The present research is dedicated to the Replaceability argument, a utilitarian argument often used to support the legitimacy of meat consumption. Elaborated in a complete form by Peter Singer, the topic is part of the debate on ethical farming, promoting a model of meat production that respects the welfare of non-human animals. In the first chapter, the essential aspects of utilitarianism will be highlighted through a historical-philosophical reconstruction that links utilitarianism and animal ethics mainly between the eighth and twentieth centuries. Jeremy Bentham, John Stuart Mill and Peter Singer will be the main – but not the only – philosophers on whom this reconstruction will be based. In the second chapter, the replaceability argument will be enunciated, an argument on which utilitarianism must necessarily rely in order to defend ethical farms and at the same time respect the fundamental principle of maximizing welfare. This section aims to clarify how and why each of the three conditions from which the argument is formed is necessary in order to justify the killing of some animals. These are: guaranteeing animals an overall positive life; to replace the killed animal with another, whose existence depends on the death of the first and whose life will be at least as happy as his own would have been; and ensure a death free of suffering. These conditions will be the subject of a critical study in the last chapter, with the aim of assessing their actual applicability. The investigation will combine questions of a philosophical nature with others of a more concrete and legislative nature, each of which required a specific methodological approach. On the one hand, it will be examined whether existence is preferable to non-existence and what the value of death is for animals, i.e. whether it can always be considered harm. In this case, the method I adopted consisted in a comparison between different versions and interpretations of utilitarianism, in order to understand how they respond to the problems raised. On the other hand, an attempt will be made to establish the necessary criteria to guarantee farm animals a dignified life, respecting their species-specific characteristics. We will also ask ourselves what are the best methods to kill animals, in order to ensure them a death free of fear and pain. These criteria and methods will be compared with the rules governing the production of products of animal origin in ethical-biological contexts. The method used in this part was therefore based on a constant and direct comparison with the official regulations in force to protect animal welfare. However, the conclusion my work has come to is that death is not really compatible with the principle of maximizing well-being, which is why the third condition of the argument cannot be accepted. As a result, the whole argument proves unfit to fulfill its purpose.
La presente ricerca è dedicata al Replaceability argument, un’argomentazione di matrice utilitarista spesso utilizzata per sostenere la legittimità del consumo di carne. Elaborato in forma compiuta da Peter Singer, l’argomento si inserisce all’interno del dibattito sugli allevamenti etici, promuovendo un modello di produzione di carne che rispetti il benessere degli animali non umani. Nel primo capitolo si evidenzieranno gli aspetti essenziali dell'utilitarismo attraverso una ricostruzione storico-filosofica che lega utilitarismo ed etica animale principalmente tra il VIII e XX secolo. Jeremy Bentham, John Stuart Mill e Peter Singer saranno i principali – ma non gli unici – filosofi sui quali si baserà questa ricostruzione. Nel secondo capitolo verrà enunciato il replaceability argument, argomento sul quale l’utilitarismo deve necessariamente appoggiarsi al fine di difendere gli allevamenti etici e allo stesso tempo rispettare il fondamentale principio di massimizzazione del benessere. Questa sezione intende chiarire come e perché ognuna delle tre condizioni da cui è formato l’argomento sia necessaria al fine di giustificare l’uccisione di alcuni animali. Queste sono: garantire agli animali una vita complessivamente positiva; sostituire l’animale ucciso con un altro, la cui esistenza dipende dalla morte del primo e la cui vita sarà felice almeno quanto sarebbe stata la sua; e assicurare una morte priva di sofferenza. Queste condizioni saranno oggetto di uno studio critico nell'ultimo capitolo, con l’obiettivo di valutarne l’effettiva applicabilità. L’indagine coniugherà questioni di natura filosofica con altre di carattere più concreto e legislativo, ciascuna delle quali ha richiesto un approccio metodologico specifico. Da un lato, verrà esaminato se l’esistenza sia preferibile alla non-esistenza e quale sia il valore della morte per gli animali, ossia se possa sempre essere considerata un danno. In questo caso, il metodo da me adottato è consistito in un confronto tra diverse versioni e interpretazioni dell’utilitarismo, allo scopo di comprendere come esse rispondano ai problemi sollevati. Dall’altro, si cercherà di stabilire i criteri necessari per garantire agli animali da allevamento una vita dignitosa, nel rispetto delle loro caratteristiche specie-specifiche. Ci si interrogherà inoltre su quali siano i migliori metodi per abbattere gli animali, in modo da assicurare loro una morte priva di paura e dolore. Tali criteri e metodi verranno confrontati con le norme che regolano la produzione di prodotti di origine animale in contesti etico-biologici. Il metodo usato in questa parte si è basato dunque su un confronto costante e diretto con i regolamenti ufficiali in vigore a tutela del benessere animale. Tuttavia, la conclusione a cui il mio lavoro è arrivato è che la morte non sia davvero compatibile con il principio di massimizzazione del benessere, motivo per cui la terza condizione dell'argomento non può essere accettata. Di conseguenza, l’intero argomento si mostra inadatto ad adempiere al suo scopo.
Replaceability argument: utilitarismo e allevamenti etici
MARCIANO', ROBERTO
2023/2024
Abstract
La presente ricerca è dedicata al Replaceability argument, un’argomentazione di matrice utilitarista spesso utilizzata per sostenere la legittimità del consumo di carne. Elaborato in forma compiuta da Peter Singer, l’argomento si inserisce all’interno del dibattito sugli allevamenti etici, promuovendo un modello di produzione di carne che rispetti il benessere degli animali non umani. Nel primo capitolo si evidenzieranno gli aspetti essenziali dell'utilitarismo attraverso una ricostruzione storico-filosofica che lega utilitarismo ed etica animale principalmente tra il VIII e XX secolo. Jeremy Bentham, John Stuart Mill e Peter Singer saranno i principali – ma non gli unici – filosofi sui quali si baserà questa ricostruzione. Nel secondo capitolo verrà enunciato il replaceability argument, argomento sul quale l’utilitarismo deve necessariamente appoggiarsi al fine di difendere gli allevamenti etici e allo stesso tempo rispettare il fondamentale principio di massimizzazione del benessere. Questa sezione intende chiarire come e perché ognuna delle tre condizioni da cui è formato l’argomento sia necessaria al fine di giustificare l’uccisione di alcuni animali. Queste sono: garantire agli animali una vita complessivamente positiva; sostituire l’animale ucciso con un altro, la cui esistenza dipende dalla morte del primo e la cui vita sarà felice almeno quanto sarebbe stata la sua; e assicurare una morte priva di sofferenza. Queste condizioni saranno oggetto di uno studio critico nell'ultimo capitolo, con l’obiettivo di valutarne l’effettiva applicabilità. L’indagine coniugherà questioni di natura filosofica con altre di carattere più concreto e legislativo, ciascuna delle quali ha richiesto un approccio metodologico specifico. Da un lato, verrà esaminato se l’esistenza sia preferibile alla non-esistenza e quale sia il valore della morte per gli animali, ossia se possa sempre essere considerata un danno. In questo caso, il metodo da me adottato è consistito in un confronto tra diverse versioni e interpretazioni dell’utilitarismo, allo scopo di comprendere come esse rispondano ai problemi sollevati. Dall’altro, si cercherà di stabilire i criteri necessari per garantire agli animali da allevamento una vita dignitosa, nel rispetto delle loro caratteristiche specie-specifiche. Ci si interrogherà inoltre su quali siano i migliori metodi per abbattere gli animali, in modo da assicurare loro una morte priva di paura e dolore. Tali criteri e metodi verranno confrontati con le norme che regolano la produzione di prodotti di origine animale in contesti etico-biologici. Il metodo usato in questa parte si è basato dunque su un confronto costante e diretto con i regolamenti ufficiali in vigore a tutela del benessere animale. Tuttavia, la conclusione a cui il mio lavoro è arrivato è che la morte non sia davvero compatibile con il principio di massimizzazione del benessere, motivo per cui la terza condizione dell'argomento non può essere accettata. Di conseguenza, l’intero argomento si mostra inadatto ad adempiere al suo scopo.File | Dimensione | Formato | |
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