Questa tesi nasce da un sincero e personale interesse per le attività artistico ¿ culturali del settore spettacolo dal vivo. Essa si articola in due parti: la parte I ha carattere prettamente compilativo e descrive l'applicabilità al settore delle tecniche e degli strumenti propri del Project Management. Negli ultimi trent'anni, infatti, in tutti i paesi europei, il quadro di riferimento per le aziende che operano nella produzione e distribuzione di spettacoli dal vivo è andato modificandosi in direzione di una crescente riduzione dei finanziamenti pubblici e una maggiore apertura al mercato, nuove sfide per affrontare le quali le aziende sviluppano una maggiore sensibilità economica, introducono nuovi linguaggi, modelli, categorie e competenze mutuate dall'economia aziendale. In particolare la natura dei progetti di spettacolo ha portato gli operatori del settore verso una gestione dei processi di tipo progettuale ma tale approccio è spesso tuttora caratterizzato da inconsapevolezza e occasionalità. Questa tesi segue invece in modo cronologicamente ordinato i processi fondamentali del ciclo di vita di un progetto di spettacolo, rilevandone le peculiarità e analizzando le possibili applicazioni a ciascuno di essi degli strumenti e delle tecniche proprie del Project Management. La parte II muove da dati e osservazioni empiriche, in essa vengono comparate strutture organizzative e modelli gestionali propri del settore spettacolo dal vivo in Italia e nei Paesi Bassi. Vengono analizzati tre casi operativi: il caso Fondazione Teatro Regio di Torino, con focus sulla forma giuridica della fondazione, e sue implicazioni in termini di governance, e sul Sistema di Controllo di Gestione adottato presso il Teatro; il caso Danshuis Station Zuid, organizzazione facente parte dell'infrastruttura di base olandese, con finalità di produzione e divulgazione della danza contemporanea; il caso Gotra Ballet, esempio di compagnia di danza olandese che lavora su base progettuale, e analisi di un budget di progetto. Due sono le domande cui si vuole dare risposta attraverso l'analisi del contesto settoriale di ciascun Paese e lo studio dei tre casi. Una prima domanda riguarda la flessibilità ed attualità dell'offerta artistica prodotta attraverso il modello delle `case di produzione' tipico dei Pesi Bassi rispetto al modello più classico delle organizzazioni omnicomprensive, che con le proprie strutture e il proprio personale concepiscono, producono, e distribuiscono uno spettacolo. La seconda domanda riguarda invece il livello di economicità di gestione delle strutture organizzative proprie dei suddetti modelli: esiste una diretta correlazione tra flessibilità e costi di gestione? Benché la comparazione tra realtà così diverse non sia sempre agevole e significativa, la ricerca effettuata porta a concludere che il modello olandese è più snello, più flessibile e più capace di innovare la propria offerta rispetto a quello italiano, che appare per molte ragioni pericolosamente focalizzato sulla rendita e quindi sulla conservazione e lo sfruttamento dell'esistente. Esiste il rischio per le istituzioni olandesi del settore di incorrere in elevati costi di coordinamento, non riferibili alle attività caratteristiche, rischio che può però essere scongiurato attraverso il controllo consapevole dei relativi indicatori, l'adozione di una struttura organizzativa leggera ed un basso livello di burocratizzazione delle procedure.

ELEMENTI DI PROJECT MANAGEMENT APPLICATI ALLA PRODUZIONE E DIFFUSIONE DI SPETTACOLI TEATRALI: STRUTTURE ORGANIZZATIVE E MODELLI DI GESTIONE ITALIANI E OLANDESI A CONFRONTO

IMODA, FRANCESCA
2009/2010

Abstract

Questa tesi nasce da un sincero e personale interesse per le attività artistico ¿ culturali del settore spettacolo dal vivo. Essa si articola in due parti: la parte I ha carattere prettamente compilativo e descrive l'applicabilità al settore delle tecniche e degli strumenti propri del Project Management. Negli ultimi trent'anni, infatti, in tutti i paesi europei, il quadro di riferimento per le aziende che operano nella produzione e distribuzione di spettacoli dal vivo è andato modificandosi in direzione di una crescente riduzione dei finanziamenti pubblici e una maggiore apertura al mercato, nuove sfide per affrontare le quali le aziende sviluppano una maggiore sensibilità economica, introducono nuovi linguaggi, modelli, categorie e competenze mutuate dall'economia aziendale. In particolare la natura dei progetti di spettacolo ha portato gli operatori del settore verso una gestione dei processi di tipo progettuale ma tale approccio è spesso tuttora caratterizzato da inconsapevolezza e occasionalità. Questa tesi segue invece in modo cronologicamente ordinato i processi fondamentali del ciclo di vita di un progetto di spettacolo, rilevandone le peculiarità e analizzando le possibili applicazioni a ciascuno di essi degli strumenti e delle tecniche proprie del Project Management. La parte II muove da dati e osservazioni empiriche, in essa vengono comparate strutture organizzative e modelli gestionali propri del settore spettacolo dal vivo in Italia e nei Paesi Bassi. Vengono analizzati tre casi operativi: il caso Fondazione Teatro Regio di Torino, con focus sulla forma giuridica della fondazione, e sue implicazioni in termini di governance, e sul Sistema di Controllo di Gestione adottato presso il Teatro; il caso Danshuis Station Zuid, organizzazione facente parte dell'infrastruttura di base olandese, con finalità di produzione e divulgazione della danza contemporanea; il caso Gotra Ballet, esempio di compagnia di danza olandese che lavora su base progettuale, e analisi di un budget di progetto. Due sono le domande cui si vuole dare risposta attraverso l'analisi del contesto settoriale di ciascun Paese e lo studio dei tre casi. Una prima domanda riguarda la flessibilità ed attualità dell'offerta artistica prodotta attraverso il modello delle `case di produzione' tipico dei Pesi Bassi rispetto al modello più classico delle organizzazioni omnicomprensive, che con le proprie strutture e il proprio personale concepiscono, producono, e distribuiscono uno spettacolo. La seconda domanda riguarda invece il livello di economicità di gestione delle strutture organizzative proprie dei suddetti modelli: esiste una diretta correlazione tra flessibilità e costi di gestione? Benché la comparazione tra realtà così diverse non sia sempre agevole e significativa, la ricerca effettuata porta a concludere che il modello olandese è più snello, più flessibile e più capace di innovare la propria offerta rispetto a quello italiano, che appare per molte ragioni pericolosamente focalizzato sulla rendita e quindi sulla conservazione e lo sfruttamento dell'esistente. Esiste il rischio per le istituzioni olandesi del settore di incorrere in elevati costi di coordinamento, non riferibili alle attività caratteristiche, rischio che può però essere scongiurato attraverso il controllo consapevole dei relativi indicatori, l'adozione di una struttura organizzativa leggera ed un basso livello di burocratizzazione delle procedure.
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