La Costituzione italiana riconosce a Comuni, Province e Città metropolitane autonomia normativa, che si ripartisce nella potestà statutaria e nella potestà regolamentare rispettivamente in relazione agli artt. 114 comma 2 Cost. e 117 comma 6 Cost. L’attuazione di tali disposizioni si è avuta per effetto dell’art. 4 della legge 5 giugno 2003, n. 131, la quale comprende tra gli enti dotati di potestà normativa anche le Unioni di Comuni, Comunità montane e Comunità isolane e definisce il regolamento dell’ente locale come “l’atto cui è demandata la disciplina dell’organizzazione, dello svolgimento e della gestione delle funzioni comunali, provinciali e metropolitane, nell’ambito della legislazione statale o regionale che, secondo le rispettive competenze, è chiamata ad assicurarne i requisiti minimi di uniformità”. Già sulla base dell’art. 114 Cost. gli enti locali hanno la capacità di produrre regolamenti, con la finalità di rendere attuativi quei profili generalissimi relativi al proprio funzionamento e alla propria organizzazione determinati con lo Statuto, ma per quanto riguarda la distribuzione concreta della disciplina degli enti locali, bisogna analizzare l’art. 117 comma 6 Cost., il quale afferma che “I Comuni, le Province e le Città metropolitane hanno potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell'organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite”. I regolamenti rappresentano tipici atti di espressione di autonomia, che si differenziano dagli altri provvedimenti amministrativi per il loro contenuto preventivo e astratto, con efficacia nell’ambito del territorio di riferimento di ciascun ente territoriale. Nella prima parte del lavoro si va a fare una breve introduzione sulla Riforma del Titolo V della Costituzione, seguita da un’analisi della potestà regolamentare degli enti locali, i suoi fondamenti e dall’illustrazione della gerarchia del regolamento tra le altre fonti. La seconda parte si focalizza sull’ordinamento contabile e finanziario, con un’indagine sul regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi e sul regolamento di contabilità. Parallelamente, la terza parte esamina il regolamento all’interno della disciplina tributaria e delle entrate patrimoniali degli enti locali. Nella quarta parte viene effettuata un’analisi del processo evolutivo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, dagli anni ’90 ad oggi, con l’illustrazione delle principali criticità. Infine, si conclude l’elaborato con la presentazione di un caso concreto di regolamento sullo svolgimento delle sedute collegiali, procedimento reingegnerizzato in chiave digitale.
Potestà regolamentare degli enti locali: focus sulla finanza locale e la digitalizzazione del procedimento
ANTONIOTTI, LISA
2021/2022
Abstract
La Costituzione italiana riconosce a Comuni, Province e Città metropolitane autonomia normativa, che si ripartisce nella potestà statutaria e nella potestà regolamentare rispettivamente in relazione agli artt. 114 comma 2 Cost. e 117 comma 6 Cost. L’attuazione di tali disposizioni si è avuta per effetto dell’art. 4 della legge 5 giugno 2003, n. 131, la quale comprende tra gli enti dotati di potestà normativa anche le Unioni di Comuni, Comunità montane e Comunità isolane e definisce il regolamento dell’ente locale come “l’atto cui è demandata la disciplina dell’organizzazione, dello svolgimento e della gestione delle funzioni comunali, provinciali e metropolitane, nell’ambito della legislazione statale o regionale che, secondo le rispettive competenze, è chiamata ad assicurarne i requisiti minimi di uniformità”. Già sulla base dell’art. 114 Cost. gli enti locali hanno la capacità di produrre regolamenti, con la finalità di rendere attuativi quei profili generalissimi relativi al proprio funzionamento e alla propria organizzazione determinati con lo Statuto, ma per quanto riguarda la distribuzione concreta della disciplina degli enti locali, bisogna analizzare l’art. 117 comma 6 Cost., il quale afferma che “I Comuni, le Province e le Città metropolitane hanno potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell'organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite”. I regolamenti rappresentano tipici atti di espressione di autonomia, che si differenziano dagli altri provvedimenti amministrativi per il loro contenuto preventivo e astratto, con efficacia nell’ambito del territorio di riferimento di ciascun ente territoriale. Nella prima parte del lavoro si va a fare una breve introduzione sulla Riforma del Titolo V della Costituzione, seguita da un’analisi della potestà regolamentare degli enti locali, i suoi fondamenti e dall’illustrazione della gerarchia del regolamento tra le altre fonti. La seconda parte si focalizza sull’ordinamento contabile e finanziario, con un’indagine sul regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi e sul regolamento di contabilità. Parallelamente, la terza parte esamina il regolamento all’interno della disciplina tributaria e delle entrate patrimoniali degli enti locali. Nella quarta parte viene effettuata un’analisi del processo evolutivo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, dagli anni ’90 ad oggi, con l’illustrazione delle principali criticità. Infine, si conclude l’elaborato con la presentazione di un caso concreto di regolamento sullo svolgimento delle sedute collegiali, procedimento reingegnerizzato in chiave digitale. File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/68847