Questo elaborato di laurea si propone di inquadrare nel processo di deistituzionalizzazione italiano e nel dibattito che lo ha accompagnatoun tipo specifico di struttura residenziale psichiatrica: i gruppi appartamento. Il primo capitolo, dopo una premessa molto sintetica sulla situazione preunitaria, riassume i caratteri dell’ordinamento manicomiale italiano in vigore della legge 36/1904 enel quadro del dispositivo giuspschiatricoconsolidato dalla codificazione penale fascista. Si enfatizzeranno poi le continuità istituzionali dei primi due decenni repubblicani e il senso profondo dei nuovi paradigmi e delle pratiche innovative filtrate anche in Italia tra anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. Il secondo capitolo è dedicato alla svolta degli anni Sessanta e Settanta, che verrà inquadrata nella progettualità riformisticadei nuovi governi del PrimoCentro-sinistra con attenzione alla diffusione di modelli innovativi (Comunità terapeutica, Politica di settore), alla modernizzazione ospedaliera,ai margini di liberalizzazione del sistema permessodalla legge 431/1968 (che aprì una fase detta di «manicomialità attenuata») e alle esperienze più radicali di contestazione dell’ospedalità psichiatrica. La riforma psichiatrica sancita dalla legge stralcio 180/1978 sarà inquadrata nel più complessivo lavoro per la riforma sanitaria e le difficoltà della sua applicazione saranno a loro volta lette nel quadro del difficile sviluppo del Sistema sanitario nazionale, ostacolato dalla mancanza di pianificazione sanitaria sino a metà anni Novanta.I piani sanitari della seconda metà degli anni Novanta e i Progetti obiettivo Tutela della Salute mentalesaranno riassunti nell’ottica di descrivere le forme e la natura assuntein tutta Italia dai nuovi servizi in quel periodo, quandosi ottenne infine la chiusura degli ex manicomi rimasti aperti e d’altronde si sviluppò una nuova residenzialità sanitaria e assistenziale-sanitaria. L’auspicio è proporre una visione criticasullo sviluppo dei servizi di salute mentale tra anni Ottanta e gli scorsi due decenni, che secondo molti ha implicato processi tangibili di neo-istituzionalizzazione. Nel terzo capitolo si cerca di individuare la “ratio” sottesa alla previsione dei gruppi appartamentonell’offerta dei nuovi servizi di Salute mentale e tra le nuove strutture residenziali psichiatriche.Si è scelto di usare come punto di partenza la riflessione di Franco Basaglia, la cui esperienza teorico-pratica di lotta antimanicomiale e di deistituzionalizzazione integrale è assunta come premessadi un ripensamento radicale dell’assistenza psichiatrica e della futura evoluzione dei servizi di salute mentale in vigore della legge 180/1978. Alla luce di questo modello radicale sipropone un’analisi critica dei servizi di salute mentale poi concretamente sorti tra anni Settanta e nuovo secolo. Si è optato per esaminare alcuni modelli regionalirestringendo l’attenzione all’Italia settentrionale e specificamente al caso dell’Emilia-Romagna (dove Basaglia ha rappresentanto anche un riferimento “politico”ma dove storicamente si erano consolidate esperienze territoriali di tipo “settorialista”) e al Piemonte (in cui interessanti esperienze dal basso si sono giustapposte a dinamiche neo-istituzionali).Nel quarto capitolo si propone altresì un’analisi degli approcci italiani alla salute mentale dal 2000 a oggi con particolare attenzione alle disparità tra Italia Settecentrionale e Italia meridionale erestringendo ulteriormente il fuoco sul caso piemontese. Il quinto capitolo è infine dedicato alla sintesi di un’esperienza sul campo che comprova i benefici del gruppo appartamento: nell’intento di enfatizzare elementi virtuosi della sanità territoriale che appaiono virtuosi, lo specificocaso di studioconsente forse di raffrontare direttive formali e pratiche concrete.
SERVIZI DI SALUTE MENTALE E STRUTTURE RESIDENZIALI PSICHIATRICHE : IL GRUPPO APPARTAMENTO (UN CASO DI STUDIO DI AMBITO PIEMONTESE)
CONTI TAGUALI, ILENIA
2021/2022
Abstract
Questo elaborato di laurea si propone di inquadrare nel processo di deistituzionalizzazione italiano e nel dibattito che lo ha accompagnatoun tipo specifico di struttura residenziale psichiatrica: i gruppi appartamento. Il primo capitolo, dopo una premessa molto sintetica sulla situazione preunitaria, riassume i caratteri dell’ordinamento manicomiale italiano in vigore della legge 36/1904 enel quadro del dispositivo giuspschiatricoconsolidato dalla codificazione penale fascista. Si enfatizzeranno poi le continuità istituzionali dei primi due decenni repubblicani e il senso profondo dei nuovi paradigmi e delle pratiche innovative filtrate anche in Italia tra anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. Il secondo capitolo è dedicato alla svolta degli anni Sessanta e Settanta, che verrà inquadrata nella progettualità riformisticadei nuovi governi del PrimoCentro-sinistra con attenzione alla diffusione di modelli innovativi (Comunità terapeutica, Politica di settore), alla modernizzazione ospedaliera,ai margini di liberalizzazione del sistema permessodalla legge 431/1968 (che aprì una fase detta di «manicomialità attenuata») e alle esperienze più radicali di contestazione dell’ospedalità psichiatrica. La riforma psichiatrica sancita dalla legge stralcio 180/1978 sarà inquadrata nel più complessivo lavoro per la riforma sanitaria e le difficoltà della sua applicazione saranno a loro volta lette nel quadro del difficile sviluppo del Sistema sanitario nazionale, ostacolato dalla mancanza di pianificazione sanitaria sino a metà anni Novanta.I piani sanitari della seconda metà degli anni Novanta e i Progetti obiettivo Tutela della Salute mentalesaranno riassunti nell’ottica di descrivere le forme e la natura assuntein tutta Italia dai nuovi servizi in quel periodo, quandosi ottenne infine la chiusura degli ex manicomi rimasti aperti e d’altronde si sviluppò una nuova residenzialità sanitaria e assistenziale-sanitaria. L’auspicio è proporre una visione criticasullo sviluppo dei servizi di salute mentale tra anni Ottanta e gli scorsi due decenni, che secondo molti ha implicato processi tangibili di neo-istituzionalizzazione. Nel terzo capitolo si cerca di individuare la “ratio” sottesa alla previsione dei gruppi appartamentonell’offerta dei nuovi servizi di Salute mentale e tra le nuove strutture residenziali psichiatriche.Si è scelto di usare come punto di partenza la riflessione di Franco Basaglia, la cui esperienza teorico-pratica di lotta antimanicomiale e di deistituzionalizzazione integrale è assunta come premessadi un ripensamento radicale dell’assistenza psichiatrica e della futura evoluzione dei servizi di salute mentale in vigore della legge 180/1978. Alla luce di questo modello radicale sipropone un’analisi critica dei servizi di salute mentale poi concretamente sorti tra anni Settanta e nuovo secolo. Si è optato per esaminare alcuni modelli regionalirestringendo l’attenzione all’Italia settentrionale e specificamente al caso dell’Emilia-Romagna (dove Basaglia ha rappresentanto anche un riferimento “politico”ma dove storicamente si erano consolidate esperienze territoriali di tipo “settorialista”) e al Piemonte (in cui interessanti esperienze dal basso si sono giustapposte a dinamiche neo-istituzionali).Nel quarto capitolo si propone altresì un’analisi degli approcci italiani alla salute mentale dal 2000 a oggi con particolare attenzione alle disparità tra Italia Settecentrionale e Italia meridionale erestringendo ulteriormente il fuoco sul caso piemontese. Il quinto capitolo è infine dedicato alla sintesi di un’esperienza sul campo che comprova i benefici del gruppo appartamento: nell’intento di enfatizzare elementi virtuosi della sanità territoriale che appaiono virtuosi, lo specificocaso di studioconsente forse di raffrontare direttive formali e pratiche concrete.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/69617