Negli ultimi anni si parla sempre più frequentemente di “smart working”. In Italia, nel 2017, è stato approvato il disegno di legge che regolamenta lo smart working, la cui finalità è quella di promuovere forme di lavoro a distanza, più flessibili e semplificate, allo scopo di incrementare la produttività in azienda e favorire la conciliazione fra vita privata e professione. Lo smart working nasce nel Nord Europa per rispondere alle esigenze di work-life balance e si inserisce in un processo di transizione verso una politica di attenzione all’ambiente. In Italia il concetto di smart working ha iniziato a diffondersi circa dieci anni fa, grazie ad alcune iniziative che in quegli anni promuovevano giornate di “lavoro agile”, in una logica di work-life balance, resa possibile dalle nuove tecnologie. La pandemia del Covid-19 e il conseguente lockdown hanno però condotto all’adozione immediata e forzata di questa modalità di lavoro per tutte le imprese, sia del settore privato che pubblico, imponendo un improvviso cambio culturale e di abitudini lavorative, a volte non facile. Nel corso della trattazione si analizzeranno le problematiche relative ai nuovi meccanismi di funzionamento aziendali, partendo da una riprogettazione dell’organizzazione e delle leve di gestione. Si esamineranno le nuove metodologie di selezione, i nuovi ruoli emersi dalla reingegnerizzazione dei modelli organizzativi, l’importanza della motivazione dei dipendenti, le competenze presenti e da sviluppare, anche attraverso le nuove modalità di formazione a distanza. Si porrà in evidenza l’importanza della digitalizzazione nei processi organizzativi e si definirà il nuovo ruolo delle Risorse Umane che dovranno supportare il management a gestire questa nuova modalità di lavoro. Per fare ciò la funzione HR dovrà diventare sempre più business partner per identificare le aree critiche e favorirne l’agilità organizzativa, nonché dimostrare di essere agenti e facilitatori di tale cambiamento. Il presente elaborato cercherà, sia attraverso lo studio della letteratura sull’argomento, sia attraverso una ricerca condotta tramite interviste strutturate a manager di rilevanti aziende e società di consulenza, di dare delle risposte sul tema dello smartworking. Si analizzerà lo sforzo che aziende e lavoratori stanno mettendo in atto per adattarsi e adeguarsi a questo nuovo stile di lavoro, approfondendo quali valutazioni e apprendimenti si stanno traendo dall’esperienza fatta durante l’emergenza sanitaria da parte delle organizzazioni sullo smart working, la sua sostenibilità, il suo impatto sull’ambiente e sulle persone, sulla riqualificazione del lavoro del dipendente e delle sue capacità e se quindi l’emergenza, che ha determinato il ricorso allo smart working in questo periodo, sta precedendo un reale cambiamento e ripensamento del lavoro nei suoi vari aspetti. Sarà evidente come sia emersa in questo processo la centralità dell’individuo, come persona e come lavoratore, apportatore non soltanto di prestazioni prettamente professionali ma anche di capacità di adattamento e di potenziamento delle trasformazioni necessarie per affrontare le sfide del mondo futuro, alla luce di valori etici e sociali riscoperti.

Lo Smart Working oggi e le sue prospettive future nelle organizzazione aziendali

AMELOTTI, ANDREA
2020/2021

Abstract

Negli ultimi anni si parla sempre più frequentemente di “smart working”. In Italia, nel 2017, è stato approvato il disegno di legge che regolamenta lo smart working, la cui finalità è quella di promuovere forme di lavoro a distanza, più flessibili e semplificate, allo scopo di incrementare la produttività in azienda e favorire la conciliazione fra vita privata e professione. Lo smart working nasce nel Nord Europa per rispondere alle esigenze di work-life balance e si inserisce in un processo di transizione verso una politica di attenzione all’ambiente. In Italia il concetto di smart working ha iniziato a diffondersi circa dieci anni fa, grazie ad alcune iniziative che in quegli anni promuovevano giornate di “lavoro agile”, in una logica di work-life balance, resa possibile dalle nuove tecnologie. La pandemia del Covid-19 e il conseguente lockdown hanno però condotto all’adozione immediata e forzata di questa modalità di lavoro per tutte le imprese, sia del settore privato che pubblico, imponendo un improvviso cambio culturale e di abitudini lavorative, a volte non facile. Nel corso della trattazione si analizzeranno le problematiche relative ai nuovi meccanismi di funzionamento aziendali, partendo da una riprogettazione dell’organizzazione e delle leve di gestione. Si esamineranno le nuove metodologie di selezione, i nuovi ruoli emersi dalla reingegnerizzazione dei modelli organizzativi, l’importanza della motivazione dei dipendenti, le competenze presenti e da sviluppare, anche attraverso le nuove modalità di formazione a distanza. Si porrà in evidenza l’importanza della digitalizzazione nei processi organizzativi e si definirà il nuovo ruolo delle Risorse Umane che dovranno supportare il management a gestire questa nuova modalità di lavoro. Per fare ciò la funzione HR dovrà diventare sempre più business partner per identificare le aree critiche e favorirne l’agilità organizzativa, nonché dimostrare di essere agenti e facilitatori di tale cambiamento. Il presente elaborato cercherà, sia attraverso lo studio della letteratura sull’argomento, sia attraverso una ricerca condotta tramite interviste strutturate a manager di rilevanti aziende e società di consulenza, di dare delle risposte sul tema dello smartworking. Si analizzerà lo sforzo che aziende e lavoratori stanno mettendo in atto per adattarsi e adeguarsi a questo nuovo stile di lavoro, approfondendo quali valutazioni e apprendimenti si stanno traendo dall’esperienza fatta durante l’emergenza sanitaria da parte delle organizzazioni sullo smart working, la sua sostenibilità, il suo impatto sull’ambiente e sulle persone, sulla riqualificazione del lavoro del dipendente e delle sue capacità e se quindi l’emergenza, che ha determinato il ricorso allo smart working in questo periodo, sta precedendo un reale cambiamento e ripensamento del lavoro nei suoi vari aspetti. Sarà evidente come sia emersa in questo processo la centralità dell’individuo, come persona e come lavoratore, apportatore non soltanto di prestazioni prettamente professionali ma anche di capacità di adattamento e di potenziamento delle trasformazioni necessarie per affrontare le sfide del mondo futuro, alla luce di valori etici e sociali riscoperti.
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