La tesi ha come oggetto il cambiamento in atto nel paradigma del lavoro, il quale da fine è sempre percepito più come un mezzo per esprimere se stessi e le proprie potenzialità, e non ricopre più, per le vite di molti lavoratori, il ruolo fondamentale che aveva in precedenza. Nonostante abbiano ancora un loro peso nella scelta di una determinata occupazione, la retribuzione e la prospettiva di carriera non sono più prioritarie rispetto al benessere psicofisico e alla possibilità di dedicare tempo a se stessi, ai propri cari o alle proprie passioni. Questi fattori hanno portato all’affermazione di nuove modalità di organizzazione del lavoro; nonostante presentino vantaggi per le parti interessate, esse lasciano diverse sfide aperte e alcuni interrogativi irrisolti. Il primo capitolo illustra la base teorica dell’elaborato, offrendo uno sguardo d’insieme sull’economia della felicità, o Happiness economics, e propone una sintesi del pensiero di John Maynard Keynes, del lavoro di Richard Layard, di Bruno Frey e di Tim Jackson. Vi si presenta inoltre il contesto attuale, in cui la pandemia ha rappresentato per molti lavoratori l’occasione per interrogarsi sulle loro vite. Il secondo capitolo approfondisce le caratteristiche del fenomeno della “Great Resignation”, originatosi negli Stati Uniti d’America nel 2021 per poi approdare anche in Europa e in Italia. Vi si offre inoltre una panoramica sui tratti distintivi della Generazione Z, sempre più protagonista nel mondo del lavoro. I lavoratori appartenenti a questa categoria, infatti, non solo sentono l’esigenza di una migliore work-life balance, ma sembrano mostrare anche una crescente attenzione verso i temi ambientali. Nonostante questa sensibilità interessi una piccola parte dei lavoratori, essa, tuttavia, sembra destinata a toccare sempre più persone e potrebbe diventare una discriminante importante nella scelta di una posizione lavorativa. Il terzo capitolo analizza come greenwashing e informazioni scorrette e incomplete inerenti alla sostenibilità ambientale siano oggi estremamente rischiosi per la competitività delle aziende. Il greenwashing, infatti, potrebbe generare non solo effetti negativi sulla credibilità dell’azienda, ma anche una perdita di attrattività per quanto riguarda nuovi potenziali dipendenti. Il quarto capitolo approfondisce le opportunità e le sfide introdotte da nuove modalità di organizzazione del lavoro e da strumenti specifici adottati per venire incontro alle nuove esigenze dei lavoratori. Segue poi una trattazione delle principali problematiche poste da queste innovazioni: esse, pur offrendo numerosi vantaggi sia ai datori di lavoro sia ai dipendenti, presentano contraddizioni e rischi connessi alla loro implementazione. L’elaborato è arricchito da quattro interviste a esperti del settore, riportate integralmente in appendice.
Da fine a mezzo. Il nuovo paradigma del lavoro ai tempi della “Great Resignation”, della “Generazione Z”, e della crisi climatica.
PASSONI, MARTINA
2021/2022
Abstract
La tesi ha come oggetto il cambiamento in atto nel paradigma del lavoro, il quale da fine è sempre percepito più come un mezzo per esprimere se stessi e le proprie potenzialità, e non ricopre più, per le vite di molti lavoratori, il ruolo fondamentale che aveva in precedenza. Nonostante abbiano ancora un loro peso nella scelta di una determinata occupazione, la retribuzione e la prospettiva di carriera non sono più prioritarie rispetto al benessere psicofisico e alla possibilità di dedicare tempo a se stessi, ai propri cari o alle proprie passioni. Questi fattori hanno portato all’affermazione di nuove modalità di organizzazione del lavoro; nonostante presentino vantaggi per le parti interessate, esse lasciano diverse sfide aperte e alcuni interrogativi irrisolti. Il primo capitolo illustra la base teorica dell’elaborato, offrendo uno sguardo d’insieme sull’economia della felicità, o Happiness economics, e propone una sintesi del pensiero di John Maynard Keynes, del lavoro di Richard Layard, di Bruno Frey e di Tim Jackson. Vi si presenta inoltre il contesto attuale, in cui la pandemia ha rappresentato per molti lavoratori l’occasione per interrogarsi sulle loro vite. Il secondo capitolo approfondisce le caratteristiche del fenomeno della “Great Resignation”, originatosi negli Stati Uniti d’America nel 2021 per poi approdare anche in Europa e in Italia. Vi si offre inoltre una panoramica sui tratti distintivi della Generazione Z, sempre più protagonista nel mondo del lavoro. I lavoratori appartenenti a questa categoria, infatti, non solo sentono l’esigenza di una migliore work-life balance, ma sembrano mostrare anche una crescente attenzione verso i temi ambientali. Nonostante questa sensibilità interessi una piccola parte dei lavoratori, essa, tuttavia, sembra destinata a toccare sempre più persone e potrebbe diventare una discriminante importante nella scelta di una posizione lavorativa. Il terzo capitolo analizza come greenwashing e informazioni scorrette e incomplete inerenti alla sostenibilità ambientale siano oggi estremamente rischiosi per la competitività delle aziende. Il greenwashing, infatti, potrebbe generare non solo effetti negativi sulla credibilità dell’azienda, ma anche una perdita di attrattività per quanto riguarda nuovi potenziali dipendenti. Il quarto capitolo approfondisce le opportunità e le sfide introdotte da nuove modalità di organizzazione del lavoro e da strumenti specifici adottati per venire incontro alle nuove esigenze dei lavoratori. Segue poi una trattazione delle principali problematiche poste da queste innovazioni: esse, pur offrendo numerosi vantaggi sia ai datori di lavoro sia ai dipendenti, presentano contraddizioni e rischi connessi alla loro implementazione. L’elaborato è arricchito da quattro interviste a esperti del settore, riportate integralmente in appendice.File | Dimensione | Formato | |
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