¿Le Mont-Blanc¿, fondato nel 1894 e con una vicenda editoriale durata ben quarantasei anni, rappresenta il più longevo, ma anche uno dei più importanti giornali nella storia valdostana della prima metà del Novecento. La sua caratteristica peculiare è che esso venne fondato, diretto e redatto da una coppia di intellettuali e imprenditori, Édouard Duc e la moglie Joséphine Teppex, che ne curarono anche la pubblicazione presso l'omonima tipografia. Non essendo, quindi, l'organo di stampa al servizio di un gruppo, di un notabile o di un partito esso si contraddistinse per il suo carattere ¿indipendente¿: le scelte e le opinioni del giornale derivavano infatti essenzialmente dalle sue convinzioni volta per volta. La sua libertà espressiva e il suo porsi come consigliere e come luogo di dibattito su svariati temi connotarono ¿Le Mont-Blanc¿ come il primo vero giornale d'opinione valdostano. Un altro elemento distintivo del periodico è che esso fu l'unico a non essere soppresso dalla censura fascista all'avvento della dittatura e a poter continuare le pubblicazioni fino alla sua deliberata chiusura nel 1940. È proprio questa sua peculiarità che mi ha incuriosito e mi ha portato a sceglierlo come soggetto della mia tesi. Le domande che mi sono posta e a cui cercherò di rispondere nel corso del mio lavoro vertono appunto sull'analisi, attraverso vari punti di vista, di questo suo aspetto. Come mai solo ¿Le Mont-Blanc¿ riuscì a varcare le soglie della dittatura? Il giornale aderì al fascismo o si schierò in sua opposizione? Dopo l'avvento del regime il settimanale avrebbe comunque mantenuto, nel limite del contesto autoritario, il suo carattere indipendente? Proprio la limitazione espressiva dovuta alla presenza di un regime dittatoriale rende l'analisi ancor più sottile e imperniata non su elementi evidenti e macroscopici, ma su piccole sfumature di intonazione e di contenuti, e sull'indagine delle reticenze, a volte imposte a volte al contrario intenzionali. Oltre a ciò bisogna considerare anche che il fascismo nel corso della sua esistenza cambiò aspetto molte volte: variavano infatti obiettivi, metodi, linea di condotta politica e consenso popolare. E il giornale a sua volta mutava opinione e atteggiamento su di esso. Per avere un quadro di riferimento più ampio in modo da poter meglio rispondere a tutti questi interrogativi e comprendere il pensiero de ¿Le Mont-Blanc¿ rispetto al fascismo ho ritenuto essenziale conoscere il giornale sin dalle sue origini. Solo così avrei potuto confrontare come il periodico si fosse posto nei confronti di tutto questo amalgama di aspetti prima e dopo l'avvento del fascismo, riuscendo a individuarne analogie e differenze e avendo quindi più elementi a disposizione per comprenderne meglio le prese di posizione. Ho ritenuto essenziale analizzare anche la storia della Valle d'Aosta dell'epoca che, fortemente caratterizzata dalla sua diversità linguistica e culturale e dalle sue incessanti richieste di autonomia, costituiva già di per sé una realtà molto particolare. La mia tesi seguirà quindi quattro percorsi paralleli che andranno ad incontrarsi continuamente: la vicenda de ¿Le Mont-Blanc¿, la storia della Valle d'Aosta, la storia del fascismo nel contesto nazionale e quella in ambito valdostano. Percorrendo e intrecciando questi quattro fili rossi cercherò di restituire in qualche modo l'immagine de ¿Le Mont-Blanc¿ sotto il fascismo immerso nel contesto della sua ¿valdostanità¿.
"Le Mont-Blanc": giornale "indipendente" sotto il fascismo in Valle d'Aosta
PASQUALIN, ELISABETTA
2009/2010
Abstract
¿Le Mont-Blanc¿, fondato nel 1894 e con una vicenda editoriale durata ben quarantasei anni, rappresenta il più longevo, ma anche uno dei più importanti giornali nella storia valdostana della prima metà del Novecento. La sua caratteristica peculiare è che esso venne fondato, diretto e redatto da una coppia di intellettuali e imprenditori, Édouard Duc e la moglie Joséphine Teppex, che ne curarono anche la pubblicazione presso l'omonima tipografia. Non essendo, quindi, l'organo di stampa al servizio di un gruppo, di un notabile o di un partito esso si contraddistinse per il suo carattere ¿indipendente¿: le scelte e le opinioni del giornale derivavano infatti essenzialmente dalle sue convinzioni volta per volta. La sua libertà espressiva e il suo porsi come consigliere e come luogo di dibattito su svariati temi connotarono ¿Le Mont-Blanc¿ come il primo vero giornale d'opinione valdostano. Un altro elemento distintivo del periodico è che esso fu l'unico a non essere soppresso dalla censura fascista all'avvento della dittatura e a poter continuare le pubblicazioni fino alla sua deliberata chiusura nel 1940. È proprio questa sua peculiarità che mi ha incuriosito e mi ha portato a sceglierlo come soggetto della mia tesi. Le domande che mi sono posta e a cui cercherò di rispondere nel corso del mio lavoro vertono appunto sull'analisi, attraverso vari punti di vista, di questo suo aspetto. Come mai solo ¿Le Mont-Blanc¿ riuscì a varcare le soglie della dittatura? Il giornale aderì al fascismo o si schierò in sua opposizione? Dopo l'avvento del regime il settimanale avrebbe comunque mantenuto, nel limite del contesto autoritario, il suo carattere indipendente? Proprio la limitazione espressiva dovuta alla presenza di un regime dittatoriale rende l'analisi ancor più sottile e imperniata non su elementi evidenti e macroscopici, ma su piccole sfumature di intonazione e di contenuti, e sull'indagine delle reticenze, a volte imposte a volte al contrario intenzionali. Oltre a ciò bisogna considerare anche che il fascismo nel corso della sua esistenza cambiò aspetto molte volte: variavano infatti obiettivi, metodi, linea di condotta politica e consenso popolare. E il giornale a sua volta mutava opinione e atteggiamento su di esso. Per avere un quadro di riferimento più ampio in modo da poter meglio rispondere a tutti questi interrogativi e comprendere il pensiero de ¿Le Mont-Blanc¿ rispetto al fascismo ho ritenuto essenziale conoscere il giornale sin dalle sue origini. Solo così avrei potuto confrontare come il periodico si fosse posto nei confronti di tutto questo amalgama di aspetti prima e dopo l'avvento del fascismo, riuscendo a individuarne analogie e differenze e avendo quindi più elementi a disposizione per comprenderne meglio le prese di posizione. Ho ritenuto essenziale analizzare anche la storia della Valle d'Aosta dell'epoca che, fortemente caratterizzata dalla sua diversità linguistica e culturale e dalle sue incessanti richieste di autonomia, costituiva già di per sé una realtà molto particolare. La mia tesi seguirà quindi quattro percorsi paralleli che andranno ad incontrarsi continuamente: la vicenda de ¿Le Mont-Blanc¿, la storia della Valle d'Aosta, la storia del fascismo nel contesto nazionale e quella in ambito valdostano. Percorrendo e intrecciando questi quattro fili rossi cercherò di restituire in qualche modo l'immagine de ¿Le Mont-Blanc¿ sotto il fascismo immerso nel contesto della sua ¿valdostanità¿.File | Dimensione | Formato | |
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