Il lavoro prende le mosse dallo studio di Roland Barthes sulla scrittura di Sade, Fourier e Loyola e delinea in un breve saggio introduttivo il concetto di di-scrittura, ricavato dalle opere di Leopold von Sacher-Masoch, Max Stirner e Juan De la Cruz. La di-scrittura come prassi per disarticolare la struttura sintattica del romanzo erotico, della filosofia e della teologia si deliena come strumento per comunicare l'incomunicabile: il vuoto del desiderio verso l'eros, verso l'Ideale e verso Dio. La di-scrittura che apre le maglie della sintassi al desiderio è utilizzata, nella seconda parte del lavoro, come strumento d'analisi per l'opera e l'arte di Carmelo Bene. Sulla pagina, sulla scena teatrale e sulla pellicola cinematografica la di-scrittura beniana apre ad un gioco di significanti allo stesso tempo erotico, filosofico e teologico che va ad intaccare la tradizione culturale della scrittura occidentale. Attraverso la figura di Amleto e le diverse versioni dell'opera shakespeariana che l'autore salentino ha approntato per il teatro, la televisione e il cinema la di-scrittura si deliena come prassi fondante del teatro dell'assenza e come fattore destrutturante della tradizione artistica. Il gioco a togliere di scena, ad assottigliare ad ogni replica e ad ogni nuovo spettacolo amletico la presenza culturale del principe di Danimarca, condotto dalla di-scrittura viene, infine delineato come il fondamento di quella "rivoluzione copernicana del teatro" che è l'arte di Carmelo Bene.
Masoch, Stirner, De la Cruz e la prassi della di-scrittura nell'arte di Carmelo Bene
BOSCO, LUCA
2010/2011
Abstract
Il lavoro prende le mosse dallo studio di Roland Barthes sulla scrittura di Sade, Fourier e Loyola e delinea in un breve saggio introduttivo il concetto di di-scrittura, ricavato dalle opere di Leopold von Sacher-Masoch, Max Stirner e Juan De la Cruz. La di-scrittura come prassi per disarticolare la struttura sintattica del romanzo erotico, della filosofia e della teologia si deliena come strumento per comunicare l'incomunicabile: il vuoto del desiderio verso l'eros, verso l'Ideale e verso Dio. La di-scrittura che apre le maglie della sintassi al desiderio è utilizzata, nella seconda parte del lavoro, come strumento d'analisi per l'opera e l'arte di Carmelo Bene. Sulla pagina, sulla scena teatrale e sulla pellicola cinematografica la di-scrittura beniana apre ad un gioco di significanti allo stesso tempo erotico, filosofico e teologico che va ad intaccare la tradizione culturale della scrittura occidentale. Attraverso la figura di Amleto e le diverse versioni dell'opera shakespeariana che l'autore salentino ha approntato per il teatro, la televisione e il cinema la di-scrittura si deliena come prassi fondante del teatro dell'assenza e come fattore destrutturante della tradizione artistica. Il gioco a togliere di scena, ad assottigliare ad ogni replica e ad ogni nuovo spettacolo amletico la presenza culturale del principe di Danimarca, condotto dalla di-scrittura viene, infine delineato come il fondamento di quella "rivoluzione copernicana del teatro" che è l'arte di Carmelo Bene.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/70252