The paper aims to analyze the characteristics of the new narrative of the unusual that has recently developed in the Hispano-American area and is practiced only by women, with a particular focus on the centrality that the body assumes within this literature. After a first introductory chapter concerning the dynamics of exclusion within the discursive practices of current Western society that relegate women and the weakest subjects to the margins of the community, preventing them from embarking on a path of self-representation and description of the world according to their own perspective, the attention will be turned to the capacity of literature (and in particular of the fantastic) to give these excluded subjects spaces for redefinition and appropriation of the word. The second chapter, then, intends to define the functioning of the fantastic genre and analyze how it is inherently subversive. Following an evolutionary parable that goes from the traditional fantastic, of the eighteenth century, to its particular discursive declination of the narrative of the unusual, I intend to trace an overview of the changes that have affected the genre from its origin to the present day. The third chapter asks whether it is legitimate to speak of a " feminine fantastic". The question is stimulated by the fact that, as anticipated, the creators of the narrative of the unusual are exclusively women. The answer will be a "yes" only partial, since it is legitimate to define the fantastic "feminine" only from an ideological, ethical and social point of view and not at a formal and systematic level. In other words, there would be no textual characteristics typical of an exclusively female production. The fourth chapter analyzes the centrality of the body within the narrative of the unusual and attempts to describe its meanings. The last chapter consists of the analysis of four works by Latin American women writers (Lina Meruane, Samanta Schweblin, Giovanna Rivero, Mariana Enríquez) in which the body occupies a fundamental space for the triggering of the fantastic effect and the expression of a dissent towards the society. In this way, the initial assumption that the fantastic becomes an important tool for self-definition and representation is confirmed, through the precise reference to concrete works. And it is true especially for those who, within society, have no voice.
L’elaborato si propone di analizzare le caratteristiche della nuova narrativa dell’inusuale sviluppatasi di recente nell’area ispanoamericana e praticata da sole donne, con una particolare focalizzazione sulla centralità che il corpo assume all’interno di questa letteratura. Dopo un primo capitolo introduttivo riguardante le dinamiche di esclusione all’interno delle pratiche discorsive della società attuale occidentale che relegano le donne e i soggetti più deboli ai margini della comunità impedendo loro di intraprendere un cammino di autorappresentazione e di descrizione del mondo secondo la propria prospettiva, l’attenzione sarà rivolta alla capacità della letteratura (ed in particolar modo del fantastico) di conferire a questi soggetti esclusi degli spazi di ridefinizione e di appropriazione della parola. Il secondo capitolo, allora, intende definire il funzionamento del genere fantastico e analizzare in che modo esso sia intrinsecamente sovversivo. Seguendo una parabola evolutiva che va dal fantastico tradizionale, del XVIII secolo, alla sua particolare declinazione discorsiva della narrativa dell’inusuale, si intende tracciare una panoramica sui cambiamenti che hanno interessato il genere dalla sua origine fino ai nostri giorni. Il terzo capitolo si domanda se sia legittimo parlare di un “fantastico femminile”. La domanda è stimolata dal fatto che, come anticipato, i soggetti creatori della narrativa dell’inusuale sono esclusivamente donne. La risposta sarà un “sì” solo parziale, dal momento che è lecito definire il fantastico “femminile” solo da un punto di vista ideologico, etico e sociale e non a livello formale e in modo sistematico. In altre parole, non esisterebbero delle caratteristiche testuali proprie di una produzione esclusivamente femminile. Il quarto capitolo analizza la centralità del corpo all’interno della narrativa dell’inusuale e tenta di descriverne i significati. L’ultimo capitolo consiste nell’analisi di quattro opere di scrittrici latinoamericane (Lina Meruane, Samanta Schweblin, Giovanna Rivero, Mariana Enríquez) in cui il corpo occupa uno spazio fondamentale per l’innesco dell’effetto fantastico e l’espressione di un dissenso nei confronti della società. In questo modo, viene confermato, attraverso il riferimento puntuale ad opere concrete, l’assunto iniziale per cui il fantastico diviene uno strumento importante di autodefinizione e rappresentazione soprattutto per chi, all’interno della società, non ha voce.
Il significato dei corpi nella letteratura dell'insolito: forme di dissenso e denuncia nelle opere di quattro scrittrici contemporanee latinoamericane
CHIAVASSA, IRENE
2021/2022
Abstract
L’elaborato si propone di analizzare le caratteristiche della nuova narrativa dell’inusuale sviluppatasi di recente nell’area ispanoamericana e praticata da sole donne, con una particolare focalizzazione sulla centralità che il corpo assume all’interno di questa letteratura. Dopo un primo capitolo introduttivo riguardante le dinamiche di esclusione all’interno delle pratiche discorsive della società attuale occidentale che relegano le donne e i soggetti più deboli ai margini della comunità impedendo loro di intraprendere un cammino di autorappresentazione e di descrizione del mondo secondo la propria prospettiva, l’attenzione sarà rivolta alla capacità della letteratura (ed in particolar modo del fantastico) di conferire a questi soggetti esclusi degli spazi di ridefinizione e di appropriazione della parola. Il secondo capitolo, allora, intende definire il funzionamento del genere fantastico e analizzare in che modo esso sia intrinsecamente sovversivo. Seguendo una parabola evolutiva che va dal fantastico tradizionale, del XVIII secolo, alla sua particolare declinazione discorsiva della narrativa dell’inusuale, si intende tracciare una panoramica sui cambiamenti che hanno interessato il genere dalla sua origine fino ai nostri giorni. Il terzo capitolo si domanda se sia legittimo parlare di un “fantastico femminile”. La domanda è stimolata dal fatto che, come anticipato, i soggetti creatori della narrativa dell’inusuale sono esclusivamente donne. La risposta sarà un “sì” solo parziale, dal momento che è lecito definire il fantastico “femminile” solo da un punto di vista ideologico, etico e sociale e non a livello formale e in modo sistematico. In altre parole, non esisterebbero delle caratteristiche testuali proprie di una produzione esclusivamente femminile. Il quarto capitolo analizza la centralità del corpo all’interno della narrativa dell’inusuale e tenta di descriverne i significati. L’ultimo capitolo consiste nell’analisi di quattro opere di scrittrici latinoamericane (Lina Meruane, Samanta Schweblin, Giovanna Rivero, Mariana Enríquez) in cui il corpo occupa uno spazio fondamentale per l’innesco dell’effetto fantastico e l’espressione di un dissenso nei confronti della società. In questo modo, viene confermato, attraverso il riferimento puntuale ad opere concrete, l’assunto iniziale per cui il fantastico diviene uno strumento importante di autodefinizione e rappresentazione soprattutto per chi, all’interno della società, non ha voce.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/69282