The purpose of this dissertation is to delve into the familial mobster mentality in a psychodynamic, analytical, clinical and judicial frame. This final piece was essentially born out of a detailed analysis of different books, studies and real accounts. Great inspiration was found in Reggio Calabria's prosecutor Nicola Gratteri's works, specifically his own book "Fratelli di Sangue" (2019) and doctor Fiore Innocenzo's studies, particularly "Le radici inconsce dello psichismo mafioso" (1997) and professor Lo Verso Girolamo, with his own contribution "Mafia e follia: Il caso Vitale. Uno studio psicodinamico e psicopatologico" (1995). Main focus of the study itself is the one concerning relational psychodynamics deep into Mafia organizations, and how these tend to impact a single, specific individual. Which of course, begs the question: In what measure do environment and familial relationships shape an individual’s growth? To what extent do a Mafia-based education and parental bond actually predict a criminal record and career? In order to try and answer the question, the research was based on what a Mob family actually is, and using that as a starting point, more specifically how these types of families are often both biological and extended, only to then delve even deeper and examine every kind of detail that might be beneficial and useful to the study. When it comes to the extended type of family, most of the attention was put on structure, culture and mindset of Mafias in general. On the other hand, though, concerning biological families instead, only topics such as couple structuring, organizing and child rearing roles were tackled. In such a way, a specific procedure was followed, starting from a macro category, in this case the Mafia one, and ending with a single individual. The use of such a methodology proved optimal, because criminal psyche can only be understood by taking social, cultural, and familial factors into account. To introduce Mafia-based education and the resulting ties to organization, family and minors, a dedicated space to the female figure, mostly as a woman first and a mother later, was reserved between these pages, since the female figure itself seems to be growing more and more important by the day in educational contexts, with the same being safely said about the collaboration with justice and courts of Law. On such a base, and after having reached the apex of this particular dissertation, again concerning the formation of a criminal, violent psyche in minors, this thesis ends with an educational intervention specifically addressed to young adults in such an environment, not to mention a rehabilitation program still largely unknown, though already in place. The final hope is that this piece serves a real purpose in the divulgation and popularization of this treatment, so that the pain, agony and suffering of young people trapped in such toxic and criminal situations finally comes to light, along with the almost certain descent into criminal behaviors with the passage of time and consequent aging, thus understanding the need to provide them with the appropriate assistance, support, and most of all, safety.
L’obiettivo di questo lavoro è quello di approfondire e far conoscere la realtà familiare mafiosa, in una chiave psicodinamica, analitica, clinica e giudiziaria. Il lavoro finale è il frutto di un’analisi dettagliata di diversi studi, libri e storie reali. Di grande ispirazione e aiuto sono stati i libri del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, nello specifico il suo libro “Fratelli di sangue” (2019), e gli studi del dottore Fiore Innocenzo, in particolar modo “Le radici inconsce dello psichismo mafioso” (1997) e del professore Lo Verso Girolamo con il suo lavoro “Mafia e follia: il caso Vitale. Uno studio psicodinamico e psicopatologico” (1995). Focus dello studio è stato quello inerente alle psicodinamiche relazionali all’interno delle organizzazioni mafiose e come queste si riversano sul singolo individuo. La domanda che ci si è posti è: In quale misura l’ambiente e le relazioni familiari possano inficiare sulla crescita di un individuo? Quanto un’educazione mafiosa e il legame genitoriale possano essere predittori di una carriera criminale mafiosa? Per rispondere alla domanda di ricerca si è voluto impostare l’indagine partendo da cosa sia una famiglia mafiosa e come questa si suddivida in biologica e allargata, andando ad esaminare nel dettaglio ogni tipo di informazione che possa risultare utile al fine dello studio. Nel caso di quella allargata si è voluto esaminare in particolar modo la struttura, la cultura e il pensiero che convergono all’interno delle organizzazioni mafiose. Mentre, nel caso della famiglia biologica si sono affrontate le tematiche riguardanti la coppia e i loro compiti di sviluppo verso la prole. In tale maniera si è potuto seguire un iter partendo da una macro categoria, che è quella dell’organizzazione mafiosa, fino ad arrivare al singolo individuo. Si è voluta utilizzare questa metodologia perché solo comprendendo i fattori sociali, culturali, familiari e culturali si può arrivare a comprendere la psiche mafiosa. Al fine di introdurre l’educazione mafiosa e il conseguente legame tra organizzazione, famiglia e minori, si è voluto riservare uno spazio alla figura femminile nelle vesti di donna e soprattutto di madre, e come questa stia assumendo grande rilevanza nei contesti di educazione, ma anche di collaborazione con la giustizia e di pentitismo. Su questa base, dopo esser arrivati al fulcro del nostro lavoro, ovvero il minore e come avviene la formazione della psiche mafiosa, il lavoro si conclude con l’intervento educativo indirizzato ai ragazzi di mafia, un percorso riabilitativo già messo in atto ma ancora troppo poco conosciuto. Si spera che questo lavoro possa diventar utile alla divulgazione di tale trattamento, che si cominci a conoscere il disagio e la sofferenza dei minori di mafia e come questi si stabilizzino in comportamenti criminali con l’aumentare dell’età, comprendendo il bisogno di fornirgli assistenza e sostegno, e soprattutto di tutelarli.
Psicodinamiche relazionali all'interno della famiglia mafiosa
MASTRANGELO, SELENE
2020/2021
Abstract
L’obiettivo di questo lavoro è quello di approfondire e far conoscere la realtà familiare mafiosa, in una chiave psicodinamica, analitica, clinica e giudiziaria. Il lavoro finale è il frutto di un’analisi dettagliata di diversi studi, libri e storie reali. Di grande ispirazione e aiuto sono stati i libri del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, nello specifico il suo libro “Fratelli di sangue” (2019), e gli studi del dottore Fiore Innocenzo, in particolar modo “Le radici inconsce dello psichismo mafioso” (1997) e del professore Lo Verso Girolamo con il suo lavoro “Mafia e follia: il caso Vitale. Uno studio psicodinamico e psicopatologico” (1995). Focus dello studio è stato quello inerente alle psicodinamiche relazionali all’interno delle organizzazioni mafiose e come queste si riversano sul singolo individuo. La domanda che ci si è posti è: In quale misura l’ambiente e le relazioni familiari possano inficiare sulla crescita di un individuo? Quanto un’educazione mafiosa e il legame genitoriale possano essere predittori di una carriera criminale mafiosa? Per rispondere alla domanda di ricerca si è voluto impostare l’indagine partendo da cosa sia una famiglia mafiosa e come questa si suddivida in biologica e allargata, andando ad esaminare nel dettaglio ogni tipo di informazione che possa risultare utile al fine dello studio. Nel caso di quella allargata si è voluto esaminare in particolar modo la struttura, la cultura e il pensiero che convergono all’interno delle organizzazioni mafiose. Mentre, nel caso della famiglia biologica si sono affrontate le tematiche riguardanti la coppia e i loro compiti di sviluppo verso la prole. In tale maniera si è potuto seguire un iter partendo da una macro categoria, che è quella dell’organizzazione mafiosa, fino ad arrivare al singolo individuo. Si è voluta utilizzare questa metodologia perché solo comprendendo i fattori sociali, culturali, familiari e culturali si può arrivare a comprendere la psiche mafiosa. Al fine di introdurre l’educazione mafiosa e il conseguente legame tra organizzazione, famiglia e minori, si è voluto riservare uno spazio alla figura femminile nelle vesti di donna e soprattutto di madre, e come questa stia assumendo grande rilevanza nei contesti di educazione, ma anche di collaborazione con la giustizia e di pentitismo. Su questa base, dopo esser arrivati al fulcro del nostro lavoro, ovvero il minore e come avviene la formazione della psiche mafiosa, il lavoro si conclude con l’intervento educativo indirizzato ai ragazzi di mafia, un percorso riabilitativo già messo in atto ma ancora troppo poco conosciuto. Si spera che questo lavoro possa diventar utile alla divulgazione di tale trattamento, che si cominci a conoscere il disagio e la sofferenza dei minori di mafia e come questi si stabilizzino in comportamenti criminali con l’aumentare dell’età, comprendendo il bisogno di fornirgli assistenza e sostegno, e soprattutto di tutelarli.File | Dimensione | Formato | |
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