I disastri climatici vengono classificati principalmente in sudden onset disasters e slow onset disasters proprio per la loro caratteristica temporale. Già Hugo nel 1996 in “Environmental concerns and international migration” teorizzava che i fattori ambientali agissero in un continuum temporale, dai slow-onset stresses ai rapid-onset disasters. Alluvioni, terremoti, tsunami o eruzioni vulcaniche sono eventi immediati, mentre desertificazione, innalzamento del livello dei mari, o la salinizzazione degradano l’ambiente in un arco temporale maggiore. Assunto principale di questa tesi è che i fenomeni climatici, ed in particolare quelli influenzati dall’uomo, contribuiscano alla migrazione umana. Diversi studi, tra cui anche quelli di Black et al. (2011) e Piguet, dimostrano come la decisione migratoria sia multi-causale: politica, economia, ambiente, società e cultura giocano un ruolo fondamentale. Dunque, l’analisi del contesto risulta fondamentale per comprendere il fenomeno migratorio. L’analisi si concentra infatti su esempi concreti di migrazioni prodotte da cause connesse al cambiamento climatico. Fin dagli anni ’70 si teorizza una correlazione tra eventi climatici e migrazione. In particolare, gli studiosi si dividono in due posizioni principali: massimalisti e minimalisti. I primi, come Lewin et al. (2012) sostengono l’esistenza di un modello lineare push e pull del degrado ambientale, e che gli esseri umani migreranno da luoghi ambientalmente degradati verso ambienti meno degradati. Black et al. (2011), appartenenti alla posizione minimalista, guardano invece alla scelta migratoria come adattamento, e identificano cause diverse che la influenzano e si correlano con essa. All’interno dell’elaborato verrà presentata anche la teoria NELM, che vede nella migrazione una strategia di diversificazione del reddito, soprattutto per quelle famiglie che vivono in aree rurali prevalentemente agricole. L’obbiettivo di questo studio è quindi determinare come il cambiamento climatico contribuisca alla migrazione. La domanda di ricerca che guida l’elaborato è quindi: “in che modo il cambiamento climatico influenza gli spostamenti umani?” Risulta necessario inoltre approfondire anche l’approccio istituzionale, esaminando la proposta di una categoria tutelata da parte della comunità internazionale. Il caso studio sui Caraibi rappresenta un significativo esempio di come i cambiamenti climatici abbiano impattato sulla regione. Verranno quindi esaminate le influenze migratorie di questi fenomeni e il panorama normativo regionale e statale verso la protezione dei migranti. Infine, il confronto tra diversi documentari, tra i quali “Climate refugees” e “The climate exodus – mass migration” permette di elaborare un punto di vista sulla narrativa documentaristica della migrazione climatica.

Migrazioni climatiche e politiche internazionali: Il caso studio dei Caraibi

DI GIOVANNI, VITTORIA
2020/2021

Abstract

I disastri climatici vengono classificati principalmente in sudden onset disasters e slow onset disasters proprio per la loro caratteristica temporale. Già Hugo nel 1996 in “Environmental concerns and international migration” teorizzava che i fattori ambientali agissero in un continuum temporale, dai slow-onset stresses ai rapid-onset disasters. Alluvioni, terremoti, tsunami o eruzioni vulcaniche sono eventi immediati, mentre desertificazione, innalzamento del livello dei mari, o la salinizzazione degradano l’ambiente in un arco temporale maggiore. Assunto principale di questa tesi è che i fenomeni climatici, ed in particolare quelli influenzati dall’uomo, contribuiscano alla migrazione umana. Diversi studi, tra cui anche quelli di Black et al. (2011) e Piguet, dimostrano come la decisione migratoria sia multi-causale: politica, economia, ambiente, società e cultura giocano un ruolo fondamentale. Dunque, l’analisi del contesto risulta fondamentale per comprendere il fenomeno migratorio. L’analisi si concentra infatti su esempi concreti di migrazioni prodotte da cause connesse al cambiamento climatico. Fin dagli anni ’70 si teorizza una correlazione tra eventi climatici e migrazione. In particolare, gli studiosi si dividono in due posizioni principali: massimalisti e minimalisti. I primi, come Lewin et al. (2012) sostengono l’esistenza di un modello lineare push e pull del degrado ambientale, e che gli esseri umani migreranno da luoghi ambientalmente degradati verso ambienti meno degradati. Black et al. (2011), appartenenti alla posizione minimalista, guardano invece alla scelta migratoria come adattamento, e identificano cause diverse che la influenzano e si correlano con essa. All’interno dell’elaborato verrà presentata anche la teoria NELM, che vede nella migrazione una strategia di diversificazione del reddito, soprattutto per quelle famiglie che vivono in aree rurali prevalentemente agricole. L’obbiettivo di questo studio è quindi determinare come il cambiamento climatico contribuisca alla migrazione. La domanda di ricerca che guida l’elaborato è quindi: “in che modo il cambiamento climatico influenza gli spostamenti umani?” Risulta necessario inoltre approfondire anche l’approccio istituzionale, esaminando la proposta di una categoria tutelata da parte della comunità internazionale. Il caso studio sui Caraibi rappresenta un significativo esempio di come i cambiamenti climatici abbiano impattato sulla regione. Verranno quindi esaminate le influenze migratorie di questi fenomeni e il panorama normativo regionale e statale verso la protezione dei migranti. Infine, il confronto tra diversi documentari, tra i quali “Climate refugees” e “The climate exodus – mass migration” permette di elaborare un punto di vista sulla narrativa documentaristica della migrazione climatica.
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