The Apocalypse of Adam (NH V,5) is surely a writing of great relevance for what concerns the Early Christian Age. This writing, found near Nag Hammadi (Egypt), was written with considerable certainty in Ancient Greek, but it comes to us only in a later Coptic translation with many loanwords and Greek forms. Despite the attempts of some scholars to perform a ¿source analysis¿ of the text, the Apocalypse of Adam actually appears to be a strongly cohesive and consistent work for what concerns both narrative and ideology. The text remain consistent, then, although the typical obscurity of the apocalyptical language. This writing distinguish itself mostly because of its ancientry (late I century A. D.) and because of the ideological mixture among Gnosis, Judaism and firsts Christian communities. Gnosis and Judaism, especially, are the backbone of this writing. The Christian element, although never being made explicit from the text, can be observed from many implicit allusions and also from the joining in a single character, the unnamed Phoster (Illuminator), of the features of the Jewish Messiah and of those concerning the ¿suffering servant¿ from Isaiah 43-52. This joining, considered from many scholars a Christian innovation, allows us to identify Jesus Christ with the Phoster described in the Apocalypse of Adam and, then, to consider this writing as his earliest Gnostic-Christian portrait.

L'Apocalisse di Adamo (NH V,5) è indubbiamente uno scritto di grandissima importanza per l'epoca delle origini cristiane. Ritrovata a Nag Hammadi in Egitto e composta con ogni probabilità in greco, l'opera ci perviene in una più tarda traduzione copta ricca di prestiti e grecismi. Malgrado i tentativi di alcuni filologi di compiere un'operazione di ¿source analysis¿, ossia di scomposizione dell'opera in più fonti originarie, l'Apocalisse di Adamo rappresenta in realtà un testo fortemente coeso e coerente sia narrativamente sia ideologicamente, nonostante l'oscurità linguistica tipica del linguaggio apocalittico. Quest'opera si segnala soprattutto per la sua antichità (fine I secolo), e per la forte commistione ideologica tra gnosi, giudaismo e prime comunità cristiane: le prime due componenti, in particolare, costituiscono l'ossatura dell'opera. La matrice gnostico-sethiana riscrive infatti radicalmente la storia della Genesi e delle vicende escatologiche alla luce del conflitto tra il Demiurgo, dio falso e stolto sovrano della materia, e il vero Dio, sovrano dello Spirito. Il Dio ebraico dell'Antico Testamento è dunque riletto in chiave fortemente negativa come un crudele persecutore che separa Adamo ed Eva dalla loro originaria androginia, manda il diluvio universale, incendia Sodoma e Gomorra e perseguita il Messia. Il Vero Dio è invece una presenza superiore ed indescrivibile che protegge gli gnostici, ossia i discendenti di Seth, figlio prediletto di Adamo, nelle vicende della storia cosmica. La vicenda narrata e il genere letterario, invece, sono fortemente giudaici: lo scritto, dopo una sezione testamentaria, si configura come una apocalisse onirico-visionaria sul modello dei Libri di Enoch e di Daniele, nella quale Adamo riceve da tre esseri divini una visione sulla storia cosmica (ossia l'esegesi della Genesi sopra discussa) e sugli eventi escatologici, ossia la venuta del Messia, la battaglia finale ed il giudizio universale. La terza componente, anche se mai esplicita, è quello che riflette la presenza di Gesù Cristo come Messia-Illuminatore: seppure mai chiamata per nome, la figura dell'Illuminatore unisce in sé sia i poteri divini che gli consentono di ¿operare segni e prodigi¿ sia la passione e la persecuzione che caratterizzavano il ¿servo sofferente¿ del Libro di Isaia. È soprattutto l'unione di questi due tratti, innovazione tipicamente cristiana, che ci consente di identificare plausibilmente Gesù Cristo nell' ¿Illuminatore¿ del nostro testo e, quindi, di considerare l'Apocalisse di Adamo come, forse, la più antica presentazione gnostico-cristiana della sua figura.

L'APOCALISSE DI ADAMO (NH V,5): INTRODUZIONE, TRADUZIONE E COMMENTO ANALITICO

RIBERI, PAOLO
2010/2011

Abstract

L'Apocalisse di Adamo (NH V,5) è indubbiamente uno scritto di grandissima importanza per l'epoca delle origini cristiane. Ritrovata a Nag Hammadi in Egitto e composta con ogni probabilità in greco, l'opera ci perviene in una più tarda traduzione copta ricca di prestiti e grecismi. Malgrado i tentativi di alcuni filologi di compiere un'operazione di ¿source analysis¿, ossia di scomposizione dell'opera in più fonti originarie, l'Apocalisse di Adamo rappresenta in realtà un testo fortemente coeso e coerente sia narrativamente sia ideologicamente, nonostante l'oscurità linguistica tipica del linguaggio apocalittico. Quest'opera si segnala soprattutto per la sua antichità (fine I secolo), e per la forte commistione ideologica tra gnosi, giudaismo e prime comunità cristiane: le prime due componenti, in particolare, costituiscono l'ossatura dell'opera. La matrice gnostico-sethiana riscrive infatti radicalmente la storia della Genesi e delle vicende escatologiche alla luce del conflitto tra il Demiurgo, dio falso e stolto sovrano della materia, e il vero Dio, sovrano dello Spirito. Il Dio ebraico dell'Antico Testamento è dunque riletto in chiave fortemente negativa come un crudele persecutore che separa Adamo ed Eva dalla loro originaria androginia, manda il diluvio universale, incendia Sodoma e Gomorra e perseguita il Messia. Il Vero Dio è invece una presenza superiore ed indescrivibile che protegge gli gnostici, ossia i discendenti di Seth, figlio prediletto di Adamo, nelle vicende della storia cosmica. La vicenda narrata e il genere letterario, invece, sono fortemente giudaici: lo scritto, dopo una sezione testamentaria, si configura come una apocalisse onirico-visionaria sul modello dei Libri di Enoch e di Daniele, nella quale Adamo riceve da tre esseri divini una visione sulla storia cosmica (ossia l'esegesi della Genesi sopra discussa) e sugli eventi escatologici, ossia la venuta del Messia, la battaglia finale ed il giudizio universale. La terza componente, anche se mai esplicita, è quello che riflette la presenza di Gesù Cristo come Messia-Illuminatore: seppure mai chiamata per nome, la figura dell'Illuminatore unisce in sé sia i poteri divini che gli consentono di ¿operare segni e prodigi¿ sia la passione e la persecuzione che caratterizzavano il ¿servo sofferente¿ del Libro di Isaia. È soprattutto l'unione di questi due tratti, innovazione tipicamente cristiana, che ci consente di identificare plausibilmente Gesù Cristo nell' ¿Illuminatore¿ del nostro testo e, quindi, di considerare l'Apocalisse di Adamo come, forse, la più antica presentazione gnostico-cristiana della sua figura.
ITA
The Apocalypse of Adam (NH V,5) is surely a writing of great relevance for what concerns the Early Christian Age. This writing, found near Nag Hammadi (Egypt), was written with considerable certainty in Ancient Greek, but it comes to us only in a later Coptic translation with many loanwords and Greek forms. Despite the attempts of some scholars to perform a ¿source analysis¿ of the text, the Apocalypse of Adam actually appears to be a strongly cohesive and consistent work for what concerns both narrative and ideology. The text remain consistent, then, although the typical obscurity of the apocalyptical language. This writing distinguish itself mostly because of its ancientry (late I century A. D.) and because of the ideological mixture among Gnosis, Judaism and firsts Christian communities. Gnosis and Judaism, especially, are the backbone of this writing. The Christian element, although never being made explicit from the text, can be observed from many implicit allusions and also from the joining in a single character, the unnamed Phoster (Illuminator), of the features of the Jewish Messiah and of those concerning the ¿suffering servant¿ from Isaiah 43-52. This joining, considered from many scholars a Christian innovation, allows us to identify Jesus Christ with the Phoster described in the Apocalypse of Adam and, then, to consider this writing as his earliest Gnostic-Christian portrait.
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