Il Bacino Terziario Piemontese (BTP), sviluppandosi a cavallo del limite tra le due catene alpina e appenninica, rappresenta un’area chiave per lo studio e la comprensione della complessa evoluzione del sistema Alpi-Appennini. Il presente lavoro si propone di effettuare studi di carattere petrografico sui depositi arenitici della successione oligo-miocenica affioranti nel settore orientale dell’Alto Monferrato, nell’area compresa tra la Valle Scrivia e la Val Lemme, allo scopo di discriminare e definire le potenziali aree sorgenti e quindi facilitare la comprensione degli aspetti evolutivi di questo settore del BTP. Sono stati presi in esame e campionati i livelli arenitici delle seguenti formazioni datate dal Rupeliano al Serravalliano (Oligocene inf.-Miocene medio): Formazione di Molare, Formazione di Costa Montada, Formazione di Visone, Formazione di Costa Areasa, Marne di Cessole e Arenarie di Serravalle. Sui campioni raccolti sono stati condotti due tipi di analisi: - Analisi modale, tramite la quale è stata effettuata una valutazione quantitativa dei minerali e dei frammenti litici costituenti la roccia, distinguendoli in classi petrografiche con successiva classificazione delle areniti; - Analisi in catodoluminescenza, che fornisce un prezioso contributo nel rendere agevole la distinzione della componente quarzosa da quella feldspatica, degli alcali feldspati dai plagioclasi, dei diversi tipi di granuli carbonatici e nel riconoscimento dei bioclasti. L’utilizzo delle suddette tecniche analitiche ha permesso di quantificare e discriminare la natura delle diverse componenti delle areniti, consentendo una classificazione composizionale delle stesse, grazie anche all’ausilio del diagramma classificativo QFL di Folk (1968), il quale però presenta l’importante limite applicativo di non considerare tutte le componenti individuate. Si è resa quindi necessaria l’integrazione del diagramma NCE-NCI-CE-CI di Zuffa (1980), il quale ha facilitato la lettura dei dati ottenuti, permettendo l’analisi dei campioni considerando il loro intero spettro composizionale. Lo studio sui frammenti litici ha inoltre reso possibile l'individuazione di un trend negli apporti dall'Oligocene inf. al Miocene medio che consiste nella progressiva riduzione dei litici metamorfici di origine oceanica.

ANALISI PETROGRAFICA DELLE ARENITI DI ETA’ OLIGOCENE SUP. – SERRAVALLIANO NEL SETTORE ORIENTALE DELL’ALTO MONFERRATO

SCAGLIONE, ANTONIO
2020/2021

Abstract

Il Bacino Terziario Piemontese (BTP), sviluppandosi a cavallo del limite tra le due catene alpina e appenninica, rappresenta un’area chiave per lo studio e la comprensione della complessa evoluzione del sistema Alpi-Appennini. Il presente lavoro si propone di effettuare studi di carattere petrografico sui depositi arenitici della successione oligo-miocenica affioranti nel settore orientale dell’Alto Monferrato, nell’area compresa tra la Valle Scrivia e la Val Lemme, allo scopo di discriminare e definire le potenziali aree sorgenti e quindi facilitare la comprensione degli aspetti evolutivi di questo settore del BTP. Sono stati presi in esame e campionati i livelli arenitici delle seguenti formazioni datate dal Rupeliano al Serravalliano (Oligocene inf.-Miocene medio): Formazione di Molare, Formazione di Costa Montada, Formazione di Visone, Formazione di Costa Areasa, Marne di Cessole e Arenarie di Serravalle. Sui campioni raccolti sono stati condotti due tipi di analisi: - Analisi modale, tramite la quale è stata effettuata una valutazione quantitativa dei minerali e dei frammenti litici costituenti la roccia, distinguendoli in classi petrografiche con successiva classificazione delle areniti; - Analisi in catodoluminescenza, che fornisce un prezioso contributo nel rendere agevole la distinzione della componente quarzosa da quella feldspatica, degli alcali feldspati dai plagioclasi, dei diversi tipi di granuli carbonatici e nel riconoscimento dei bioclasti. L’utilizzo delle suddette tecniche analitiche ha permesso di quantificare e discriminare la natura delle diverse componenti delle areniti, consentendo una classificazione composizionale delle stesse, grazie anche all’ausilio del diagramma classificativo QFL di Folk (1968), il quale però presenta l’importante limite applicativo di non considerare tutte le componenti individuate. Si è resa quindi necessaria l’integrazione del diagramma NCE-NCI-CE-CI di Zuffa (1980), il quale ha facilitato la lettura dei dati ottenuti, permettendo l’analisi dei campioni considerando il loro intero spettro composizionale. Lo studio sui frammenti litici ha inoltre reso possibile l'individuazione di un trend negli apporti dall'Oligocene inf. al Miocene medio che consiste nella progressiva riduzione dei litici metamorfici di origine oceanica.
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