L’affidamento in prova al servizio sociale è una misura alternativa alla detenzione introdotta con la Legge 26 luglio 1975, n. 354 – cd. Ordinamento Penitenziario – che prevede la possibilità di scontare una condanna definitiva in regime di libertà monitorata dalla magistratura di sorveglianza. Le finalità dell’affidamento in prova al servizio sociale sono quelle di promuovere il reinserimento sociale del soggetto condannato e di prevenire il rischio di recidiva. Gli obiettivi di questo studio sono quelli di descrivere l’implementazione dell’affidamento in prova, di valutare il livello di corrispondenza fra le azioni concretamente implementate dagli attuatori e quelle ipotizzate dai policy maker, nonché di proporre possibili strategie migliorative all’organizzazione pubblica. Per realizzarli, è stato condotto un caso studio, su scala locale, presso l’Ufficio di esecuzione penale esterna di Torino. La principale domanda di ricerca che ha ispirato questo lavoro è: “quali sono le possibili cause degli eventi osservati durante il processo di attuazione dell’affidamento in prova al servizio sociale all’interno dell’UEPE di Torino?”. La metodologia adottata è quella dell’analisi di implementazione proposta dal manuale di Martini e Sisti , la quale prevede la realizzazione di un confronto fra le ipotesi su cui si fonda l’intervento e quanto poi effettivamente accaduto, con la finalità di fornire all’organizzazione pubblica proposte migliorative. Per rispondere alla domanda della ricerca, è stata ricostruita la teoria del cambiamento ed è stato somministrato un survey ai soggetti attuatori e ai beneficiari della politica. Sono stati rilevati numerosi scostamenti, illustrati e descritti grazie all’ausilio di tecniche di analisi monovariata e bivariata. Sono state, quindi, formulate alcune ipotesi circa le possibili correlazioni causali delle informazioni ricavate nonché i passaggi attuativi a più elevato rischio di fallimento. I dati hanno mostrato le variabili che determinano maggiore incertezza nel processo attuativo, come gli elevati carichi di lavoro, la scarsa familiarità con gli strumenti di valutazione del rischio di recidiva o l’assenza di criteri chiari circa la suddivisione del lavoro e delle responsabilità all’interno delle equipe multidisciplinari, nonché uno scarso senso comune del ruolo rivestito da ciascuna professionalità. I risultati indicano che tali incertezze, rimesse alla discrezionalità operativa dei singoli funzionari, si riversano sull’operatività concreta dell’Ufficio determinando uno scenario attuativo altamente variabile. Su questa base, è stato sviluppato un resoconto critico dei principali studi italiani e internazionali che tentano di analizzare l’impatto dell’affidamento in prova al servizio sociale, cercando di verificare la credibilità degli assunti, delle connessioni causali rappresentate e delle tecniche e metodologie adottate per dimostrare l’efficacia di questa misura alternativa alla detenzione. Sono state, infine, tracciate possibili traiettorie per futuri studi in tema di impatto dell’affidamento in prova e, quindi, di capacità della misura alternativa di prevenire il rischio di recidiva. Le conclusioni di questa tesi si sono poste a servizio dell’azione pubblica, fornendo proposte finalizzate al miglioramento dell’implementazione.

L'affidamento in prova al servizio sociale come strumento di prevenzione della recidiva: un'analisi di implementazione e riflessioni per la valutazione di impatto

LOMBARDO, VERONICA
2021/2022

Abstract

L’affidamento in prova al servizio sociale è una misura alternativa alla detenzione introdotta con la Legge 26 luglio 1975, n. 354 – cd. Ordinamento Penitenziario – che prevede la possibilità di scontare una condanna definitiva in regime di libertà monitorata dalla magistratura di sorveglianza. Le finalità dell’affidamento in prova al servizio sociale sono quelle di promuovere il reinserimento sociale del soggetto condannato e di prevenire il rischio di recidiva. Gli obiettivi di questo studio sono quelli di descrivere l’implementazione dell’affidamento in prova, di valutare il livello di corrispondenza fra le azioni concretamente implementate dagli attuatori e quelle ipotizzate dai policy maker, nonché di proporre possibili strategie migliorative all’organizzazione pubblica. Per realizzarli, è stato condotto un caso studio, su scala locale, presso l’Ufficio di esecuzione penale esterna di Torino. La principale domanda di ricerca che ha ispirato questo lavoro è: “quali sono le possibili cause degli eventi osservati durante il processo di attuazione dell’affidamento in prova al servizio sociale all’interno dell’UEPE di Torino?”. La metodologia adottata è quella dell’analisi di implementazione proposta dal manuale di Martini e Sisti , la quale prevede la realizzazione di un confronto fra le ipotesi su cui si fonda l’intervento e quanto poi effettivamente accaduto, con la finalità di fornire all’organizzazione pubblica proposte migliorative. Per rispondere alla domanda della ricerca, è stata ricostruita la teoria del cambiamento ed è stato somministrato un survey ai soggetti attuatori e ai beneficiari della politica. Sono stati rilevati numerosi scostamenti, illustrati e descritti grazie all’ausilio di tecniche di analisi monovariata e bivariata. Sono state, quindi, formulate alcune ipotesi circa le possibili correlazioni causali delle informazioni ricavate nonché i passaggi attuativi a più elevato rischio di fallimento. I dati hanno mostrato le variabili che determinano maggiore incertezza nel processo attuativo, come gli elevati carichi di lavoro, la scarsa familiarità con gli strumenti di valutazione del rischio di recidiva o l’assenza di criteri chiari circa la suddivisione del lavoro e delle responsabilità all’interno delle equipe multidisciplinari, nonché uno scarso senso comune del ruolo rivestito da ciascuna professionalità. I risultati indicano che tali incertezze, rimesse alla discrezionalità operativa dei singoli funzionari, si riversano sull’operatività concreta dell’Ufficio determinando uno scenario attuativo altamente variabile. Su questa base, è stato sviluppato un resoconto critico dei principali studi italiani e internazionali che tentano di analizzare l’impatto dell’affidamento in prova al servizio sociale, cercando di verificare la credibilità degli assunti, delle connessioni causali rappresentate e delle tecniche e metodologie adottate per dimostrare l’efficacia di questa misura alternativa alla detenzione. Sono state, infine, tracciate possibili traiettorie per futuri studi in tema di impatto dell’affidamento in prova e, quindi, di capacità della misura alternativa di prevenire il rischio di recidiva. Le conclusioni di questa tesi si sono poste a servizio dell’azione pubblica, fornendo proposte finalizzate al miglioramento dell’implementazione.
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