Based on the contextualized analysis of The Bacchae of Euripides and the most revealing staged of the twentieth century, I propose my directing hypothesis for the show. In the first chapter I try to give an explanation of the choice of the poet to write a tragedy focused on Dionysism and I discuss the cult situation in Greece at the time. Subsequently It is conducted a thorough analysis of the text and its main topics, such as the duality of god (which also affects all the other elements of the story), the vengeful madness of the bacchanal (triggered by disavowed divinity of Dionysus himself), the continuous exchange of roles between predator and prey, the ritual disguise of the characters (especially that involving the king), the sparagmòs suffered by Pentheus and the bacchanal awake from the forced ecstasy, with the resulting sense of guilt for their acts . The third chapter goes on to analyze some significant stagings, in which translations or the way in which the text has been rewritten have a key role. Among these shows stand out those from Roland Joffe, based on the text of Wole Soyinka, Luigi Squarzina, on translation of Edoardo Sanguineti and Luca Ronconi. In the last chapter, I show a possibility of staging that sees the text come to life in a show through nature, in which the two groups of Bacchae, the Asian followers of Dionysus and the Theban women induced to madness on Cithaeron, are represented by two styles of oriental dance.
Partendo dall'analisi contestualizzata del testo de Le Baccanti di Euripide e delle più rivelanti messe in scena novecentesche, propongo una mia ipotesi registica dello spettacolo. Nel primo capitolo della tesi si prova a dare spiegazione della scelta del poeta di scrivere una tragedia di argomento dionisiaco e si illustra la situazione cultuale nella Grecia dell'epoca. Successivamente viene condotta un'approfondita analisi del testo e dei suoi principali argomenti, come ad esempio la dualità del dio (che influenza anche tutti gli altri elementi della vicenda), la follia vendicativa del baccanale (scatenata dalla disconosciuta divinità di Dioniso stesso), il continuo scambio di ruoli tra predatori e prede, i travestimenti rituali dei protagonisti (in particolare quello che coinvolge il sovrano), lo sparagmòs di cui è vittima Penteo e il risveglio del baccanale dall'estasi forzata con il conseguente senso di colpa per gli atti compiuti. Nel terzo capitolo si passa all'analisi di alcune significative messe in scena, in cui hanno un ruolo fondamentale le traduzioni o il modo in cui il testo è stato riscritto. Tra queste spiccano gli spettacoli di Roland Joffe, basato sul testo di Wole Soyinka, di Luigi Squarzina, su traduzione di Edoardo Sanguineti e gli allestimenti di Luca Ronconi. In ultimo è illustrata una mia ipotesi di messa in scena che vede il testo prendere vita in uno spettacolo itinerante nella natura, in cui i due gruppi di baccanti, le asiatiche seguaci di Dioniso e le donne tebane indotte alla follia sul Citerone, sono rappresentate da due stili della danza orientale.
Bákchai: Dioniso e il suo thíasos nella Storia. Analisi e proposta registica.
GNEMMI, FRANCESCA
2013/2014
Abstract
Partendo dall'analisi contestualizzata del testo de Le Baccanti di Euripide e delle più rivelanti messe in scena novecentesche, propongo una mia ipotesi registica dello spettacolo. Nel primo capitolo della tesi si prova a dare spiegazione della scelta del poeta di scrivere una tragedia di argomento dionisiaco e si illustra la situazione cultuale nella Grecia dell'epoca. Successivamente viene condotta un'approfondita analisi del testo e dei suoi principali argomenti, come ad esempio la dualità del dio (che influenza anche tutti gli altri elementi della vicenda), la follia vendicativa del baccanale (scatenata dalla disconosciuta divinità di Dioniso stesso), il continuo scambio di ruoli tra predatori e prede, i travestimenti rituali dei protagonisti (in particolare quello che coinvolge il sovrano), lo sparagmòs di cui è vittima Penteo e il risveglio del baccanale dall'estasi forzata con il conseguente senso di colpa per gli atti compiuti. Nel terzo capitolo si passa all'analisi di alcune significative messe in scena, in cui hanno un ruolo fondamentale le traduzioni o il modo in cui il testo è stato riscritto. Tra queste spiccano gli spettacoli di Roland Joffe, basato sul testo di Wole Soyinka, di Luigi Squarzina, su traduzione di Edoardo Sanguineti e gli allestimenti di Luca Ronconi. In ultimo è illustrata una mia ipotesi di messa in scena che vede il testo prendere vita in uno spettacolo itinerante nella natura, in cui i due gruppi di baccanti, le asiatiche seguaci di Dioniso e le donne tebane indotte alla follia sul Citerone, sono rappresentate da due stili della danza orientale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/68428