L'articolo nasce con l'obiettivo di analizzare l'espressione "patrios politeia" citata nell'emendamento di Clitofonte e ricercare se e come il riferimento alle leggi dei padri abbia influito durante le vicende politiche della fine del V secolo d.C. Nei primi due capitoli si è scelto di analizzare le principali leggi e istituzioni emanate da Solone e Clistene, cercando quelle caratteristiche identificabili come "patrie" in relazione alla fondazione e al consolidamento della democrazia ad Atene. Sono state anche valutate le motivazioni che hanno portato gli oligarchi e i democratici radicali ad assumere ciascuno un diverso legislatore per legittimare la loro idea di politeia da applicare. Nei capitoli successivi, dopo aver introdotto brevemente il contesto storico, partendo dalla sconfitta di Atene a Siracusa nel 413, si è scelto di affrontare la questione del patrios politeia partendo dal decreto di Pitodoro, seguito poi dall'emendamento di Clitofonte, che contiene questa espressione. Nell'ultima parte del lavoro, le nuove norme emanate in occasione del cambiamento istituzionale iniziato dopo la sconfitta in Sicilia sono state confrontate con la loro possibile controparte più antica. Durante questo percorso si è scelto di non esprimere considerazioni in relazione alla volontà oligarchica di stravolgere completamente il governo ateniese, e non solo di modificarlo, poiché l'obiettivo è sempre stato quello di ricercare quali norme proposte nel 411 e perché fossero identificabili come frutto di ispirazione dalle leggi più antiche: l'abolizione del misthos, del graphe paranomon, la volontà di redigere la lista dei Cinquemila e di modificare la composizione della boule sono state esaminate in virtù della loro controparte antica e della loro pertinenza con l'ideale di una democrazia più moderata per poterla contrapporre a quella radicale di fine V secolo. Spesso accusata di essere una mera espressione di propaganda utilizzata dai gruppi oligarchici per nascondere le loro intenzioni rivoluzionarie, l'espressione di patrios politeia si è rivelata ricco di contenuti reali e di attinenza con il passato.
SULLE ORME DEI NOSTRI PADRI UN PERCORSO SULLA PATRIOS POLITEIA TRA PROPAGANDA E APPLICAZIONE
LOVERA, FABIO
2020/2021
Abstract
L'articolo nasce con l'obiettivo di analizzare l'espressione "patrios politeia" citata nell'emendamento di Clitofonte e ricercare se e come il riferimento alle leggi dei padri abbia influito durante le vicende politiche della fine del V secolo d.C. Nei primi due capitoli si è scelto di analizzare le principali leggi e istituzioni emanate da Solone e Clistene, cercando quelle caratteristiche identificabili come "patrie" in relazione alla fondazione e al consolidamento della democrazia ad Atene. Sono state anche valutate le motivazioni che hanno portato gli oligarchi e i democratici radicali ad assumere ciascuno un diverso legislatore per legittimare la loro idea di politeia da applicare. Nei capitoli successivi, dopo aver introdotto brevemente il contesto storico, partendo dalla sconfitta di Atene a Siracusa nel 413, si è scelto di affrontare la questione del patrios politeia partendo dal decreto di Pitodoro, seguito poi dall'emendamento di Clitofonte, che contiene questa espressione. Nell'ultima parte del lavoro, le nuove norme emanate in occasione del cambiamento istituzionale iniziato dopo la sconfitta in Sicilia sono state confrontate con la loro possibile controparte più antica. Durante questo percorso si è scelto di non esprimere considerazioni in relazione alla volontà oligarchica di stravolgere completamente il governo ateniese, e non solo di modificarlo, poiché l'obiettivo è sempre stato quello di ricercare quali norme proposte nel 411 e perché fossero identificabili come frutto di ispirazione dalle leggi più antiche: l'abolizione del misthos, del graphe paranomon, la volontà di redigere la lista dei Cinquemila e di modificare la composizione della boule sono state esaminate in virtù della loro controparte antica e della loro pertinenza con l'ideale di una democrazia più moderata per poterla contrapporre a quella radicale di fine V secolo. Spesso accusata di essere una mera espressione di propaganda utilizzata dai gruppi oligarchici per nascondere le loro intenzioni rivoluzionarie, l'espressione di patrios politeia si è rivelata ricco di contenuti reali e di attinenza con il passato. File | Dimensione | Formato | |
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