La tesi vuole essere punto di partenza per una revisione critica e uno studio approfondito dell'Arte Povera che, essendo un fenomeno del secondo Novecento e quindi recente, deve essere ancora sviscerato nella sua interezza. Il mio lavoro ha voluto analizzare le opere di alcuni protagonisti del movimento al fine di mettere in luce il legame di tale arte con quello che Stefano Chiodi chiama lo ¿sfondo rimosso dell'Arte Povera¿, ovvero il contesto storico in cui essa nasce e si evolve: dalla profonda trasformazione del paesaggio urbano ai nuovi media, alle lotte studentesche che culmineranno nel '68 e nell'autunno caldo degli operai in rivolta. Gran parte della critica americana ha rilevato una non completa storicizzazione dell'Arte Povera. Nel caso specifico Clair Gilman e Nicholas Cullinan, in un ormai famoso numero della rivista «October» dedicato all'Arte Italiana del secondo dopo guerra, affermano come la critica italiana si sia fossilizzata sulla stanca ripetizione delle teorizzazioni tarde del critico Germano Celant, senza analizzare i suoi primi scritti in cui emerge un programma combattivo. La strategia da lui individuata era quella della ¿guerriglia¿ che ben si collocava all'interno del clima infuocato dell'epoca e che si prefiggeva il compito di sovvertire il sistema per una trasformazione del mondo. Nella mia tesi ho voluto quindi analizzare l'innegabile legame che l'Arte Povera ha intrattenuto con un estetica politicizzata che deve, a mio parere, essere recuperato nell'ottica di un'analisi coerente del movimento. Il termine Arte Povera muove dalle concezioni di Jerzy Grotowski, uno dei più grandi registi teatrali del Novecento324, e identifica un'arte tesa verso una povertà che parla di valori quali l'essenzialità, l'autenticità, la condivisione e il rifiuto di ogni forma di potere e gerarchia. Essa si contrappone rigidamente a una società dominata dall'accumulo del superfluo che la macchina messa in moto dal consumismo stava diffondendo. Muovendo da queste premesse la mie ricerche hanno voluto evidenziare come tali questioni e problematiche emergano fortemente nel lavoro di alcuni artisti trattati, così come dal discorso critico che si sviluppa intorno al gruppo.

Arte povera. Torino 1966-1972 Un esempio di rapporti tra arte e politica nell'Italia degli anni Sessanta e Settanta

CAFAGNA, SERENA
2010/2011

Abstract

La tesi vuole essere punto di partenza per una revisione critica e uno studio approfondito dell'Arte Povera che, essendo un fenomeno del secondo Novecento e quindi recente, deve essere ancora sviscerato nella sua interezza. Il mio lavoro ha voluto analizzare le opere di alcuni protagonisti del movimento al fine di mettere in luce il legame di tale arte con quello che Stefano Chiodi chiama lo ¿sfondo rimosso dell'Arte Povera¿, ovvero il contesto storico in cui essa nasce e si evolve: dalla profonda trasformazione del paesaggio urbano ai nuovi media, alle lotte studentesche che culmineranno nel '68 e nell'autunno caldo degli operai in rivolta. Gran parte della critica americana ha rilevato una non completa storicizzazione dell'Arte Povera. Nel caso specifico Clair Gilman e Nicholas Cullinan, in un ormai famoso numero della rivista «October» dedicato all'Arte Italiana del secondo dopo guerra, affermano come la critica italiana si sia fossilizzata sulla stanca ripetizione delle teorizzazioni tarde del critico Germano Celant, senza analizzare i suoi primi scritti in cui emerge un programma combattivo. La strategia da lui individuata era quella della ¿guerriglia¿ che ben si collocava all'interno del clima infuocato dell'epoca e che si prefiggeva il compito di sovvertire il sistema per una trasformazione del mondo. Nella mia tesi ho voluto quindi analizzare l'innegabile legame che l'Arte Povera ha intrattenuto con un estetica politicizzata che deve, a mio parere, essere recuperato nell'ottica di un'analisi coerente del movimento. Il termine Arte Povera muove dalle concezioni di Jerzy Grotowski, uno dei più grandi registi teatrali del Novecento324, e identifica un'arte tesa verso una povertà che parla di valori quali l'essenzialità, l'autenticità, la condivisione e il rifiuto di ogni forma di potere e gerarchia. Essa si contrappone rigidamente a una società dominata dall'accumulo del superfluo che la macchina messa in moto dal consumismo stava diffondendo. Muovendo da queste premesse la mie ricerche hanno voluto evidenziare come tali questioni e problematiche emergano fortemente nel lavoro di alcuni artisti trattati, così come dal discorso critico che si sviluppa intorno al gruppo.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
259813_tesiartepovera3giugno2011.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 8.11 MB
Formato Adobe PDF
8.11 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/70273