di poter succedere al contratto di locazione stipulato dal suo partner deceduto. Si trattava di una coppia dello stesso sesso. In realtà ci troviamo di fronte ad una importante svolta nel panorama legislativo inglese, in quanto si richiedeva alla House of Lords di scavalcare i precedenti delle Corti inferiori e la sua stessa giurisprudenza in materia di riconoscimento dei diritti alle coppie omosessuali. Con questa sentenza progressista, che tendeva ad ampliare il concetto di famiglia, la House of Lords ha dato nuova linfa al progresso legislativo su questo versante, portando all'approvazione del Civil Partnership Act nel 2004. Tale atto normativo ha permesso la formalizzazione delle unioni civili non solo per le coppie omosessuali, ma anche per una determinata categoria di parenti stretti. Ho ritenuto poi necessario illustrare brevemente l'attuale situazione rispetto alle civil partnerships negli Stati Uniti, essendo questo un altro ordinamento di common law. Inoltre la realtà statunitense è particolare, perché nonostante la presenza di un'unica costituzione, ogni Stato ha discrezionalità nelle materie di propria competenza. Il risultato è quindi variegato: alcuni Stati hanno un approccio decisamente all'avanguardia, mentre altri sono molto riluttanti a riconoscere diritti alle coppie ¿non convenzionali¿. Tornando nel vecchio continente, e analizzando per aree la situazione legislativa dei diversi Paesi europei, ho notato come sia notevolmente frastagliato il panorama del riconoscimento. Per questo motivo mi sono trovata ad affrontare due grandi problematiche a livello sovranazionale: - Da un lato troviamo, solo marginalmente, l'Unione Europea: infatti essa non ha competenze in materia di diritto di famiglia, che viene pertanto devoluto ai singoli Stati, ma si trova a dover regolare le cd. situazioni cross-border; - Dall'altro troviamo la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, che indirizza gli Stati verso il rispetto dei diritti umani e contro la discriminazione, mediante raccomandazioni e direttive non vincolanti. Nel complesso il quadro è in continua evoluzione. La fotografia fissata nel momento della redazione della tesi è soggetta a costanti aggiornamenti.File | Dimensione | Formato | |
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