Nell’ultimo decennio diverse organizzazioni appartenenti al settore non profit e che quindi perseguono finalità sociali, stanno sempre più inserendo elementi commerciali all’interno del loro sistema. Da questa prima osservazione sorgono due domande: Quali sono le caratteristiche ad oggi delle organizzazioni non profit? Quali sono le difficoltà e i vantaggi dell’ibridazione? La tesi è suddivisa in due sezioni, una prima parte di stampo teorico e legislativo ed una seconda parte legata all’analisi di un caso concreto. In particolare, per rispondere a alle due domande iniziali, nel primo capitolo vengono contestualizzati gli enti non profit nel territorio italiano, arrivando alla conclusione che la maggior parte di essi si trovano nel Nord Italia, svolgono come attività principale “cultura, sport e ricreazione” e possono contare su diverse tipologie di finanziamento. Nel secondo capitolo viene spiegata la cosiddetta Riforma del Terzo Settore che è in vigore dal 2016; nonostante siano passati ormai parecchi anni, esistono ancora molte incertezze e mancanze rispetto alle autorizzazioni della Commissione europea e dei decreti attuativi per poterla considerare effettivamente applicabile. Nel terzo capitolo si affronta il tema dell’ibridazione: partendo dagli studi su alcune organizzazioni estere, in particolare la microfinanza commerciale boliviana e le WISE francesi, si va a definire il quadro teorico delle strategie che possono essere messe in atto al fine di ibridare la propria organizzazione. In particolare si evidenzierà la difficoltà nel coniugare la mission sociale dell’ente con la necessità di raggiungere il pareggio in bilancio. A conferma delle teorie descritte nella prima parte, l’elaborato sarà poi costituito dallo studio di un caso in cui verrà analizzato un ente non profit operante nell’Italia settentrionale, a cui è stato attribuito un nome di fantasia ovvero Eta Onlus. La seconda parte, perciò sarà costituita dalla scomposizione, dall’analisi strutturale dell’ente e da alcune interviste a persone che ricoprono differenti ruoli nello stesso, al fine di individuare e proporre una possibile strada che sia perseguibile per iniziare un sentiero verso l’ibridazione.
IL SETTORE NON PROFIT VERSO IL SENTIERO DELL’IBRIDAZIONE: ANALISI DEL CASO DI ETA ONLUS
MUSSETTO, ERIKA
2021/2022
Abstract
Nell’ultimo decennio diverse organizzazioni appartenenti al settore non profit e che quindi perseguono finalità sociali, stanno sempre più inserendo elementi commerciali all’interno del loro sistema. Da questa prima osservazione sorgono due domande: Quali sono le caratteristiche ad oggi delle organizzazioni non profit? Quali sono le difficoltà e i vantaggi dell’ibridazione? La tesi è suddivisa in due sezioni, una prima parte di stampo teorico e legislativo ed una seconda parte legata all’analisi di un caso concreto. In particolare, per rispondere a alle due domande iniziali, nel primo capitolo vengono contestualizzati gli enti non profit nel territorio italiano, arrivando alla conclusione che la maggior parte di essi si trovano nel Nord Italia, svolgono come attività principale “cultura, sport e ricreazione” e possono contare su diverse tipologie di finanziamento. Nel secondo capitolo viene spiegata la cosiddetta Riforma del Terzo Settore che è in vigore dal 2016; nonostante siano passati ormai parecchi anni, esistono ancora molte incertezze e mancanze rispetto alle autorizzazioni della Commissione europea e dei decreti attuativi per poterla considerare effettivamente applicabile. Nel terzo capitolo si affronta il tema dell’ibridazione: partendo dagli studi su alcune organizzazioni estere, in particolare la microfinanza commerciale boliviana e le WISE francesi, si va a definire il quadro teorico delle strategie che possono essere messe in atto al fine di ibridare la propria organizzazione. In particolare si evidenzierà la difficoltà nel coniugare la mission sociale dell’ente con la necessità di raggiungere il pareggio in bilancio. A conferma delle teorie descritte nella prima parte, l’elaborato sarà poi costituito dallo studio di un caso in cui verrà analizzato un ente non profit operante nell’Italia settentrionale, a cui è stato attribuito un nome di fantasia ovvero Eta Onlus. La seconda parte, perciò sarà costituita dalla scomposizione, dall’analisi strutturale dell’ente e da alcune interviste a persone che ricoprono differenti ruoli nello stesso, al fine di individuare e proporre una possibile strada che sia perseguibile per iniziare un sentiero verso l’ibridazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/68742