This thesis aims to explore the relationship between sovereignty and subordination in the context of political theory, focusing on the comparison between the ideas of John Stuart Mill and Carole Pateman. Starting from an analysis of Mill’s work The Subjection of Women and Pateman’s The Sexual Contract, the study focuses on the feminist critique of the social contract and the role it plays in the historical exclusion of women from full citizenship. Mill, regarded as one of the greatest defenders of liberalism and women’s rights, articulates in his work a vision in which the subordination of women is presented as a remnant of a despotic past. However, despite his progressive perspective, his proposal for equality remains within the confines of the traditional social contract, failing to fully recognize the sexual and gendered nature of female subordination. Mill views marriage as an institution that could be reformed to ensure greater equality between spouses, but he does not question the very foundations on which the institution is built. Carole Pateman, on the other hand, argues that the social contract is not a simple and equal individuals, but a sexual contract that establishes and perpetuates the subordination of women to men. Her critique focuses on the patriarchal nature of the social contract and the need for a radical reform of traditional political thought, one that acknowledges the gendered inequalities embedded within it. Pateman highlights how classical liberalism fails to recognize that the contract, far from being a tool of liberation, is instead a mechanism that legitimizes male power in both the public and private spheres. The thesis therefore explores the implications of Pateman’s thought for the analysis of marriage, gender equality, and contemporary social institutions. Special attention is given to the critique of the naturalization of inequality and the reflection on how sovereignty, understood as power and autonomy, is configured in relation to subordination, particularly in the context of gender relations. The comparison between Mill and Pateman allows for a critical examination of the limitations of classical liberalism in addressing the “woman question” and offers insights for revising fundamental political categories. In summary, the thesis highlights how, despite Mill’s emancipatory intentions, his liberalism remains bound by the assumptions of the traditional social contract, which ignores sexual and gender inequalities. Pateman, through her radical critique, calls for a rethinking of the concept of sovereignty and a recognition of how patriarchy is structurally integrated into social and political institutions. The conclusion reflects on how Pateman’s critique can contribute to a deeper understanding of the oppressive nature of modern institutions and what changes are necessary to promote true gender equality.

La tesi si propone di esplorare il rapporto tra sovranità e subordinazione nel contesto della teoria politica, focalizzandosi sul confronto tra le idee di John Stuart Mill e Carole Pateman. Partendo dall’analisi dell’opera “La servitù delle donne” di Mill e del testo di Pateman “Il contratto sessuale”, lo studio si concentra sulla critica femminista al contratto sociale e sul ruolo che questo gioca nell’esclusione storica delle donne dalla piena cittadinanza. Mill, considerato uno dei più grandi difensori del liberalismo e dei diritti delle donne, articola nella sua opera una visione in cui la subordinazione delle donne è presentata come un residuo di un passato dispotico. Tuttavia, nonostante la sua prospettiva progressista, la sua proposta di uguaglianza si colloca all’interno dei confini del contratto sociale tradizionale, che non riesce a riconoscere pienamente la natura sessuale e di genere della subordinazione femminile. Mill vede il matrimonio come un’istituzione che potrebbe essere riformata per garantire una maggiore uguaglianza tra i coniugi, ma non mette in discussione le fondamenta stesse su cui l’istituzione si basa. Carole Pateman, d’altra parte, sostiene che il contratto sociale non è un semplice patto tra individui liberi e uguali, ma un contratto sessuale che stabilisce e perpetua la subordinazione delle donne agli uomini. La sua critica si concentra sulla natura patriarcale del contratto sociale e sulla necessità di una riforma radicale del pensiero politico tradizionale, che integri il riconoscimento delle disuguaglianze di genere. Pateman denuncia come il liberalismo classico non riesca a vedere come il contratto, lungi dall’essere uno strumento di liberazione, sia invece un meccanismo che legittima il potere maschile nelle sfere sia pubblica che privata. La tesi esplora quindi le implicazioni del pensiero di Pateman per l’analisi del matrimonio, dell’uguaglianza di genere e delle istituzioni sociali contemporanee. Particolare attenzione è dedicata alla critica della naturalizzazione della disuguaglianza e alla riflessione su come la sovranità, intesa come potere e autonomia, si configuri in relazione alla subordinazione, specialmente nel contesto delle relazioni di genere. Il confronto tra Mill e Pateman consente di mettere in luce i limiti del liberalismo classico nel trattare la questione femminile e offre spunti per una revisione delle categorie politiche fondamentali. In sintesi, la tesi evidenzia come, nonostante l’intento emancipatorio del pensiero di Mill, il suo liberalismo resti vincolato ai presupposti del contratto sociale tradizionale, che ignora le disuguaglianze sessuali e di genere. Pateman, attraverso la sua critica radicale, invita invece a ripensare il concetto di sovranità e a considerare come il patriarcato sia strutturalmente integrato nelle istituzioni sociali e politiche. La conclusione si interroga su come la critica di Pateman possa contribuire a una maggiore comprensione della natura oppressiva delle istituzioni moderne e su quali cambiamenti siano necessari per promuovere una reale uguaglianza tra i generi.

Il matrimonio tra sovranità e subordinazione. Carole Pateman critica di John Stuart Mill

ANGELO, VINCENZA SERENA
2023/2024

Abstract

La tesi si propone di esplorare il rapporto tra sovranità e subordinazione nel contesto della teoria politica, focalizzandosi sul confronto tra le idee di John Stuart Mill e Carole Pateman. Partendo dall’analisi dell’opera “La servitù delle donne” di Mill e del testo di Pateman “Il contratto sessuale”, lo studio si concentra sulla critica femminista al contratto sociale e sul ruolo che questo gioca nell’esclusione storica delle donne dalla piena cittadinanza. Mill, considerato uno dei più grandi difensori del liberalismo e dei diritti delle donne, articola nella sua opera una visione in cui la subordinazione delle donne è presentata come un residuo di un passato dispotico. Tuttavia, nonostante la sua prospettiva progressista, la sua proposta di uguaglianza si colloca all’interno dei confini del contratto sociale tradizionale, che non riesce a riconoscere pienamente la natura sessuale e di genere della subordinazione femminile. Mill vede il matrimonio come un’istituzione che potrebbe essere riformata per garantire una maggiore uguaglianza tra i coniugi, ma non mette in discussione le fondamenta stesse su cui l’istituzione si basa. Carole Pateman, d’altra parte, sostiene che il contratto sociale non è un semplice patto tra individui liberi e uguali, ma un contratto sessuale che stabilisce e perpetua la subordinazione delle donne agli uomini. La sua critica si concentra sulla natura patriarcale del contratto sociale e sulla necessità di una riforma radicale del pensiero politico tradizionale, che integri il riconoscimento delle disuguaglianze di genere. Pateman denuncia come il liberalismo classico non riesca a vedere come il contratto, lungi dall’essere uno strumento di liberazione, sia invece un meccanismo che legittima il potere maschile nelle sfere sia pubblica che privata. La tesi esplora quindi le implicazioni del pensiero di Pateman per l’analisi del matrimonio, dell’uguaglianza di genere e delle istituzioni sociali contemporanee. Particolare attenzione è dedicata alla critica della naturalizzazione della disuguaglianza e alla riflessione su come la sovranità, intesa come potere e autonomia, si configuri in relazione alla subordinazione, specialmente nel contesto delle relazioni di genere. Il confronto tra Mill e Pateman consente di mettere in luce i limiti del liberalismo classico nel trattare la questione femminile e offre spunti per una revisione delle categorie politiche fondamentali. In sintesi, la tesi evidenzia come, nonostante l’intento emancipatorio del pensiero di Mill, il suo liberalismo resti vincolato ai presupposti del contratto sociale tradizionale, che ignora le disuguaglianze sessuali e di genere. Pateman, attraverso la sua critica radicale, invita invece a ripensare il concetto di sovranità e a considerare come il patriarcato sia strutturalmente integrato nelle istituzioni sociali e politiche. La conclusione si interroga su come la critica di Pateman possa contribuire a una maggiore comprensione della natura oppressiva delle istituzioni moderne e su quali cambiamenti siano necessari per promuovere una reale uguaglianza tra i generi.
The marriage between sovereignty and subordination. Carole Pateman criticizes John Stuart Mill
This thesis aims to explore the relationship between sovereignty and subordination in the context of political theory, focusing on the comparison between the ideas of John Stuart Mill and Carole Pateman. Starting from an analysis of Mill’s work The Subjection of Women and Pateman’s The Sexual Contract, the study focuses on the feminist critique of the social contract and the role it plays in the historical exclusion of women from full citizenship. Mill, regarded as one of the greatest defenders of liberalism and women’s rights, articulates in his work a vision in which the subordination of women is presented as a remnant of a despotic past. However, despite his progressive perspective, his proposal for equality remains within the confines of the traditional social contract, failing to fully recognize the sexual and gendered nature of female subordination. Mill views marriage as an institution that could be reformed to ensure greater equality between spouses, but he does not question the very foundations on which the institution is built. Carole Pateman, on the other hand, argues that the social contract is not a simple and equal individuals, but a sexual contract that establishes and perpetuates the subordination of women to men. Her critique focuses on the patriarchal nature of the social contract and the need for a radical reform of traditional political thought, one that acknowledges the gendered inequalities embedded within it. Pateman highlights how classical liberalism fails to recognize that the contract, far from being a tool of liberation, is instead a mechanism that legitimizes male power in both the public and private spheres. The thesis therefore explores the implications of Pateman’s thought for the analysis of marriage, gender equality, and contemporary social institutions. Special attention is given to the critique of the naturalization of inequality and the reflection on how sovereignty, understood as power and autonomy, is configured in relation to subordination, particularly in the context of gender relations. The comparison between Mill and Pateman allows for a critical examination of the limitations of classical liberalism in addressing the “woman question” and offers insights for revising fundamental political categories. In summary, the thesis highlights how, despite Mill’s emancipatory intentions, his liberalism remains bound by the assumptions of the traditional social contract, which ignores sexual and gender inequalities. Pateman, through her radical critique, calls for a rethinking of the concept of sovereignty and a recognition of how patriarchy is structurally integrated into social and political institutions. The conclusion reflects on how Pateman’s critique can contribute to a deeper understanding of the oppressive nature of modern institutions and what changes are necessary to promote true gender equality.
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