Introduzione Pont-Saint-Martin è un piccolo borgo situato all’estremo nord ovest della penisola italiana. È il primo paese della Valle d’Aosta ed è praticamente sconosciuto, se non fosse che ha una particolarità: il Ponte Romano, costruito al I secolo a.C. durante l’impero di Ottaviano Augusto1. In poco tempo, dall’inizio del XVIII secolo, diventa uno dei centri industriali più importanti di tutta la valle. Al resto del mondo può risultare insignificante, in realtà, anche questo piccolo paese è stato devastato dalla guerra. Attraverso una delle armi più efficaci e spietate utilizzate durante la seconda guerra mondiale, il bombardamento aereo, la vita degli abitanti di Pont-Saint-Martin è stata sconvolta. La prima parte di questo scritto prende in considerazione la situazione generale dell’Europa, stretta nella morsa della seconda guerra mondiale, per poi passare, come in una sorta di climax ascendente, all’Italia, tra fascismo e guerra civile, ed arrivare alla piccola Valle d’Aosta. Così da avere un quadro completo del contesto in cui si colloca il bombardamento su Pont-Saint-Martin. La seconda parte tratta il raid aereo del 23 agosto 1944: con la ricostruzione di quanto accaduto quel giorno e le contraddizioni più evidenti che sono sorte negli anni successivi al disastro. La terza parte, quella che più mi sta a cuore, ha come nucleo principale le testimonianze di due signore che hanno vissuto il bombardamento e che sono sopravvissute ad esso. I loro racconti e le loro affermazioni aprono la strada ad una riflessione sul ruolo della storia e della memoria all’interno della nostra società, su quanto questi due termini abbiano un peso non indifferente nella nostra quotidianità e su come sia cambiato il modo di fare storia e memoria negli ultimi secoli. La memoria è diventata, negli anni, sempre più importante ed è andata a sovrastare il ruolo della storia. Al giorno d’oggi è sempre più difficile riuscire a scovare una narrazione storica scientifica; i mass media, la televisione e il cinema seguono la linea portata avanti dalle istituzioni e dalla politica: costruzione di ”leggi di memoria” e ”luoghi di memoria”. Essi puntano i riflettori su memoria dimenticandosi della storia stessa.

Introduzione Pont-Saint-Martin è un piccolo borgo situato all’estremo nord ovest della penisola italiana. È il primo paese della Valle d’Aosta ed è praticamente sconosciuto, se non fosse che ha una particolarità: il Ponte Romano, costruito al I secolo a.C. durante l’impero di Ottaviano Augusto1. In poco tempo, dall’inizio del XVIII secolo, diventa uno dei centri industriali più importanti di tutta la valle. Al resto del mondo può risultare insignificante, in realtà, anche questo piccolo paese è stato devastato dalla guerra. Attraverso una delle armi più efficaci e spietate utilizzate durante la seconda guerra mondiale, il bombardamento aereo, la vita degli abitanti di Pont-Saint-Martin è stata sconvolta. La prima parte di questo scritto prende in considerazione la situazione generale dell’Europa, stretta nella morsa della seconda guerra mondiale, per poi passare, come in una sorta di climax ascendente, all’Italia, tra fascismo e guerra civile, ed arrivare alla piccola Valle d’Aosta. Così da avere un quadro completo del contesto in cui si colloca il bombardamento su Pont-Saint-Martin. La seconda parte tratta il raid aereo del 23 agosto 1944: con la ricostruzione di quanto accaduto quel giorno e le contraddizioni più evidenti che sono sorte negli anni successivi al disastro. La terza parte, quella che più mi sta a cuore, ha come nucleo principale le testimonianze di due signore che hanno vissuto il bombardamento e che sono sopravvissute ad esso. I loro racconti e le loro affermazioni aprono la strada ad una riflessione sul ruolo della storia e della memoria all’interno della nostra società, su quanto questi due termini abbiano un peso non indifferente nella nostra quotidianità e su come sia cambiato il modo di fare storia e memoria negli ultimi secoli. La memoria è diventata, negli anni, sempre più importante ed è andata a sovrastare il ruolo della storia. Al giorno d’oggi è sempre più difficile riuscire a scovare una narrazione storica scientifica; i mass media, la televisione e il cinema seguono la linea portata avanti dalle istituzioni e dalla politica: costruzione di ”leggi di memoria” e ”luoghi di memoria”. Essi puntano i riflettori su memoria dimenticandosi della storia stessa.

“Nessuno è più dispiaciuto di me per quei pidocchiosi italiani sulla montagna. Mais c’est la guerre” 23 agosto 1944: il bombardamento alleato su Pont-Saint-Martin.

GAMBA, NATALIE
2023/2024

Abstract

Introduzione Pont-Saint-Martin è un piccolo borgo situato all’estremo nord ovest della penisola italiana. È il primo paese della Valle d’Aosta ed è praticamente sconosciuto, se non fosse che ha una particolarità: il Ponte Romano, costruito al I secolo a.C. durante l’impero di Ottaviano Augusto1. In poco tempo, dall’inizio del XVIII secolo, diventa uno dei centri industriali più importanti di tutta la valle. Al resto del mondo può risultare insignificante, in realtà, anche questo piccolo paese è stato devastato dalla guerra. Attraverso una delle armi più efficaci e spietate utilizzate durante la seconda guerra mondiale, il bombardamento aereo, la vita degli abitanti di Pont-Saint-Martin è stata sconvolta. La prima parte di questo scritto prende in considerazione la situazione generale dell’Europa, stretta nella morsa della seconda guerra mondiale, per poi passare, come in una sorta di climax ascendente, all’Italia, tra fascismo e guerra civile, ed arrivare alla piccola Valle d’Aosta. Così da avere un quadro completo del contesto in cui si colloca il bombardamento su Pont-Saint-Martin. La seconda parte tratta il raid aereo del 23 agosto 1944: con la ricostruzione di quanto accaduto quel giorno e le contraddizioni più evidenti che sono sorte negli anni successivi al disastro. La terza parte, quella che più mi sta a cuore, ha come nucleo principale le testimonianze di due signore che hanno vissuto il bombardamento e che sono sopravvissute ad esso. I loro racconti e le loro affermazioni aprono la strada ad una riflessione sul ruolo della storia e della memoria all’interno della nostra società, su quanto questi due termini abbiano un peso non indifferente nella nostra quotidianità e su come sia cambiato il modo di fare storia e memoria negli ultimi secoli. La memoria è diventata, negli anni, sempre più importante ed è andata a sovrastare il ruolo della storia. Al giorno d’oggi è sempre più difficile riuscire a scovare una narrazione storica scientifica; i mass media, la televisione e il cinema seguono la linea portata avanti dalle istituzioni e dalla politica: costruzione di ”leggi di memoria” e ”luoghi di memoria”. Essi puntano i riflettori su memoria dimenticandosi della storia stessa.
“Nessuno è più dispiaciuto di me per quei pidocchiosi italiani sulla montagna. Mais c’est la guerre” 23 agosto 1944: il bombardamento alleato su Pont-Saint-Martin.
Introduzione Pont-Saint-Martin è un piccolo borgo situato all’estremo nord ovest della penisola italiana. È il primo paese della Valle d’Aosta ed è praticamente sconosciuto, se non fosse che ha una particolarità: il Ponte Romano, costruito al I secolo a.C. durante l’impero di Ottaviano Augusto1. In poco tempo, dall’inizio del XVIII secolo, diventa uno dei centri industriali più importanti di tutta la valle. Al resto del mondo può risultare insignificante, in realtà, anche questo piccolo paese è stato devastato dalla guerra. Attraverso una delle armi più efficaci e spietate utilizzate durante la seconda guerra mondiale, il bombardamento aereo, la vita degli abitanti di Pont-Saint-Martin è stata sconvolta. La prima parte di questo scritto prende in considerazione la situazione generale dell’Europa, stretta nella morsa della seconda guerra mondiale, per poi passare, come in una sorta di climax ascendente, all’Italia, tra fascismo e guerra civile, ed arrivare alla piccola Valle d’Aosta. Così da avere un quadro completo del contesto in cui si colloca il bombardamento su Pont-Saint-Martin. La seconda parte tratta il raid aereo del 23 agosto 1944: con la ricostruzione di quanto accaduto quel giorno e le contraddizioni più evidenti che sono sorte negli anni successivi al disastro. La terza parte, quella che più mi sta a cuore, ha come nucleo principale le testimonianze di due signore che hanno vissuto il bombardamento e che sono sopravvissute ad esso. I loro racconti e le loro affermazioni aprono la strada ad una riflessione sul ruolo della storia e della memoria all’interno della nostra società, su quanto questi due termini abbiano un peso non indifferente nella nostra quotidianità e su come sia cambiato il modo di fare storia e memoria negli ultimi secoli. La memoria è diventata, negli anni, sempre più importante ed è andata a sovrastare il ruolo della storia. Al giorno d’oggi è sempre più difficile riuscire a scovare una narrazione storica scientifica; i mass media, la televisione e il cinema seguono la linea portata avanti dalle istituzioni e dalla politica: costruzione di ”leggi di memoria” e ”luoghi di memoria”. Essi puntano i riflettori su memoria dimenticandosi della storia stessa.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/6889