Objective. Aim of this work was to investigate the role of therapy with Pulsed Electro-magnetic Fields (PEMF) on the prevention and management of post-surgical CRPS in subjects that underwent surgery for traumatic and degenerative pathologies of the lower limb. By identifying the clinico-instrumental indicators, the postoperative trend of two groups of patients was studied, a control group subjected to conventional treatments and one whose subjects were treated with biophysical stimulation. Methods. In this study 62 patients were recruited over three years, half of which underwent electro-magnetic stimulation with I-ONE® therapy. For each patient demographic, clinical and specific variables of the studied disease were collected and included in two groups randomized for sex, smoking habits and pathology. Assessment of clinical progress and response to treatment was performed by measuring the differences in edema between the segment under study and the contralateral limb, the VAS (Visual Analogue Scale) and use of anti-inflammatory drugs. Each measurement was performed at first medication, at 15, 40, 90 and 180 days after the surgical procedure. The instrumental analysis was conducted by conventional radiographic imaging with the addition of a metal landmark placed on the radiological cassette during exposure in order to maintain a constant element that could be used for the comparative quantification of changes in bone density, which was evaluated at the time of surgery, at 40 and 90 days. As control group, an equal number of subjects with comparable distribution values of age, disease, sex and smoking habits were included as compared to the included patients. Finally, all data of the continuous variables were expressed as mean and standard deviation and the comparison between groups was performed by one-tailed heteroskedastic Student t-test. Results. The two groups, homogeneous by type of pathology and smoking habits, have differences in average age and average body mass index (BMI), both slightly higher in the control group. During the follow-up a significant improvement in management of painful symptoms was reported at 15 days, evidence supported by a further reduction in the need to take drugs for pain control at 40 days in the biophysical stimulation group (I-ONE® therapy) compared to the group treated using standard methods. There was also an apparent absence of correlation with the radiological variations measured with the proposed methods and an earlier decrease in swelling due to edema of the perischeletal tissues in the group of patients subjected to biophysical stimulation. The small sample size was not sufficient to generate statistical significance. None of the subjects in the study had evolution to full-blown CRPS. Conclusions. Results of our observations bring further support to the hypothesis of a potential positive effect of biophysical stimulation in the reduction of subjective symptoms related to bone demineralization states and in preventing the evolution in CRPS in patients undergoing surgical procedures that involve a prolonged discharge of the limb. A better response of patients undergoing stimulation compared to conventional treatment is evident both in the evaluation of painful symptoms, significantly reduced in acute phases as in late phases, and in the concomitant decrease in the patients' intake of analgesic drugs. Regarding the effect of biophysical stimulation on locoregionals processes of bone demineralization/remineralization and on the reliability of the criteria proposed for the determination of these, further studies are needed to confirm the effective role of PEMF in reducing post-surgical bone demineralization.
Obiettivo: Scopo di questo lavoro è stato di valutare l'effetto della stimolazione biofisica mediante terapia con campi elettromagnetici sulla prevenzione e gestione della CRPS post-chirurgica in soggetti sottoposti a periodi di scarico prolugato in seguito a trattamento chirurgico per patologie traumatiche e degenerative del piede e della caviglia. Con questo obiettivo si è proceduto all'identificazione di indicatori clinico-strumentali dei quali si è testata contestualmente l'efficacia per la valutazione dell'andamento nel postoperatorio di due gruppi di pazienti, un gruppo di controllo sottoposto alle cure convenzionali ed uno i cui soggetti sono stati sottoposti a stimolazione biofisica. Metodi: Nello studio sono stati reclutati nell'arco di tre anni 62 pazienti, di cui metà sottoposti a stimolazione elettromagnetica mediante I-ONE® terapia. Per ogni paziente sono state raccolte le variabili demografiche, cliniche e specifiche della patologia in studio e sono stati inseriti nei due gruppi randomizzati per sesso, abitudine al fumo e patologia. La valutazione dell'andamento clinico e della risposta al trattamento è stata effettuata mediante misurazione delle differenze di edema tra il segmento in studio e l'arto controlaterale, della VAS (Visual Analogue Scale) e dell'uso di farmaci antiinfiammatori. Ciascuna misurazione è stata eseguita alla prima medicazione, ai 15, ai 40, ai 90 e ai 180 giorni dalla procedura chirurgica. L'analisi strumentale è stata condotta mediante accertamenti radiografici convenzionali con l'aggiunta di un repere metallico posizionato sulla cassetta in fase di esposizione radiologica in modo da mantenere un elemento costante da utilizzare per la quantificazione comparativa delle variazioni della densità ossea, che è stata valutata al momento dell''intervento, ai 40 e ai 90 giorni. Come popolazione di confronto, sono stati inclusi un ugual numero di controlli randomizzati secondo il tipo di patologia, il sesso e l'abitudine al fumo rispetto ai pazienti inclusi. Tutti i dati delle variabili continue sono stati espressi infine come media e deviazione standard ed il confronto fra gruppi è stato eseguito mediante test-t di Student eteroschedastico a una coda. Risultati: I due gruppi, omogenei per tipo di patologia ed abitudine al fumo, presentano differenze circa l'età media e l'indice di massa corporea (IMC) medio, entrambi leggermente superiori nel gruppo controllo. Durante il follow up si è registrato un significativo miglioramento della sintomatologia dolorosa ai 15 giorni, evidenza supportata da un'ulteriore riduzione della necessità di assumere farmaci per il controllo algico a 40 giorni nel gruppo sottoposto a stimolazione biofisica (I-ONE® terapia) rispetto al gruppo trattato mediante le metodiche standard. Conclusioni: I risultati portano un ulteriore sostegno all’ipotesi di un potenziale effetto positivo della stimolazione biofisica nella riduzione dei sintomi soggettivi legati agli stati di demineralizzazione ossea in pazienti sottoposti a procedure chirurgiche che implichino uno scarico dell'arto prolungato. La migliore risposta dei pazienti sottoposti a stimolazione rispetto al trattamento convenzionale è evidenziabile sia nella valutazione della sintomatologia dolorosa, significativamente ridotta nelle fasi acute come nelle fasi tardive, sia nella concomitante diminuzione nell'assunzione da parte dei pazienti di farmaci antalgici. Riguardo all'effetto della stimolazione biofisica sui processi locoregionali di demineralizzazione ossea e sulla affidabilità dei criteri proposti per la determinazione di questi sono necessari ulteriori studi per confermare l'effettivo ruolo dei PEMF nella riduzione della demineralizzazione.
La CRPS post-chirurgica nelle lesioni del piede e della caviglia: identificazione di indicatori clinico-strumentali riproducibili e applicazione degli stessi nella valutazione degli effetti di un protocollo sperimentale di stimolazione biofisica rispetto al trattamento convenzionale di questa sindrome.
SIMONETTI, STEFANO
2019/2020
Abstract
Obiettivo: Scopo di questo lavoro è stato di valutare l'effetto della stimolazione biofisica mediante terapia con campi elettromagnetici sulla prevenzione e gestione della CRPS post-chirurgica in soggetti sottoposti a periodi di scarico prolugato in seguito a trattamento chirurgico per patologie traumatiche e degenerative del piede e della caviglia. Con questo obiettivo si è proceduto all'identificazione di indicatori clinico-strumentali dei quali si è testata contestualmente l'efficacia per la valutazione dell'andamento nel postoperatorio di due gruppi di pazienti, un gruppo di controllo sottoposto alle cure convenzionali ed uno i cui soggetti sono stati sottoposti a stimolazione biofisica. Metodi: Nello studio sono stati reclutati nell'arco di tre anni 62 pazienti, di cui metà sottoposti a stimolazione elettromagnetica mediante I-ONE® terapia. Per ogni paziente sono state raccolte le variabili demografiche, cliniche e specifiche della patologia in studio e sono stati inseriti nei due gruppi randomizzati per sesso, abitudine al fumo e patologia. La valutazione dell'andamento clinico e della risposta al trattamento è stata effettuata mediante misurazione delle differenze di edema tra il segmento in studio e l'arto controlaterale, della VAS (Visual Analogue Scale) e dell'uso di farmaci antiinfiammatori. Ciascuna misurazione è stata eseguita alla prima medicazione, ai 15, ai 40, ai 90 e ai 180 giorni dalla procedura chirurgica. L'analisi strumentale è stata condotta mediante accertamenti radiografici convenzionali con l'aggiunta di un repere metallico posizionato sulla cassetta in fase di esposizione radiologica in modo da mantenere un elemento costante da utilizzare per la quantificazione comparativa delle variazioni della densità ossea, che è stata valutata al momento dell''intervento, ai 40 e ai 90 giorni. Come popolazione di confronto, sono stati inclusi un ugual numero di controlli randomizzati secondo il tipo di patologia, il sesso e l'abitudine al fumo rispetto ai pazienti inclusi. Tutti i dati delle variabili continue sono stati espressi infine come media e deviazione standard ed il confronto fra gruppi è stato eseguito mediante test-t di Student eteroschedastico a una coda. Risultati: I due gruppi, omogenei per tipo di patologia ed abitudine al fumo, presentano differenze circa l'età media e l'indice di massa corporea (IMC) medio, entrambi leggermente superiori nel gruppo controllo. Durante il follow up si è registrato un significativo miglioramento della sintomatologia dolorosa ai 15 giorni, evidenza supportata da un'ulteriore riduzione della necessità di assumere farmaci per il controllo algico a 40 giorni nel gruppo sottoposto a stimolazione biofisica (I-ONE® terapia) rispetto al gruppo trattato mediante le metodiche standard. Conclusioni: I risultati portano un ulteriore sostegno all’ipotesi di un potenziale effetto positivo della stimolazione biofisica nella riduzione dei sintomi soggettivi legati agli stati di demineralizzazione ossea in pazienti sottoposti a procedure chirurgiche che implichino uno scarico dell'arto prolungato. La migliore risposta dei pazienti sottoposti a stimolazione rispetto al trattamento convenzionale è evidenziabile sia nella valutazione della sintomatologia dolorosa, significativamente ridotta nelle fasi acute come nelle fasi tardive, sia nella concomitante diminuzione nell'assunzione da parte dei pazienti di farmaci antalgici. Riguardo all'effetto della stimolazione biofisica sui processi locoregionali di demineralizzazione ossea e sulla affidabilità dei criteri proposti per la determinazione di questi sono necessari ulteriori studi per confermare l'effettivo ruolo dei PEMF nella riduzione della demineralizzazione.File | Dimensione | Formato | |
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