Questa tesi ha l’obiettivo di proporre un’interpretazione di natura sociologica del fenomeno dell’abuso di potere della Polizia di Stato italiana. La polizia di Stato è l’autorità di pubblica sicurezza che oltre a vigilare sull’ordine pubblico, fornisce anche soccorso a soggetti pubblici e privati in caso di infortuni e risoluzione pacifica dei dissidi tra privati. Quindi, la Polizia di Stato è l’istituzione dedita alla garanzia dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini. La Polizia ha la responsabilità di salvaguardare il benessere domestico della popolazione e tale obbligo si estende anche in maniera qualificata alla tutela di coloro che violano la legge, che sono antagonisti o violenti nei confronti della polizia o che intendono farsi del male. Nel trattare con tali individui, la Polizia può usare la forza in modi ragionevoli e prudenti per proteggere se stessa e gli altri. Tuttavia, la quantità di forza utilizzata dovrebbe essere proporzionale alla minaccia e limitata alla quantità minima richiesta per compiere un'azione legittima di polizia Quella che seguirà è un’analisi del fenomeno dell’abuso di potere, considerando queto come una variabile dipendente da una serie di fattori divisi su tre livelli corrispondenti alle tre dimensioni sociali principali entro cui un singolo individuo si muove, agisce e prende decisioni: il contesto sociale generale, composto dalla società in cui vive tutti i giorni durante lo svolgimento delle proprie attività quotidiane; il contesto subculturale lavorativo, che in questo caso specifico prende il nome di cultura di polizia – o canteen culture nel panorama sociologico internazionale – ; il piano individuale, nel quale l’individuo, dotato di una propria autonomia intellettuale e di azione, valuta quale decisione prendere sulla base dei propri valori, la propria morale, le proprie peculiarità psico-fisiche.

Abuso di potere della Polizia di Stato: studio e analisi sociologica del fenomeno in Italia

SERRA, IRENE
2020/2021

Abstract

Questa tesi ha l’obiettivo di proporre un’interpretazione di natura sociologica del fenomeno dell’abuso di potere della Polizia di Stato italiana. La polizia di Stato è l’autorità di pubblica sicurezza che oltre a vigilare sull’ordine pubblico, fornisce anche soccorso a soggetti pubblici e privati in caso di infortuni e risoluzione pacifica dei dissidi tra privati. Quindi, la Polizia di Stato è l’istituzione dedita alla garanzia dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini. La Polizia ha la responsabilità di salvaguardare il benessere domestico della popolazione e tale obbligo si estende anche in maniera qualificata alla tutela di coloro che violano la legge, che sono antagonisti o violenti nei confronti della polizia o che intendono farsi del male. Nel trattare con tali individui, la Polizia può usare la forza in modi ragionevoli e prudenti per proteggere se stessa e gli altri. Tuttavia, la quantità di forza utilizzata dovrebbe essere proporzionale alla minaccia e limitata alla quantità minima richiesta per compiere un'azione legittima di polizia Quella che seguirà è un’analisi del fenomeno dell’abuso di potere, considerando queto come una variabile dipendente da una serie di fattori divisi su tre livelli corrispondenti alle tre dimensioni sociali principali entro cui un singolo individuo si muove, agisce e prende decisioni: il contesto sociale generale, composto dalla società in cui vive tutti i giorni durante lo svolgimento delle proprie attività quotidiane; il contesto subculturale lavorativo, che in questo caso specifico prende il nome di cultura di polizia – o canteen culture nel panorama sociologico internazionale – ; il piano individuale, nel quale l’individuo, dotato di una propria autonomia intellettuale e di azione, valuta quale decisione prendere sulla base dei propri valori, la propria morale, le proprie peculiarità psico-fisiche.
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