Ci sono degli aspetti del mondo che ci circonda che ci affascinano e da cui siamo attratti senza saperne esattamente il motivo, ma per una sorta di impulso interiore che inevitabilmente ci fa approdare su di essi e devia i nostri passi verso quelle aree sconosciute. Anche se ci sono dei fattori legati al mio percorso universitario che concorrono direttamente alla scelta dell'argomento di questo lavoro, mi piace pensare che al di là di queste evidenze non potesse andare diversamente. Affrontare Il fenomeno della tratta di donne ai fini di sfruttamento sessuale significa per me in primo luogo rispondere a una motivazione ¿etica¿, se vogliamo ¿politica¿, o più precisamente ideologica. Il presupposto è che l'antropologia, intesa come la disciplina più votata ad allargare la nostra capacità di accogliere con consapevolezza nel nostro universo cognitivo le scelte di vita di esseri umani diverse dalle nostre, possa davvero essere utilizzata per contribuire a comprendere più a fondo le sofferenze e le brutture del mondo. Intendendo l'insieme dei metodi che compongono lo spettro di indagine simboleggiato dall'espressione ¿osservazione partecipante¿, controversa e ormai per alcuni obsoleta, come uno strumento per migliorare la realtà che ci circonda, attraverso la possibilità di comprenderla meglio, più nel profondo (perché dal suo interno, ¿emicamente¿), e di fornire all'azione i presupposti conoscitivi affinché possa orientarsi nel far rispettare la dignità umana; nel pieno rispetto dell'¿altro¿. Il volume introduttivo di Comba all'antropologia delle religioni (Comba 2008) mette proprio in luce questo concetto, auspicando alla costruzione di un'¿antropologia del rispetto¿ attraverso in primo luogo l'impegno e lo sforzo di ascoltare coloro che sono portatori di culture diverse dalla nostra accordando alle loro parole e ammettendo, come punto di partenza, una dimensione di plausibilità. Considero che l'impegno sociale e politico da un parte, e la volontà di comprensione connessa all'aperura e alla disponibilità mentale dall'altra, possano essere insieme assunti come i puntilli epistemologici affinché, con le parole di Nancy Schepher Hughes, l'antropologia possa diventare effettivamente ¿una piccola pratica di liberazione umana¿ (Scheper Hughes ¿ Bourgois 2004: 27). Pur nei suoi limiti dunque, questo lavoro rappresenta la ferma convinzione personale che, se anche i nostri atti non potranno essere sufficienti a sovvertire delle situazioni che non condividiamo, daranno in ogni caso un contributo, pur nei loro limiti, se non altro nei confronti di noi stessi e della nostra coscienza. La prima parte del lavoro è dedicata prevalentemente a fornire un quadro descrittivo della tratta ai fini di sfruttamento sessuale, a partire dalla letteratura e dalle ricerche esistenti. Ho delineato in primo luogo le caratteristiche salienti del traffico a livello globale, per poi soffermarmi sulla situazione della Nigeria, al fine di collocare la tratta di donne nigeriane in Italia, argomento di questo lavoro, nel contesto geo-politico in cui si inserisce, segnato dalle disuguaglianze sociali e dalle disparità economiche e di potere tra gli stati. In tal senso ho cercato di mettere in luce le cause che alimentano il circuito illegale di sfruttamento, che trovano la loro ragion d'essere principale proprio nelle condizioni drammatiche e contraddittorie che caratterizzano la storia politica e sociale della Nigeria; primo tra tutte l'imperialismo occidentale, che si es

LA TRATTA DI DONNE NIGERIANE AI FINI DI SFRUTTAMENTO SESSUALE TRA TEORIA ED ESPERIENZA

CANTA, ANNESA
2013/2014

Abstract

Ci sono degli aspetti del mondo che ci circonda che ci affascinano e da cui siamo attratti senza saperne esattamente il motivo, ma per una sorta di impulso interiore che inevitabilmente ci fa approdare su di essi e devia i nostri passi verso quelle aree sconosciute. Anche se ci sono dei fattori legati al mio percorso universitario che concorrono direttamente alla scelta dell'argomento di questo lavoro, mi piace pensare che al di là di queste evidenze non potesse andare diversamente. Affrontare Il fenomeno della tratta di donne ai fini di sfruttamento sessuale significa per me in primo luogo rispondere a una motivazione ¿etica¿, se vogliamo ¿politica¿, o più precisamente ideologica. Il presupposto è che l'antropologia, intesa come la disciplina più votata ad allargare la nostra capacità di accogliere con consapevolezza nel nostro universo cognitivo le scelte di vita di esseri umani diverse dalle nostre, possa davvero essere utilizzata per contribuire a comprendere più a fondo le sofferenze e le brutture del mondo. Intendendo l'insieme dei metodi che compongono lo spettro di indagine simboleggiato dall'espressione ¿osservazione partecipante¿, controversa e ormai per alcuni obsoleta, come uno strumento per migliorare la realtà che ci circonda, attraverso la possibilità di comprenderla meglio, più nel profondo (perché dal suo interno, ¿emicamente¿), e di fornire all'azione i presupposti conoscitivi affinché possa orientarsi nel far rispettare la dignità umana; nel pieno rispetto dell'¿altro¿. Il volume introduttivo di Comba all'antropologia delle religioni (Comba 2008) mette proprio in luce questo concetto, auspicando alla costruzione di un'¿antropologia del rispetto¿ attraverso in primo luogo l'impegno e lo sforzo di ascoltare coloro che sono portatori di culture diverse dalla nostra accordando alle loro parole e ammettendo, come punto di partenza, una dimensione di plausibilità. Considero che l'impegno sociale e politico da un parte, e la volontà di comprensione connessa all'aperura e alla disponibilità mentale dall'altra, possano essere insieme assunti come i puntilli epistemologici affinché, con le parole di Nancy Schepher Hughes, l'antropologia possa diventare effettivamente ¿una piccola pratica di liberazione umana¿ (Scheper Hughes ¿ Bourgois 2004: 27). Pur nei suoi limiti dunque, questo lavoro rappresenta la ferma convinzione personale che, se anche i nostri atti non potranno essere sufficienti a sovvertire delle situazioni che non condividiamo, daranno in ogni caso un contributo, pur nei loro limiti, se non altro nei confronti di noi stessi e della nostra coscienza. La prima parte del lavoro è dedicata prevalentemente a fornire un quadro descrittivo della tratta ai fini di sfruttamento sessuale, a partire dalla letteratura e dalle ricerche esistenti. Ho delineato in primo luogo le caratteristiche salienti del traffico a livello globale, per poi soffermarmi sulla situazione della Nigeria, al fine di collocare la tratta di donne nigeriane in Italia, argomento di questo lavoro, nel contesto geo-politico in cui si inserisce, segnato dalle disuguaglianze sociali e dalle disparità economiche e di potere tra gli stati. In tal senso ho cercato di mettere in luce le cause che alimentano il circuito illegale di sfruttamento, che trovano la loro ragion d'essere principale proprio nelle condizioni drammatiche e contraddittorie che caratterizzano la storia politica e sociale della Nigeria; primo tra tutte l'imperialismo occidentale, che si es
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/68687