Since the advent of blockchain technology, on which cryptocurrencies such as the famous Bitcoin are based, among its possible uses and developments has emerged a disruptive new feature: NFTs. NFT stands for "non-fungible token," which is non-replaceable token. The etymology of the term suggests the first feature, and perhaps the most important for the discussion that will be addressed, that differentiates it from cryptocurrencies: in that it is non-substitutable, an NFT is unique. This feature allows it to certify ownership of digital assets, allowing for expanded possibilities to monetize with objects or assets, from art to music, as well as video games, in the online world. This thesis attempts to build a picture of the phenomenon of non-fungible tokens, the ownership and authenticity certification system it promises. Having become known to a wider audience in 2021 when the sale of a digital collage for $69 million made headlines, they have seen a surge in popularity to the point of being called a speculative bubble. For this reason, the strengths, but more importantly the weaknesses of this system for certifying and authenticating works of art will be addressed in more detail in a realm, that of the Internet, where reproducibility has always been a challenge for those who intend to market and profit from a digital product, especially when the creation of scarcity is at stake. Beginning with Walter Benjamin's essay "the work of art in the age of mechanical reproduction", an attempt will be made to explore whether it is really possible to trust the system that allows for the authentication of a digital work of art registered as an NFT; and with the help of texts pertaining to philosophy and sociology to frame the use and implications that an NFT has as a social object. It is important to delve into the technical aspect of this technology, but it is even more important to know the history and the actors involved: artists, collectors and communities that have formed under the common denominator of this technology, namely blockchain. Art, collecting, fashion, and speculation are the terms that recur most in this discussion where in reality many questions remain unanswered. This is a new technology but there are already many points that can be reflected upon, always keeping as a point of reference that the fate of a technology depends on its social use.
Dall’avvento della tecnologia blockchain, su cui si basano le criptovalute come il famoso Bitcoin, tra i suoi possibili impieghi e sviluppi è emersa una novità dirompente: gli NFT. NFT è l’acronimo di non-fungible token che tradotto in italiano sta per gettone non fungibile o sostituibile. Dall’etimologia del termine si evince la prima caratteristica, e forse la più importante per il discorso che verrà affrontato, che lo differenzia dalle criptovalute: in quanto non sostituibile, un NFT è unico. Questa caratteristica consente di certificare la proprietà di beni digitali permettendo di monetizzare con l’arte, la musica, così come i videogiochi, nel mondo online. Questa dissertazione tenta di costruire un quadro sul fenomeno dei token non fungibili e sul sistema di certificazione di proprietà e autenticità che promette. Diventati noti ad un pubblico più ampio nel 2021 quando ha fatto notizia la vendita di un collage digitale per 69 milioni di dollari, hanno visto un’impennata di popolarità fino ad essere stata definita una bolla speculativa. Per questo motivo verranno affrontati più nel dettaglio i punti di forza, ma soprattutto i punti deboli di questo sistema che promette di certificare e autenticare le opere d’arte. In un regno, quello di internet, dove la riproducibilità rappresenta da sempre una sfida per chi intende commercializzare e trarre profitto da un prodotto digitale, soprattutto quando c’è in gioco la creazione artificiale di scarsità. Partendo dal saggio di Walter Benjamin L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica (1936) si cercherà di approfondire se sia possibile veramente fidarsi del sistema che permette di autenticare un’opera d’arte digitale registrata come NFT; con l’aiuto di testi inerenti alla filosofia e alla sociologia per inquadrare l’uso e le implicazioni che un NFT ha in quanto oggetto sociale. È importante approfondire l’aspetto tecnico di questa tecnologia ma lo è ancora di più conoscere la storia e gli attori coinvolti: artisti, collezionisti e community che si sono formate sotto il comune denominatore di questa tecnologia, ovvero la blockchain. Arte, collezionismo, moda e speculazione sono i termini che più ricorrono in questa trattazione dove in realtà molti sono gli interrogativi rimasti ancora aperti. Si tratta di una tecnologia nuova ma sono già tanti i punti su cui è possibile riflettere, tenendo sempre come punto di riferimento che il destino di una tecnologia dipende dall’uso sociale che se ne fa.
NFT e Arte digitale: “l’opera d’arte ai tempi della sua autenticabilità tecnica”
MESSINA, MARTINA
2021/2022
Abstract
Dall’avvento della tecnologia blockchain, su cui si basano le criptovalute come il famoso Bitcoin, tra i suoi possibili impieghi e sviluppi è emersa una novità dirompente: gli NFT. NFT è l’acronimo di non-fungible token che tradotto in italiano sta per gettone non fungibile o sostituibile. Dall’etimologia del termine si evince la prima caratteristica, e forse la più importante per il discorso che verrà affrontato, che lo differenzia dalle criptovalute: in quanto non sostituibile, un NFT è unico. Questa caratteristica consente di certificare la proprietà di beni digitali permettendo di monetizzare con l’arte, la musica, così come i videogiochi, nel mondo online. Questa dissertazione tenta di costruire un quadro sul fenomeno dei token non fungibili e sul sistema di certificazione di proprietà e autenticità che promette. Diventati noti ad un pubblico più ampio nel 2021 quando ha fatto notizia la vendita di un collage digitale per 69 milioni di dollari, hanno visto un’impennata di popolarità fino ad essere stata definita una bolla speculativa. Per questo motivo verranno affrontati più nel dettaglio i punti di forza, ma soprattutto i punti deboli di questo sistema che promette di certificare e autenticare le opere d’arte. In un regno, quello di internet, dove la riproducibilità rappresenta da sempre una sfida per chi intende commercializzare e trarre profitto da un prodotto digitale, soprattutto quando c’è in gioco la creazione artificiale di scarsità. Partendo dal saggio di Walter Benjamin L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica (1936) si cercherà di approfondire se sia possibile veramente fidarsi del sistema che permette di autenticare un’opera d’arte digitale registrata come NFT; con l’aiuto di testi inerenti alla filosofia e alla sociologia per inquadrare l’uso e le implicazioni che un NFT ha in quanto oggetto sociale. È importante approfondire l’aspetto tecnico di questa tecnologia ma lo è ancora di più conoscere la storia e gli attori coinvolti: artisti, collezionisti e community che si sono formate sotto il comune denominatore di questa tecnologia, ovvero la blockchain. Arte, collezionismo, moda e speculazione sono i termini che più ricorrono in questa trattazione dove in realtà molti sono gli interrogativi rimasti ancora aperti. Si tratta di una tecnologia nuova ma sono già tanti i punti su cui è possibile riflettere, tenendo sempre come punto di riferimento che il destino di una tecnologia dipende dall’uso sociale che se ne fa.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
970265_tesi-messina-nft.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
2.36 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.36 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/68358