L’anidride carbonica, la cui fonte principale, al giorno d’oggi, è dovuta alla combustione di fonti energetiche fossili, gioca un importante ruolo nel surriscaldamento globale, è infatti responsabile di circa la metà dell’effetto serra. La sua concentrazione in atmosfera è aumentata dalle 278 ppm del periodo pre- industriale alle 418 ppm dei giorni nostri, aumentando costantemente dal 1958, portando ad un innalzamento della temperatura media mondiale pari a circa 1,01 gradi centigradi. Questa variazione di temperatura ha portato con sé pesanti conseguenze che si ripercuotono sul clima, sugli habitat e la flora e fauna ad essi associati, ed anche sull’uomo stesso. La maggior parte delle previsioni mostrano che entro fine secolo potremmo assistere ad un aumento della temperatura media globale compresa tra i 2 e i 5 gradi centigradi nel caso non agissimo attuando delle azioni per mitigare questo fenomeno. Negli ultimi 50 anni l’attenzione riguardante questo problema è aumentata notevolmente, tanto che sono stati stipulati dei trattati internazionali, come il Protocollo di Kyoto del 1997 o l’Accordo di Parigi del 2015, che hanno lo scopo di far cooperare i Paesi del mondo intero per cercare di contrastare il fenomeno del global warming. Si stima che le foreste contengano circa il 45% del carbonio (C) dei sistemi terrestri, che equivale a circa metà della produzione netta terrestre, e siano in grado di sequestrare un quarto delle emissioni di carbonio prodotte ogni anno dalle attività antropiche. Dal momento che uno dei metodi più economici, efficaci ed utili per sequestrare anidride carbonica dall’atmosfera sono i rimboschimenti, questa tesi si pone come obiettivo quello di andare a valutare quantitativamente quanto questa pratica possa aiutare in termini di sequestro e immagazzinamento della CO2 atmosferica, attraverso la verifica degli effetti prodotti dai rimboschimenti effettuati nel tratto vercellese-alessandrino del Parco Naturale del Po Piemontese e facendo una previsione della situazione da qui a cinque anni. Lo studio è stato svolto presso la sede di Casale Monferrato (AL) dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, che si occupa di gestire tre Parchi naturali e 24 aree della Rete Natura 2000 presenti nel territorio piemontese. Lo studio è stato svolto presso la sede di Casale Monferrato (AL) dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, che si occupa di gestire tre Parchi naturali e 24 aree della Rete Natura 2000 presenti nel territorio piemontese.
Foresta condivisa: un progetto di compensazione delle emissioni di gas serra nel Parco del Po piemontese
RIZZA, DANIELE
2020/2021
Abstract
L’anidride carbonica, la cui fonte principale, al giorno d’oggi, è dovuta alla combustione di fonti energetiche fossili, gioca un importante ruolo nel surriscaldamento globale, è infatti responsabile di circa la metà dell’effetto serra. La sua concentrazione in atmosfera è aumentata dalle 278 ppm del periodo pre- industriale alle 418 ppm dei giorni nostri, aumentando costantemente dal 1958, portando ad un innalzamento della temperatura media mondiale pari a circa 1,01 gradi centigradi. Questa variazione di temperatura ha portato con sé pesanti conseguenze che si ripercuotono sul clima, sugli habitat e la flora e fauna ad essi associati, ed anche sull’uomo stesso. La maggior parte delle previsioni mostrano che entro fine secolo potremmo assistere ad un aumento della temperatura media globale compresa tra i 2 e i 5 gradi centigradi nel caso non agissimo attuando delle azioni per mitigare questo fenomeno. Negli ultimi 50 anni l’attenzione riguardante questo problema è aumentata notevolmente, tanto che sono stati stipulati dei trattati internazionali, come il Protocollo di Kyoto del 1997 o l’Accordo di Parigi del 2015, che hanno lo scopo di far cooperare i Paesi del mondo intero per cercare di contrastare il fenomeno del global warming. Si stima che le foreste contengano circa il 45% del carbonio (C) dei sistemi terrestri, che equivale a circa metà della produzione netta terrestre, e siano in grado di sequestrare un quarto delle emissioni di carbonio prodotte ogni anno dalle attività antropiche. Dal momento che uno dei metodi più economici, efficaci ed utili per sequestrare anidride carbonica dall’atmosfera sono i rimboschimenti, questa tesi si pone come obiettivo quello di andare a valutare quantitativamente quanto questa pratica possa aiutare in termini di sequestro e immagazzinamento della CO2 atmosferica, attraverso la verifica degli effetti prodotti dai rimboschimenti effettuati nel tratto vercellese-alessandrino del Parco Naturale del Po Piemontese e facendo una previsione della situazione da qui a cinque anni. Lo studio è stato svolto presso la sede di Casale Monferrato (AL) dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, che si occupa di gestire tre Parchi naturali e 24 aree della Rete Natura 2000 presenti nel territorio piemontese. Lo studio è stato svolto presso la sede di Casale Monferrato (AL) dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, che si occupa di gestire tre Parchi naturali e 24 aree della Rete Natura 2000 presenti nel territorio piemontese.File | Dimensione | Formato | |
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