The subject of this thesis is the evolution of the subsidiarity principle in the Treaties that have marked the stages of the European integration process, with particular attention to the Lisbon Treaty, which introduced the ex-ante subsidiarity control mechanism, through the early warning procedure. The work is structured in three chapters: the first one introduces the concept of subsidiarity, according to the different interpretations proposed by Aristotle, Thomas Aquinas, Johannes Althusius, Georg W. F. Hegel, John Locke, Pierre-Jospeh Proudhon, Wilhelm E. Ketteler and Luigi Taparelli D'Azeglio, who laid the basis for the theoretical content of the Social Doctrine of the Church, enunciated in many papal encyclicals, and resumed in Ioannes Paulus II's Centesimus Annus. In addition, the values evoked by subsidiarity are presented, and the main theories of the principle itself are illustrated. Next, subsidiarity is considered in relation to the political-administrative set-up of federalism, illustrating the cases of Switzerland, Germany, and the United States. The second chapter focuses on subsidiarity as a principle underlying European integration. The European Coal and Steel Community provided for sectoral integration, with common institutions, implicitly governed by the principle of subsidiarity. With the signing of the Treaties of Rome in 1957 and the birth of the EEC, subsidiarity plays a central role in the continuation of the process of economic integration. In the 1975 Commission Report (Tindemans Report), the principle of subsidiarity was understood as a criterion in the allocation of competences, while the MacDougall Report (1975-1977) introduced the spill-over test and the concept of externalities. Subsidiarity was subsequently taken up in 1984 in Altiero Spinelli's Draft Treaty on the EU, which intended to base the European political union on this principle, as a hinge linking the communitarian and intergovernmental methods. In the Single European Act, the principle of subsidiarity is applied to environmental policy, taking up the concept of externalities, as an area with a high degree of cross-border effects. In addition to establishing the three-pillar structure of the European Union, the Maastricht Treaty elevated subsidiarity to a general principle of Community law. In 1997, Protocol No 30 on the application of the principles of subsidiarity and proportionality was annexed to the Treaty of Amsterdam. The principle is also mentioned in the draft Treaty establishing a Constitution for Europe, in particular in the Protocol on the role of national parliaments in the European Union and the Protocol on the application of the principles of subsidiarity and proportionality. The third chapter includes a focus on the 2009 Lisbon Treaty, in particular Protocols 1 and 2, which provide for enhanced cooperation between the Commission and national parliaments. This cooperation takes place through two instruments: the political dialogue and the ex-ante subsidiarity control mechanism, through the early warning procedure. In addition, Article 8 of Protocol No 2 provides for the possibility of an ex-post subsidiarity check, involving the Court of Justice. Finally, yellow card cases will be presented, as no orange cards have been drawn so far.
L’argomento di questa tesi è l’evoluzione del principio di sussidiarietà nei Trattati che hanno segnato le tappe del processo di integrazione europea, con particolare attenzione al Trattato di Lisbona, che ha introdotto il meccanismo di controllo della sussidiarietà ex ante, tramite la procedura di early warning. Il lavoro è strutturato in tre capitoli: nel primo viene introdotto il concetto di sussidiarietà, secondo le diverse interpretazioni proposte da diversi autori. La sussidiarietà sarà poi analizzata secondo quanto enunciato nelle molteplici encicliche papali, da Papa Leone XIII fino a Papa Francesco. Inoltre, vengono presentati i valori evocati dalla sussidiarietà, ed illustrate le principali teoriche del principio stesso. A seguire, la sussidiarietà viene considerata in relazione all’assetto politico-amministrativo del federalismo, illustrando i casi di Svizzera, Germania, e Stati Uniti. Il secondo capitolo si sviluppa intorno alla sussidiarietà come principio all’origine della costruzione europea. La Comunità europea del carbone e dell’acciaio prevedeva una integrazione settoriale, con istituzioni comuni, regolamentate implicitamente dal principio di sussidiarietà. Con la firma dei Trattati di Roma nel 1957 e la nascita della Cee, il potere sussidiario ha funzione centrale per la prosecuzione del processo di integrazione economica. Nel Rapporto della Commissione del 1975 (Rapporto Tindemans) il principio di sussidiarietà è inteso come criterio nell’attribuzione delle competenze, mentre nel Rapporto MacDougall (1975-1977) vengono introdotti il dispositivo dello spill-over test e il concetto di esternalità. La sussidiarietà viene, in seguito, ripresa nel 1984 nel Progetto di Trattato sull’Ue di Altiero Spinelli, il quale intende fondare l’Unione politica europea su questo principio, come cerniera che connette i metodi comunitario e intergovernativo. Nell’Atto Unico europeo il principio di sussidiarietà viene applicato alla politica ambientale, riprendendo il concetto di esternalità, in quanto settore con un grado elevato di effetti transfrontalieri. Oltre ad istituire la struttura a tre pilastri dell’Unione europea, nel Trattato di Maastricht la sussidiarietà viene elevata a principio generale dell’ordinamento comunitario. Nel 1997, viene allegato al Trattato di Amsterdam il Protocollo n. 30 sull’applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità. Ugualmente, il principio viene citato nel Progetto di Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa, in particolare nel Protocollo sul ruolo dei Parlamenti nazionali nell’Unione europea, e nel Protocollo sull’applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità. Il terzo capitolo include il focus sul Trattato di Lisbona del 2009, in particolare i Protocolli n. 1 e 2, che sanciscono una maggiore cooperazione tra la Commissione e i Parlamenti nazionali. La cooperazione si realizza attraverso due strumenti: il dialogo politico e il meccanismo di controllo della sussidiarietà ex ante, tramite la procedura di early warning. Inoltre, l’art. 8 del protocollo n. 2 sancisce la possibilità di una verifica ex post sul principio di sussidiarietà, con il coinvolgimento della Corte di giustizia. Infine, verranno presentati i casi di cartellino giallo, poiché fino ad ora non sono ancora stati estratti cartellini arancioni.
L’evoluzione del principio di sussidiarietà nel processo di integrazione europea, con focus sul Trattato di Lisbona e sull’early warning mechanism
PEIROLO, MARGHERITA
2020/2021
Abstract
L’argomento di questa tesi è l’evoluzione del principio di sussidiarietà nei Trattati che hanno segnato le tappe del processo di integrazione europea, con particolare attenzione al Trattato di Lisbona, che ha introdotto il meccanismo di controllo della sussidiarietà ex ante, tramite la procedura di early warning. Il lavoro è strutturato in tre capitoli: nel primo viene introdotto il concetto di sussidiarietà, secondo le diverse interpretazioni proposte da diversi autori. La sussidiarietà sarà poi analizzata secondo quanto enunciato nelle molteplici encicliche papali, da Papa Leone XIII fino a Papa Francesco. Inoltre, vengono presentati i valori evocati dalla sussidiarietà, ed illustrate le principali teoriche del principio stesso. A seguire, la sussidiarietà viene considerata in relazione all’assetto politico-amministrativo del federalismo, illustrando i casi di Svizzera, Germania, e Stati Uniti. Il secondo capitolo si sviluppa intorno alla sussidiarietà come principio all’origine della costruzione europea. La Comunità europea del carbone e dell’acciaio prevedeva una integrazione settoriale, con istituzioni comuni, regolamentate implicitamente dal principio di sussidiarietà. Con la firma dei Trattati di Roma nel 1957 e la nascita della Cee, il potere sussidiario ha funzione centrale per la prosecuzione del processo di integrazione economica. Nel Rapporto della Commissione del 1975 (Rapporto Tindemans) il principio di sussidiarietà è inteso come criterio nell’attribuzione delle competenze, mentre nel Rapporto MacDougall (1975-1977) vengono introdotti il dispositivo dello spill-over test e il concetto di esternalità. La sussidiarietà viene, in seguito, ripresa nel 1984 nel Progetto di Trattato sull’Ue di Altiero Spinelli, il quale intende fondare l’Unione politica europea su questo principio, come cerniera che connette i metodi comunitario e intergovernativo. Nell’Atto Unico europeo il principio di sussidiarietà viene applicato alla politica ambientale, riprendendo il concetto di esternalità, in quanto settore con un grado elevato di effetti transfrontalieri. Oltre ad istituire la struttura a tre pilastri dell’Unione europea, nel Trattato di Maastricht la sussidiarietà viene elevata a principio generale dell’ordinamento comunitario. Nel 1997, viene allegato al Trattato di Amsterdam il Protocollo n. 30 sull’applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità. Ugualmente, il principio viene citato nel Progetto di Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa, in particolare nel Protocollo sul ruolo dei Parlamenti nazionali nell’Unione europea, e nel Protocollo sull’applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità. Il terzo capitolo include il focus sul Trattato di Lisbona del 2009, in particolare i Protocolli n. 1 e 2, che sanciscono una maggiore cooperazione tra la Commissione e i Parlamenti nazionali. La cooperazione si realizza attraverso due strumenti: il dialogo politico e il meccanismo di controllo della sussidiarietà ex ante, tramite la procedura di early warning. Inoltre, l’art. 8 del protocollo n. 2 sancisce la possibilità di una verifica ex post sul principio di sussidiarietà, con il coinvolgimento della Corte di giustizia. Infine, verranno presentati i casi di cartellino giallo, poiché fino ad ora non sono ancora stati estratti cartellini arancioni.File | Dimensione | Formato | |
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