The world we live in seems to be under constant threats, impossible to circumscribe, and difficult to stop. They are now dynamics that man has almost been forced to get used to, due to their increasingly frequent recurrence, from environmental disasters to economic crises, up to the recent health challenge. However, there have been some voices of intellectuals and scientists who have long ago highlighted this irreversible path, urging the search for global rather than national answers. Among them, Ulrich Beck was certainly one of the most interesting contemporary sociologists. His critical gaze has been defined by many as pioneering in the recognition of some important characteristics of today's world, first of all, the advent of what he called the risk society, a theory proposed in the mid-1980s and enriched in the research of the decades. subsequent. A few decades after the beginning of his career, contemporary events seem to update the works of the German sociologist. Today more than ever, therefore, the challenge launched by Beck deserves to be recalled and analyzed in order to judge its contemporaneity. For this reason, the aim of this research consists in the first place in outlining his theoretical arc, to understand how his thinking has evolved over time, focusing on two macro-themes of his varied production, namely the world order and the new dynamics that the second modernity introduced, and the concept of cosmopolitanism declined in a European key, since the European Union is considered one of the potential tools for responding to these challenges. Secondly, we will try to assess whether the theory constructed by Ulrich Beck is keeping pace with the times or whether the diagnosis he proposes has been shown not to work in the light of contemporary events.
Il mondo in cui viviamo sembra essere sottoposto a costanti minacce, impossibili da circoscrivere e difficili da arrestare. Sono ormai dinamiche a cui l’uomo è stato quasi costretto ad abituarsi, a causa del loro riproporsi sempre più frequente, dai disastri ambientali alle crisi economiche, sino alla recente sfida sanitaria. Tuttavia, ci sono state alcune voci di intellettuali e scienziati che già tempo addietro hanno messo in luce questo percorso irreversibile, esortando alla ricerca di risposte globali piuttosto che nazionali. Tra di essi, Ulrich Beck è stato certamente uno dei sociologi contemporanei più interessanti. Il suo sguardo critico è stato definito da molti pioneristico nel riconoscimento di alcune importanti caratteristiche del mondo attuale, prima fra tutte l’avvento di quella che egli ha definito la società del rischio, teoria proposta a metà degli anni Ottanta e arricchita nella ricerca dei decenni successivi. A distanza di qualche decennio dall’inizio della sua carriera, gli eventi contemporanei sembrano riattualizzare le opere del sociologo tedesco. Oggi più che mai, dunque, la sfida lanciata da Beck merita di essere rievocata e analizzata per giudicarne la contemporaneità. Per tale motivo, l’obiettivo di questa ricerca consiste in primo luogo nel delineare il suo arco teorico, ossia comprendere come il suo pensiero si sia evoluto nel tempo, concentrandosi su due macrotemi della sua variegata produzione, ossia l’ordine mondiale e le nuove dinamiche che la seconda modernità ha introdotto, e il concetto di cosmopolitismo declinato in chiave europea, dal momento che l’Unione europea è considerata uno dei potenziali strumenti per rispondere a tali sfide. In secondo luogo, si cercherà di valutare se la teoria costruita da Ulrich Beck regge il passo con i tempi o se la diagnosi che egli propone ha mostrato di non funzionare alla luce degli eventi contemporanei.
Ulrich Beck e la società del rischio. Sviluppi e prospettive
TOMASELLO, CHIARA
2020/2021
Abstract
Il mondo in cui viviamo sembra essere sottoposto a costanti minacce, impossibili da circoscrivere e difficili da arrestare. Sono ormai dinamiche a cui l’uomo è stato quasi costretto ad abituarsi, a causa del loro riproporsi sempre più frequente, dai disastri ambientali alle crisi economiche, sino alla recente sfida sanitaria. Tuttavia, ci sono state alcune voci di intellettuali e scienziati che già tempo addietro hanno messo in luce questo percorso irreversibile, esortando alla ricerca di risposte globali piuttosto che nazionali. Tra di essi, Ulrich Beck è stato certamente uno dei sociologi contemporanei più interessanti. Il suo sguardo critico è stato definito da molti pioneristico nel riconoscimento di alcune importanti caratteristiche del mondo attuale, prima fra tutte l’avvento di quella che egli ha definito la società del rischio, teoria proposta a metà degli anni Ottanta e arricchita nella ricerca dei decenni successivi. A distanza di qualche decennio dall’inizio della sua carriera, gli eventi contemporanei sembrano riattualizzare le opere del sociologo tedesco. Oggi più che mai, dunque, la sfida lanciata da Beck merita di essere rievocata e analizzata per giudicarne la contemporaneità. Per tale motivo, l’obiettivo di questa ricerca consiste in primo luogo nel delineare il suo arco teorico, ossia comprendere come il suo pensiero si sia evoluto nel tempo, concentrandosi su due macrotemi della sua variegata produzione, ossia l’ordine mondiale e le nuove dinamiche che la seconda modernità ha introdotto, e il concetto di cosmopolitismo declinato in chiave europea, dal momento che l’Unione europea è considerata uno dei potenziali strumenti per rispondere a tali sfide. In secondo luogo, si cercherà di valutare se la teoria costruita da Ulrich Beck regge il passo con i tempi o se la diagnosi che egli propone ha mostrato di non funzionare alla luce degli eventi contemporanei.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/70049