Il presente lavoro ha per oggetto lo sviluppo del ¿discorso agiografico¿ sul Beato Bernardo II di Baden, Patrono di Moncalieri, all'interno del contesto agiografico prodotto nel Piemonte sabaudo tra XVII e XVIII sec. Trattandosi di un culto radicato a livello locale, si premette un profilo della figura storica di tale Beato: attraverso lo studio condotto da O.Ringholz alla fine del '800, vengono riassunti i tratti fondamentali della vita, del percorso spirituale e del processo di beatificazione di Bernardo, nato nel 1428, morto a Moncalieri, il 15 luglio 1458, eletto Patrono e beatificato nel 1769. Si cerca di verificare se ed in quale misura anche le opere agiografiche su Bernardo si inseriscano nel contesto politico- religioso e culturale dello Stato sabaudo, collocato al confine tra i cattolici principati italiani e l'Europa protestante; ragion per cui i Savoia tesero a presentarsi come paladini dell'ortodossia per ottenere consenso e legittimazione per sé e le loro campagne militari. Con l'analisi delle due biografie sei-settecentesche sul Beato vengono messi in luce gli influssi delle istanze più urgenti della società del Piemonte barocco. Viene presa in esame l'opera agiografica su Bernardo: la Vita del Beato Bernardo composta da G.B Blancardi nel 1628. Essendo l'autore inserito negli ambienti di Corte, il clima politico e la spiritualità da lui respirati vengono infusi nella sua argomentazione; emergono così evidenti temi di natura controversistica. La vita di Bernardo diviene terreno in cui dimostrare gli errori delle confessioni riformate attraverso la descrizione del suo percorso ascetico prospettato con i tratti del volontarismo gesuitico-scupoliano. Accanto a questi temi più dottrinali emerge anche lo sforzo di Blancardi di voler supportare la politica religiosa sabauda presentando in varie occasioni la Dinastia come defensor fidei scesa in campo in difesa della Chiesa. Nel 1722 viene pubblicata la seconda biografia sul Beato Bernardo: La Corte santificata scritta da G.A.Mombello di Moncalieri. Dopo circa un secolo dalla precedente opera agiografica mutano le urgenze alle quali la nuova biografia deve rispondere; non si trovano più temi di natura controversistica, ma si insiste sul tema dell'esercizio eroico delle virtù cristiane. Attraverso la descrizione delle pratiche ascetiche seguite da Bernardo, l'autore cerca di supportare la tradizionale prassi devozionale cattolica contro le devianze del passivismo quietista diffusosi anche in Piemonte. Permangono in quest'opera le argomentazioni politiche che puntano qui ora a celebrare la Casa sabauda come una beata stirpe prediletta da Dio, attraverso i ¿doni¿ del Miracolo Eucaristico avvenuto a Torino nel 1453, il possesso della Sacra Sindone e la santificazione del Trono ottenuta grazie alla beatificazione del Duca Amedeo IX. L'ambasciata del giovane Bernardo presso Ludovico di Savoia per ottenerne l'aiuto nella crociata, diviene occasione per il Mombello di ostentare ai lettori questi eccezionali segni della benevolenza divina verso la Dinastia, che poteva così ¿guadagnare consenso¿ agli occhi delle altre Casate italiane ed europee. Dopo aver analizzato lo sviluppo del discorso agiografico sul Beato Bernardo di Baden, appare evidente come anche esso abbia partecipato al generale clima politico-religioso nel quale vide la luce, confermando la tendenza ad utilizzare la letteratura sui santi come veicolo di capillare diffusione per specifici messaggi nel tessuto sociale

IL BEATO BERNHARD VON BADEN, PATRONO DI MONCALIERI, NELLA LETTERATURA AGIOGRAFICA DEL PIEMONTE BAROCCO

MUSSO, CLAUDIO
2009/2010

Abstract

Il presente lavoro ha per oggetto lo sviluppo del ¿discorso agiografico¿ sul Beato Bernardo II di Baden, Patrono di Moncalieri, all'interno del contesto agiografico prodotto nel Piemonte sabaudo tra XVII e XVIII sec. Trattandosi di un culto radicato a livello locale, si premette un profilo della figura storica di tale Beato: attraverso lo studio condotto da O.Ringholz alla fine del '800, vengono riassunti i tratti fondamentali della vita, del percorso spirituale e del processo di beatificazione di Bernardo, nato nel 1428, morto a Moncalieri, il 15 luglio 1458, eletto Patrono e beatificato nel 1769. Si cerca di verificare se ed in quale misura anche le opere agiografiche su Bernardo si inseriscano nel contesto politico- religioso e culturale dello Stato sabaudo, collocato al confine tra i cattolici principati italiani e l'Europa protestante; ragion per cui i Savoia tesero a presentarsi come paladini dell'ortodossia per ottenere consenso e legittimazione per sé e le loro campagne militari. Con l'analisi delle due biografie sei-settecentesche sul Beato vengono messi in luce gli influssi delle istanze più urgenti della società del Piemonte barocco. Viene presa in esame l'opera agiografica su Bernardo: la Vita del Beato Bernardo composta da G.B Blancardi nel 1628. Essendo l'autore inserito negli ambienti di Corte, il clima politico e la spiritualità da lui respirati vengono infusi nella sua argomentazione; emergono così evidenti temi di natura controversistica. La vita di Bernardo diviene terreno in cui dimostrare gli errori delle confessioni riformate attraverso la descrizione del suo percorso ascetico prospettato con i tratti del volontarismo gesuitico-scupoliano. Accanto a questi temi più dottrinali emerge anche lo sforzo di Blancardi di voler supportare la politica religiosa sabauda presentando in varie occasioni la Dinastia come defensor fidei scesa in campo in difesa della Chiesa. Nel 1722 viene pubblicata la seconda biografia sul Beato Bernardo: La Corte santificata scritta da G.A.Mombello di Moncalieri. Dopo circa un secolo dalla precedente opera agiografica mutano le urgenze alle quali la nuova biografia deve rispondere; non si trovano più temi di natura controversistica, ma si insiste sul tema dell'esercizio eroico delle virtù cristiane. Attraverso la descrizione delle pratiche ascetiche seguite da Bernardo, l'autore cerca di supportare la tradizionale prassi devozionale cattolica contro le devianze del passivismo quietista diffusosi anche in Piemonte. Permangono in quest'opera le argomentazioni politiche che puntano qui ora a celebrare la Casa sabauda come una beata stirpe prediletta da Dio, attraverso i ¿doni¿ del Miracolo Eucaristico avvenuto a Torino nel 1453, il possesso della Sacra Sindone e la santificazione del Trono ottenuta grazie alla beatificazione del Duca Amedeo IX. L'ambasciata del giovane Bernardo presso Ludovico di Savoia per ottenerne l'aiuto nella crociata, diviene occasione per il Mombello di ostentare ai lettori questi eccezionali segni della benevolenza divina verso la Dinastia, che poteva così ¿guadagnare consenso¿ agli occhi delle altre Casate italiane ed europee. Dopo aver analizzato lo sviluppo del discorso agiografico sul Beato Bernardo di Baden, appare evidente come anche esso abbia partecipato al generale clima politico-religioso nel quale vide la luce, confermando la tendenza ad utilizzare la letteratura sui santi come veicolo di capillare diffusione per specifici messaggi nel tessuto sociale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/70355