La mia tesi è frutto di una ricerca sul campo, della durata complessiva di due mesi (mi sono recata in Mali due volte nei mesi di gennaio febbraio 2009-2010 con l'Associazione di volontariato Granello di Senape Onlus) nel villaggio di Karangasso, a 450 km a sud-est di Bamako. L'idea iniziale era quella di intraprendere degli studi nel campo della stregoneria e del rapporto con l'invisibile, ma di fronte alle innumerevoli difficoltà riscontrate, mi sono trovata costretta ad estendere l'ambito di ricerca all'interpretazione del male e ai tentativi di farvi fronte, soffermandomi in particolar modo sul complesso sistema religioso che permea la vita quotidiana dei Minyanka, sul carattere ¿anti-stregonico¿ delle società iniziatiche e sulle tecniche divinatorie e terapeutiche volte ad instaurare un legame con le entità spirituali responsabili della malattia. Il mio obiettivo voleva essere quello di indagare le cosiddette ¿dimensioni dell'invisibile¿, interrogando anche a partire da questo ambito le tensioni fra tradizione e modernità. Nel primo capitolo, partendo dall'analisi di alcuni eventi storici utili a rivelare la resistenza alle varie forme di dominio e di conquista (rappresentate, nelle varie epoche, dai sovrani di Sègou e Sikasso, dalle armate dyula, peul e bambara, e dall'amministrazione coloniale), ho cercato di tracciare un quadro dell'organizzazione sociale, politica ed economica dei Minyanka, sottolineando il fragile equilibrio tra la preservazione delle tradizioni e l'adattamento alle innovazioni. Nel secondo capitolo mi sono soffermata sui rituali che scandiscono la vita umana (le cerimonie alla nascita, i riti di passaggio, il matrimonio) evidenziando il loro ruolo nel perpetuare la tradizione degli antenati; ho descritto la concezione del corpo, della malattia e della morte, interpretate ¿ queste ultime ¿ come elementi di frattura del delicato equilibrio che regola le relazioni con il mondo dell'invisibile. Nel terzo capitolo ho invece analizzato il problema del Male (incarnato principalmente dai sikafo, gli «stregoni») e le strategie per affrontarlo (le società iniziatiche, i feticci e la medicina tradizionale), cercando di mettere in luce l'ambiguità che contraddistingue il rapporto con la sfera dell'invisibile. Il filo conduttore che ha indirizzato la mia ricerca è stato il tema del controllo sociale e della subordinazione al potere, una delle forme attraverso le quali viene veicolata la relazione col mondo occulto: i rapporti tra uomini e donne, giovani e anziani, esseri umani ed entità sovrannaturali, si inseriscono infatti in una logica di dominio determinata dall'accesso alle conoscenze esoteriche.
Le conoscenze mistiche: l'ambiguità del rapporto con l'invisibile tra i Minyanka del Mali
PACCHIEROTTI, ALICE ELEONORA
2009/2010
Abstract
La mia tesi è frutto di una ricerca sul campo, della durata complessiva di due mesi (mi sono recata in Mali due volte nei mesi di gennaio febbraio 2009-2010 con l'Associazione di volontariato Granello di Senape Onlus) nel villaggio di Karangasso, a 450 km a sud-est di Bamako. L'idea iniziale era quella di intraprendere degli studi nel campo della stregoneria e del rapporto con l'invisibile, ma di fronte alle innumerevoli difficoltà riscontrate, mi sono trovata costretta ad estendere l'ambito di ricerca all'interpretazione del male e ai tentativi di farvi fronte, soffermandomi in particolar modo sul complesso sistema religioso che permea la vita quotidiana dei Minyanka, sul carattere ¿anti-stregonico¿ delle società iniziatiche e sulle tecniche divinatorie e terapeutiche volte ad instaurare un legame con le entità spirituali responsabili della malattia. Il mio obiettivo voleva essere quello di indagare le cosiddette ¿dimensioni dell'invisibile¿, interrogando anche a partire da questo ambito le tensioni fra tradizione e modernità. Nel primo capitolo, partendo dall'analisi di alcuni eventi storici utili a rivelare la resistenza alle varie forme di dominio e di conquista (rappresentate, nelle varie epoche, dai sovrani di Sègou e Sikasso, dalle armate dyula, peul e bambara, e dall'amministrazione coloniale), ho cercato di tracciare un quadro dell'organizzazione sociale, politica ed economica dei Minyanka, sottolineando il fragile equilibrio tra la preservazione delle tradizioni e l'adattamento alle innovazioni. Nel secondo capitolo mi sono soffermata sui rituali che scandiscono la vita umana (le cerimonie alla nascita, i riti di passaggio, il matrimonio) evidenziando il loro ruolo nel perpetuare la tradizione degli antenati; ho descritto la concezione del corpo, della malattia e della morte, interpretate ¿ queste ultime ¿ come elementi di frattura del delicato equilibrio che regola le relazioni con il mondo dell'invisibile. Nel terzo capitolo ho invece analizzato il problema del Male (incarnato principalmente dai sikafo, gli «stregoni») e le strategie per affrontarlo (le società iniziatiche, i feticci e la medicina tradizionale), cercando di mettere in luce l'ambiguità che contraddistingue il rapporto con la sfera dell'invisibile. Il filo conduttore che ha indirizzato la mia ricerca è stato il tema del controllo sociale e della subordinazione al potere, una delle forme attraverso le quali viene veicolata la relazione col mondo occulto: i rapporti tra uomini e donne, giovani e anziani, esseri umani ed entità sovrannaturali, si inseriscono infatti in una logica di dominio determinata dall'accesso alle conoscenze esoteriche.File | Dimensione | Formato | |
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