This comparative research aims to highlight the role of metamorphosis as a conceptual device for the foundation of a thought aware of its own creative and generative potential. The analysis of the selected novels proceeds, in fact, starting from a series of philosophical-anthropological reflections about the intimately metaphorical and, therefore, metamorphic relationship that human beings have with the world, in the sign of the recognition of the concrete and effective power that fiction, specifically literary fiction, has on the formation of the human and his reality. In the Calvinian perspective, metamorphosis is inscribed in the furrow of lightness and multiplicity and is configured as an unexpected miracle, capable of breaking down hierarchies, dissolving static systems of values and escaping from any type of deadly petrification. Cosimo, with his infinite aerial itinerary, therefore becomes the representative of a will that manages to escape the heaviness of reality to project itself into the mobile and fertile universe of the imagination, «repertoire of potential». As for Strejilevich, on the other hand, it is the style that is metamorphic, in a novel of autoficción in which the content of the text becomes form and the form becomes its content, strengthening itself in a lyrical prose with a fragmentary structure, which arises from trauma, shows, reproducing them also on a structural level, the wounds and, at the same time, tries to mend them. The repeated words and images become, in fact, narrative paths to follow for the reader, containment barriers for the text and stitches for a rediscovered Nora-subject, who, to the deadly action of state violence chooses, with courage and willpower, to oppose the vital, creative, identity-based action of writing. In the apparent and concrete distance between the two texts, a renewed idea of metamorphosis as a space of continuty and the possibility, of freedom and rebirth, therefore aims to be a fertile meeting point.
La presente analisi comparata mira a mettere in luce il ruolo della metamorfosi quale dispositivo concettuale per la fondazione di un pensiero consapevole delle proprie potenzialità creative e generative. Il confronto dei romanzi scelti procede, infatti, a partire da una serie di riflessioni di natura filosofico-antropologica circa il rapporto intimamente metaforico e, pertanto, metamorfico che l’uomo intrattiene con il mondo, nel segno del riconoscimento del potere concreto e fattivo che la finzione, nello specifico quella letteraria, ha sulla formazione dell’umano e della sua realtà. Nella prospettiva calviniana, la metamorfosi si iscrive nel solco della leggerezza e della molteplicità e si configura come un miracolo inaspettato, capace di scardinare gerarchie, dissolvere statici sistemi di valori e sottrarsi ad ogni tipo di mortifera pietrificazione. Cosimo, con il suo infinito itinerario aereo, diventa, pertanto, il rappresentante di una volontà capace di sfuggire alla pesantezza del reale per proiettarsi nell’universo mobile e fertile dell’immaginazione, «repertorio del potenziale». Per quanto riguarda Strejilevich, invece, è lo stile a essere metamorfico, in un romanzo di autoficción in cui il contenuto del testo si fa forma e la sua forma ne diventa il contenuto, potenziandosi in una prosa lirica e dall’impianto frammentario, che nasce dal trauma, ne mostra, riproducendole anche a livello strutturale, le ferite e allo stesso tempo tenta di ricucirle. Le parole e le immagini ripetute diventano, infatti, percorsi narrativi da seguire per il lettore, barriere di contenimento per il testo e punti di sutura per una Nora-soggetto ritrovata, la quale, all’azione mortifera della violenza di stato sceglie, con coraggio e forza di volontà, di opporre quella vitale, creativa, identitaria della scrittura. Nella distanza apparente e concreta tra i due testi, una rinnovata idea di metamorfosi quale spazio del continuo e del possibile, della libertà e della ri-nascita, si propone, dunque, di costituirne un fecondo terreno d’incontro.
«Ed è in-finito»: la metamorfosi come pensiero-strumento di resilienza e libertà ne "Il barone rampante" di Italo Calvino e in "Una sola morte numerosa" di Nora Strejilevich
ROBALDO, BEATRICE
2023/2024
Abstract
La presente analisi comparata mira a mettere in luce il ruolo della metamorfosi quale dispositivo concettuale per la fondazione di un pensiero consapevole delle proprie potenzialità creative e generative. Il confronto dei romanzi scelti procede, infatti, a partire da una serie di riflessioni di natura filosofico-antropologica circa il rapporto intimamente metaforico e, pertanto, metamorfico che l’uomo intrattiene con il mondo, nel segno del riconoscimento del potere concreto e fattivo che la finzione, nello specifico quella letteraria, ha sulla formazione dell’umano e della sua realtà. Nella prospettiva calviniana, la metamorfosi si iscrive nel solco della leggerezza e della molteplicità e si configura come un miracolo inaspettato, capace di scardinare gerarchie, dissolvere statici sistemi di valori e sottrarsi ad ogni tipo di mortifera pietrificazione. Cosimo, con il suo infinito itinerario aereo, diventa, pertanto, il rappresentante di una volontà capace di sfuggire alla pesantezza del reale per proiettarsi nell’universo mobile e fertile dell’immaginazione, «repertorio del potenziale». Per quanto riguarda Strejilevich, invece, è lo stile a essere metamorfico, in un romanzo di autoficción in cui il contenuto del testo si fa forma e la sua forma ne diventa il contenuto, potenziandosi in una prosa lirica e dall’impianto frammentario, che nasce dal trauma, ne mostra, riproducendole anche a livello strutturale, le ferite e allo stesso tempo tenta di ricucirle. Le parole e le immagini ripetute diventano, infatti, percorsi narrativi da seguire per il lettore, barriere di contenimento per il testo e punti di sutura per una Nora-soggetto ritrovata, la quale, all’azione mortifera della violenza di stato sceglie, con coraggio e forza di volontà, di opporre quella vitale, creativa, identitaria della scrittura. Nella distanza apparente e concreta tra i due testi, una rinnovata idea di metamorfosi quale spazio del continuo e del possibile, della libertà e della ri-nascita, si propone, dunque, di costituirne un fecondo terreno d’incontro.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
ROBALDO B_1011248_TESI.pdf
non disponibili
Dimensione
1.1 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.1 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/6937