Negli ultimi due decenni il tema dei confini e delle frontiere è nuovamente e ampiamente affrontato, dibattuto e discusso con diverse sfumature, attraversato da profondi cambiamenti, legato a turbamenti e problematiche che donano al futuro incertezza e grandi punti interrogativi. Crisi energetica, pandemica, umanitaria e migratoria, sono solo alcuni dei temi trattati nell’ambito dello studio dei confini e delle frontiere, che influenzano profondamente le dinamiche socio-spaziali e conseguentemente la vita dei cittadini di ogni estrazione sociale. Nell’elaborato proposto, non si vuole trattare direttamente di barriere e confini come muri tangibili, linee dritte e reti impenetrabili che separano popoli, famiglie e dividono culture, ma di come una piccolissima zolla di terra, tra mansuete colline figlie di un antico fondale marino, abbia creduto con forza e determinazione nel duro lavoro dei campi e nell’ingegno contadino fino a meritare un riconoscimento cui sono seguite unicità ed autenticità in tutto il mondo. Come la storia dimostra, però, ogni cosa nasce e con il tempo è naturalmente portata a conoscere delle modifiche, ed è proprio questi mutamenti che l’elaborato ambisce fare emergere; cambiamenti passati e perché no, futuri. La tesi sostenuta in questo scritto mira alla messa in discussione degli attuali confini del Barolo di Denominazione d’Origine Controllata e Garantita, confini che conferiscono all’area prestigio e singolarità; delimitazione che ha però condotto all’esclusione di terreni e all’inclusione di altri. Lo scritto non è volto all’ottenimento della modifica finale degli attuali confini, non si ha la pretesa di voler mettere in discussione il secolare lavoro delle genti della Langa e delle loro fatiche per formare un consorzio e farlo perdurare; lo scritto però vuole dimostrare che sotto gli aspetti analizzati – pedologici, geografici – senza soffermarsi alle delimitazioni amministrative comunali, i confini potrebbero essere rivalutati.
Area del Barolo DOCG e località di Vergne Narzole: confini e analisi geo-pedologica
SARTORE, GIANLUCA
2021/2022
Abstract
Negli ultimi due decenni il tema dei confini e delle frontiere è nuovamente e ampiamente affrontato, dibattuto e discusso con diverse sfumature, attraversato da profondi cambiamenti, legato a turbamenti e problematiche che donano al futuro incertezza e grandi punti interrogativi. Crisi energetica, pandemica, umanitaria e migratoria, sono solo alcuni dei temi trattati nell’ambito dello studio dei confini e delle frontiere, che influenzano profondamente le dinamiche socio-spaziali e conseguentemente la vita dei cittadini di ogni estrazione sociale. Nell’elaborato proposto, non si vuole trattare direttamente di barriere e confini come muri tangibili, linee dritte e reti impenetrabili che separano popoli, famiglie e dividono culture, ma di come una piccolissima zolla di terra, tra mansuete colline figlie di un antico fondale marino, abbia creduto con forza e determinazione nel duro lavoro dei campi e nell’ingegno contadino fino a meritare un riconoscimento cui sono seguite unicità ed autenticità in tutto il mondo. Come la storia dimostra, però, ogni cosa nasce e con il tempo è naturalmente portata a conoscere delle modifiche, ed è proprio questi mutamenti che l’elaborato ambisce fare emergere; cambiamenti passati e perché no, futuri. La tesi sostenuta in questo scritto mira alla messa in discussione degli attuali confini del Barolo di Denominazione d’Origine Controllata e Garantita, confini che conferiscono all’area prestigio e singolarità; delimitazione che ha però condotto all’esclusione di terreni e all’inclusione di altri. Lo scritto non è volto all’ottenimento della modifica finale degli attuali confini, non si ha la pretesa di voler mettere in discussione il secolare lavoro delle genti della Langa e delle loro fatiche per formare un consorzio e farlo perdurare; lo scritto però vuole dimostrare che sotto gli aspetti analizzati – pedologici, geografici – senza soffermarsi alle delimitazioni amministrative comunali, i confini potrebbero essere rivalutati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/69460