The following research thesis was conducted during my Erasmus Traineeship in Madrid at the non-governmental association "Salud Entre Culturas" located within the Department of Tropical Medicine of the University Hospital Ramon y Cajal. The following research product aims to discuss the necessary paradigmatic changes of medicine in its mode of intervention in the spaces of care, in this case in hospitals. In the first chapter, brief historiography of medical anthropology is constructed, focusing on the role of the body analyzed by Margaret Lock and Nancy Shaperd-Hughes. It also reflects on issues such as the structural violence of which Paul Farmer speaks and the suffering that arises from this structural violence exerted by specific fields of force. The second chapter describes the innovative method of care promoted by the Centro Salud Entre Culturas, listing its projects, services, and activities culturally and linguistically adapted. The Centre is committed to facilitating access to the health system for the migrant population, avoiding the socio-cultural barriers that can be created in the personal relationship between healthcare staff-patient, training, and raising health awareness of the migrant population in particular for infectious diseases such as HIV. The third chapter goes into the place where I positioned myself during my research, the intercultural psychology desk, where I listened to the biographies of the "nuevos ciudadanos" in particular from Latin America who have received an HIV-positive diagnostic. Collecting significant data on their sufferings: migratory pain, the stigma of HIV, the violence suffered due to sexual orientation, guilt, adaptation, and resistance strategies. From their stories, I will reflect on broader issues related to colonial history and the policies of their places of origin, structural violence and social inequality, racism, and the stigma of bodies. The fourth and final chapter seeks to make medical anthropology dialogue with research data, trying to outline the need for a methodological and paradigmatic change in medicine. Redefining and reconfiguring the spaces of care, the categories used within those spaces, and his attention to bodies and biographies.

La seguente tesi di ricerca è stata condotta durante il mio Erasmus+ Traineeship a Madrid presso l'associazione non-governativa "Salud Entre Culturas", situata all'interno del Reparto di Medicina Tropicale dell'ospedale Universitario Ramón y Cajal. Il seguente prodotto di ricerca si prefigge l'obiettivo di discutere i necessari cambiamenti paradigmatici della medicina nelle sue modalità di intervento negli spazi della cura, in questo caso dell'ospedale. Il Ramon y Cajal si è rivelato un luogo di osservazione, in cui sono entrate in simbiosi differenti modelli di intervento assistenziali nei confronti della popolazione migrante. La quale non accede in maniera egualitaria alle cure rispetto alla popolazione autoctona. Il titolo della tesi Nel primo capitolo viene costruita una breve storiografia dell'antropologia medica, ponendo il focus sul ruolo del corpo analizzato da Margaret Lock e Nancy Scheper-Hughes. Inoltre, riflette su tematiche come la violenza strutturale di cui ci parla Paul Farmer e della sofferenza che scaturisce da questa violenza strutturale esercitata da determinati campi di forza. Il secondo capitolo descrive la modalità di cura innovativa promossa dal Centro Salud Entre Culturas, elencando i suoi progetti, i servizi e le attività culturalmente e linguisticamente adattate. Il Centro è impegnato a facilitare l'accesso al sistema sanitario per la popolazione migrante, evitando le barriere socioculturali che si possono creare nella relazione personale sanitario-paziente, formando e sensibilizzando alla salute la popolazione migrante in particolare per le malattie infettive come l'HIV. Il terzo capitolo si addentra nel luogo in cui mi sono posizionata durante la mia ricerca, lo sportello di psicologia interculturale, in cui ho ascoltato le biografie dei "nuevos ciudadanos" in particolare provenienti dall'America Latina che hanno ricevuto un diagnostico sieropositivo. Raccogliendo dati significativi sulle loro sofferenze: il dolore migratorio, lo stigma dell'HIV, la violenza subita a causa degli orientamenti sessuali, il senso di colpa, le strategie di adattamento e resistenza. Dalle loro storie rifletterò su tematiche di più ampio respiro connesse alla storia coloniale e alle politiche dei loro luoghi di origine, sulla violenza strutturale e la disuguaglianza sociale, sul razzismo e lo stigma dei corpi. Il quarto e ultimo capitolo cerca di far dialogare l'antropologia medica con i dati della ricerca, tentando di delineare la necessità di un cambiamento metodologico e paradigmatico della medicina. Ridefinendo e riconfigurando gli spazi della cura, le categorie utilizzate all'interno di quegli spazi, la sua attenzione per i corpi e le biografie.

Ascoltare la sofferenza. Corpi "infetti", politiche migratorie e approccio medico-antropologico alla cura

MAIORINO, MICHELA
2021/2022

Abstract

La seguente tesi di ricerca è stata condotta durante il mio Erasmus+ Traineeship a Madrid presso l'associazione non-governativa "Salud Entre Culturas", situata all'interno del Reparto di Medicina Tropicale dell'ospedale Universitario Ramón y Cajal. Il seguente prodotto di ricerca si prefigge l'obiettivo di discutere i necessari cambiamenti paradigmatici della medicina nelle sue modalità di intervento negli spazi della cura, in questo caso dell'ospedale. Il Ramon y Cajal si è rivelato un luogo di osservazione, in cui sono entrate in simbiosi differenti modelli di intervento assistenziali nei confronti della popolazione migrante. La quale non accede in maniera egualitaria alle cure rispetto alla popolazione autoctona. Il titolo della tesi Nel primo capitolo viene costruita una breve storiografia dell'antropologia medica, ponendo il focus sul ruolo del corpo analizzato da Margaret Lock e Nancy Scheper-Hughes. Inoltre, riflette su tematiche come la violenza strutturale di cui ci parla Paul Farmer e della sofferenza che scaturisce da questa violenza strutturale esercitata da determinati campi di forza. Il secondo capitolo descrive la modalità di cura innovativa promossa dal Centro Salud Entre Culturas, elencando i suoi progetti, i servizi e le attività culturalmente e linguisticamente adattate. Il Centro è impegnato a facilitare l'accesso al sistema sanitario per la popolazione migrante, evitando le barriere socioculturali che si possono creare nella relazione personale sanitario-paziente, formando e sensibilizzando alla salute la popolazione migrante in particolare per le malattie infettive come l'HIV. Il terzo capitolo si addentra nel luogo in cui mi sono posizionata durante la mia ricerca, lo sportello di psicologia interculturale, in cui ho ascoltato le biografie dei "nuevos ciudadanos" in particolare provenienti dall'America Latina che hanno ricevuto un diagnostico sieropositivo. Raccogliendo dati significativi sulle loro sofferenze: il dolore migratorio, lo stigma dell'HIV, la violenza subita a causa degli orientamenti sessuali, il senso di colpa, le strategie di adattamento e resistenza. Dalle loro storie rifletterò su tematiche di più ampio respiro connesse alla storia coloniale e alle politiche dei loro luoghi di origine, sulla violenza strutturale e la disuguaglianza sociale, sul razzismo e lo stigma dei corpi. Il quarto e ultimo capitolo cerca di far dialogare l'antropologia medica con i dati della ricerca, tentando di delineare la necessità di un cambiamento metodologico e paradigmatico della medicina. Ridefinendo e riconfigurando gli spazi della cura, le categorie utilizzate all'interno di quegli spazi, la sua attenzione per i corpi e le biografie.
ITA
The following research thesis was conducted during my Erasmus Traineeship in Madrid at the non-governmental association "Salud Entre Culturas" located within the Department of Tropical Medicine of the University Hospital Ramon y Cajal. The following research product aims to discuss the necessary paradigmatic changes of medicine in its mode of intervention in the spaces of care, in this case in hospitals. In the first chapter, brief historiography of medical anthropology is constructed, focusing on the role of the body analyzed by Margaret Lock and Nancy Shaperd-Hughes. It also reflects on issues such as the structural violence of which Paul Farmer speaks and the suffering that arises from this structural violence exerted by specific fields of force. The second chapter describes the innovative method of care promoted by the Centro Salud Entre Culturas, listing its projects, services, and activities culturally and linguistically adapted. The Centre is committed to facilitating access to the health system for the migrant population, avoiding the socio-cultural barriers that can be created in the personal relationship between healthcare staff-patient, training, and raising health awareness of the migrant population in particular for infectious diseases such as HIV. The third chapter goes into the place where I positioned myself during my research, the intercultural psychology desk, where I listened to the biographies of the "nuevos ciudadanos" in particular from Latin America who have received an HIV-positive diagnostic. Collecting significant data on their sufferings: migratory pain, the stigma of HIV, the violence suffered due to sexual orientation, guilt, adaptation, and resistance strategies. From their stories, I will reflect on broader issues related to colonial history and the policies of their places of origin, structural violence and social inequality, racism, and the stigma of bodies. The fourth and final chapter seeks to make medical anthropology dialogue with research data, trying to outline the need for a methodological and paradigmatic change in medicine. Redefining and reconfiguring the spaces of care, the categories used within those spaces, and his attention to bodies and biographies.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/69615